sabato 28 gennaio 2012

Il governo ci semplifica la vita.

Tra fantasie, proposte e geniali intuizioni di chi oggi ci governa esce fuori che sia sicuramente necessario apportare semplificazioni burocratiche che agevolino la vita ai cittadini.
Bene.
Ora, mi chiedo, sono almeno dieci anni che io (e sicuramente anche qualcun'altro) dico certe amenità.
Pertanto sono un super genio per avere anticipato gli esimi plurilaureati e tecnici che hanno formulato cotanto pensiero oppure sono loro ad avere scoperto l'acqua calda? E' giusto che occupino tali cariche? Se la risoluzione di molti problemi sta nella tanto da me amata semplificazione, ma perchè i mega governi antecedenti questo non l'hanno mai applicata?
Dei bambini che giocano ad arraffare la marmellata per poi nascondere il barattolo vuoto e farsi trovare con le mani imbrattate. Questo sono stati (e forse sono ancora) i nostri amati governi.
Detesto la politica. Uno schifoso modo di far apparire complicato ciò che non è, cercando di far contenti tutti con promesse spergiure.

Ho pubblicato l'inizio di un nuovo racconto. Un po' di svago serve.
Buona notte

giovedì 26 gennaio 2012

Terremoto, manifestazioni, mala sanità e altro.

Oggi ci sarebbe molto da commentare. Tg e carta stampata non lesinano disgrazie da propinarci.
Ma oggi sono più umano del solito e visto che il blog è mio decido di portare l'attenzione verso una semplice osservazione che andrebbe correttamente valutata da chi può far qualcosa: perchè le penne, le biro, e anche le matite le fate tonde o comunque che rotolano facilmente?? Ma perchè cavolo non le fate quadrate o con una sporgenza tipo il ferretto per infilarle nel taschino!
Immaginatevi la classica Bic o la Replay: stai scrivendo, l'appoggi sul tavolo senza il tappo e questa subito che rotola lontano, cade dal tavolo e magari ti finisce sui pantaloni e te li macchia! Ma, dico io, che ci vuole a fare una biro che non rotola!! Quasi tutti i tavoli sono un po' storti. In più mentre uno lavora o è al telefono non ha mica il tempo di infilare il tappo ogni volta! E poi con la penna ci giocherelli anche, è normale che ti possa cadere. Quindi fammela che non rotola così quand'è caduta sopra o sotto la scrivania non devo rincorrerla!!!
Cari costruttori di penne vi ho dato l'idea del secolo per fare milioni. Sfruttatela! Così almeno finirò di rincorrerle.
PS: le prossime biro le comprerò tutte a pulsante con ferretto fisso anche se costano di più. Almeno non scappano!

Ho terminato il racconto di Emily. Mi mancherà. Era una donna particolare.

sabato 21 gennaio 2012

Inizia un weekend.

Dopo una settimana di lavoro l'arrivo del weekend, dove potersi dedicare un po' a se stessi e a chi ci fosse vicino, pare il raggiungimento della meta più ambita. Il coronamento di un sogno. E invece è solo una pausa di tempo tra una fatica e l'altra. Indispensabile e godibilissima, ma una semplice pausa. Dove vogliamo arrivare col nostro lavoro? Davvero ci serve così tanto? I soldi che ci porta acquistano veramente la nostra felicità? Oppure avremmo solo bisogno di più tempo per noi?
Tempo. E' proprio ciò che gestiamo peggio e che ci serve di più.
Una macchina del tempo ci farebbe comodo anche solo per rifare meglio la settimana appena passata.
Ridurre il tempo di lavoro al minimo indispensabile per dedicarci maggiormente a ciò che amiamo veramente fare. Questo sarebbe un obiettivo importante da raggiungere.
Chissà se Emily potesse aiutarci col suo strumento?
Capitolo VI pubblicato.
Buon riposo.
E, a chi lavorasse, buon lavoro.

lunedì 16 gennaio 2012

Un fine settimana tormentato.

Ogni giorno accadono moltissimi avvenimenti. Pochi di essi rimbombano nei principali organi di diffusione.
Ad esempio non troverete mai l'elenco dei morti per incidenti stradali del giorno. Perchè non fa notizia. E' ormai una cosa data per usuale. Usuale morire per strada. Come nel Medioevo. Così i giornalisti volgono la loro attenzione a fatti che sappiano attrarre meglio l'attenzione del pubblico. E il weekend appena passato ci ha portato due titoloni da prima pagina: l'Italia economica retrocessa in serie B e il naufragio della Costa Concordia.
Sulla prima un veloce commentino: oltre mezzo secolo di mal governo da parte di TUTTE le amministrazioni e ci si stupisce dell'avvenimento? L'unica cosa di cui ci dovremmo stupire è che ancora oggi crediamo a venditori di aria fritta ovvero le cosidette agenzie di rating. -Complimenti a queste ultime per saper tirar fuori soldi dal nulla!-
Sulla seconda una riflessione: sembra che alla base della tragedia ci sia stato un errore umano. Incredibile che un singolo errore umano possa mettere in crisi una simile struttura. Il Titanic navigava a vista umana nel buio della notte e forse anche nella nebbia. Una nave moderna come la Concordia no. Com'è possibile che i mille sistemi tecnologici che abbiamo oggi abbiano fallito?
Chiunque sarà il capro espiatorio dell'accaduto è certo che non usiamo ancora sufficientemente bene la tecnologia. E se muori su di un castello galleggiante o in un'automobile il risultato è sempre lo stesso, anche se i giornalisti te lo fanno apparire differente: non valutiamo a sufficienza la vita umana.
Chissà se questa è presente nella classifica di Stardard & Poor?

E' arrivato un altro pezzetto di Emily. Buona settimana.

venerdì 13 gennaio 2012

MIlano: meno di un'ora fa ucciso un vigile investito da un suv.

Probabilmente come sempre accade quando un rappresentante delle forze dell'ordine subisce un incidente o peggio, come in questo caso, ci sarà qualche spiritosone fuori luogo che griderà "ha fatto bene!" o "tanto se lo meritava!" o chissà quale altra frase decisamente poco onorevole e irrispettosa verso la vita umana.
Ora io credo che chiunque guidi ritenga di aver subito almeno una volta un'ingiustizia da parte di un qualunque corpo di pubblica sicurezza. Io non sono da meno. Tuttavia una cosa è inveire qualche mala parola quando ci appioppano una multa e un'altra è attuare un freddo omicidio.
Leggendo la notizia dal sito ilgiornale.it mi è venuta in mente una squallida immagine che difficilmente riuscirò a rimuovere dalla mente. E' una immagine televisiva risalente all'11 settembre del 2001. In questa immagine si vedeva un folto gruppo di bestie bipedi con vesti mediorientali che gioivano del successo dell'attentato.
Non ho mai capito se quelle immagini fossero reali o un abile montaggio di qualche vecchia scena magari ritratta dopo una vittoria ad un qualche evento sportivo e che nulla aveva a che vedere con ciò che raccontava la tv.
E' temendo che fosse reale che ho scritto "bestie bipedi con vesti mediorientali" e non "persone musulmane". Perchè sono sicuro che le persone, quindi gli esseri umani, pur con tutti i loro difetti non esulterebbero mai dopo un avvenimento del genere. Di qualunque credo possano essere.
E l'avvenimento di stasera è il medesimo atto, in piccolo, di una inutile brutalità tipica solo della specie umana: che io sappia nessun'altro animale al mondo uccide se non per difesa o per sfamarsi.
Che sia un morto o quattromila ciò che è successo ci pone sempre davanti ad un dubbio: siamo uomini?
Se avete esultato per la notizia la risposta è no.

Ho pubblicato un altro pezzetto di Emily. Lei è inventata. Peccato, perchè è molto dolce e il mondo ha bisogno di dolcezza.

domenica 8 gennaio 2012

Commercio libero.

In questi giorni si parla parecchio della liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi. Chi dice sì e chi no, come al solito. Mai tutti concordi.
Una semplice analisi fatta con un po' di buon senso può fornire la risposta.
1- Come guadagna un negoziante? Vendendo la merce.
2- Se vendesse più merce guadagnerebbe di più? Si.
3- Potrebbe vendere più merce in meno tempo? Difficilmente realizzabile: per vendere di più in meno tempo occorre un ampio magazzino per avere tutta la scelta a disposizione, ampi spazi di vendita per contenere maggiore clientela ed elevato numero di commessi per gestire le richieste in contemporanea. Il tutto si traduce in costi elevatissimi e lavoro stressante.
La soluzione sta proprio nella libertà d'orario: un negozio anche piccolo capace di stare aperto 24 ore al giorno ha la possibilità di ricevere molti più clienti e quindi di guadagnare di più. Si eviterebbero inoltre i picchi di affluenza che creano disagio sia ai clienti che ai negozianti e tutti ne guadagnerebbero in salute.
Quindi l'idea è buona. Ma deve essere supportata con semplici, ma essenziali aggiunte:
4- Può un negoziante lavorare 24 ore al giorno? Direi proprio di no. Si lavora per vivere, non bisogna vivere per lavorare.
5- E allora come può un negoziante stare aperto più a lungo? Necessita di personale che lo sostituisca.
6- Ma il personale non costa parecchio? Non parecchio. Troppo!
E' proprio questo il punto che quei sempliciotti bacati di governanti non gestiscono adeguatamente. Per agevolare il lavoro sia dei negozianti (leggi imprenditori, padroni, amministratori o chiamateli pure come cavolo volete) occorrono i commessi (leggi dipendenti, schiavi, sottoposti o come altro vi piace). I primi devono essere invogliati ad assumere i secondi -e quindi bassi costi, semplicità burocratica e gestionale, vantaggio economico- e i secondi devono essere invogliati a lavorare per l'azienda -e quindi rispetto, riconoscimento della professionalità, retribuzione ecc-.

Riassumendo: l'orario esteso è una buona cosa che attualmente non è supportata adeguatamente dalle leggi, dal mercato del lavoro e dai protagonisti stessi (imprenditori che non investono e dipendenti che non sono professionali).
E' un piccolo inizio. Facciamo che ora si prosegua e si gestisca adeguatamente quello che ancora manca. Il negoziante deve investire. Il dipendente deve lavorare. Lo Stato deve assistere. Non sottrarre.

Ho aggiunto il terzo capitolo di Emily.

mercoledì 4 gennaio 2012

Notizia boom!

E' questo che forse pensano le redazioni dei mille giornali, televisivi e non, quando ci propinano la loro edizione del primo dell'anno. Credono che sia una super novità, uno scoop esclusivo, farci vedere immagini di distributori di carburante, di bollette, di supermercati e di qualunque altro bene di consumo mentre ci dicono quanto sia aumentato questo e quello e quanto sarà difficile andare avanti per chi ha solo uno stipendio da dipendente e bla bla bla...
Cari giornalisti quand'è che ci farete un TG da primo dell'anno piacevole e ben augurante? La sera prima fate bla bla bla su festa e auguri e tutti felici. Il mattino dopo già ci propinate l'amara realtà che peraltro già conosciamo bene.
Intanto sappiate che ci sono persone che hanno un solo stipendio da dipendente che campano alla grande poichè non è da 1000 euro (potreste fare un servizio su questi lavoratori strapagati per vedere se veramente se lo meritano!). E poi capisco che anche voi abbiate diritto alle ferie, ma copiare i TG degli anni precedenti, cambiando solo qualche numero per fare prima, non è molto professionale.
Insomma cambiano le date, cambiano i governi, ma non cambia l'Italia. Lamenti, aumenti e brutti avvenimenti: rimaniamo dei pezzenti. Anche nel 2012.
Qualcuno dice consoliamoci guardando chi sta peggio. Io preferisco guardare chi sta meglio e ambire a migliorare la situazione. Impegnandomi a fare qualcosa sebbene con fatica e difficoltà.
E chi già ha sia cortese e non faccia ostruzionismo.

In alto a destra c'è ora il secondo passo di Emily.

domenica 1 gennaio 2012

2012.

Agli idioti esoterici che credono che quest'anno sia l'ultimo auguro un pessimo anno: con l'ignoranza e la falsa informazione si può solo regredire. Preambolo dovuto.
E' interessante notare come certe cialtronerie, prive di ogni fondamento scientifico, riescano a dilagare ed espandersi con una rapidità invidiabile, mentre ricerche, invenzioni e anche solo notizie utili si muovono a stento sgomitando e raggiungendo solo un gruppo di pochi addetti ai lavori. Probabilmente un evento anche mirabile, se non fosse eclatante e spettacolare, non viene preso in considerazione dal volgo poichè costantemente in cerca dell'exploit che possa dargli luce tra i suoi simili. 
L'attenzione che ricerchiamo negli Altri ci dà valore. Se gli Altri non ci dessero importanza, noi non lo saremmo. Quindi la nostra vita sociale è costantemente alla ricerca di approvazione dagli Altri. E allora, visto che siamo così "altridipendenti" perchè non li valutiamo mai abbastanza questi Altri? Perchè ci appaiono sempre come inferiori, stupidi o inadeguati?
Ricordiamo sempre che ogni giorno anche noi siamo Altri per gli Altri.

Ieri il bel tramonto che si irradiava contro la città mi ha convinto a prendere l'auto e a fare un breve giro nelle campagne circostanti.
Sembra strano come si riesca a trovare subito qualcosa quando non la cerchiamo. E invece è ovvio: se fossimo concentrati a pensare "dove sarà quella cosa" non vedremmo altro che il luogo dove la troveremo. Se la troveremo.
Invece, se non cercassimo nulla, tutto quello che ci capita davanti potrebbe essere ciò che ci serve e che non sapevamo stessimo cercando.


In quella breve gita ho trovato un albero. Quello che vedete qui sopra. Normalmente gli alberi, per chi vive in città, sono una rottura di scatole quando devi parcheggiare, un bramato sussidio quando passeggi d'estate e, purtroppo, un vespasiano per cani in ogni momento.
Nonostante l'insolita limpidezza del cielo lombardo come sfondo, appena disturbato dalla foschia che saliva dal terreno in lontananza, esso appariva malinconico per via della sua nudità, ma anche forte grazie alla possanza data dall'altezza e dall'aprirsi dei rami inneggiando al cielo. A primavera risorgerà splendente di foglie verdi e, grazie ad esse, sembrerà ancora più imponente e la malinconia sarà cancellata dalla forza vitale che saprà trasmettere grazie a quel contorno colorato ondeggiante alla brezza. Pura poesia della natura.
Questo è ciò che vedo ora nella foto di quell'albero.

Tuttavia basta sportarsi di pochi metri e inquadrare il medesimo soggetto da un'altra angolazione per scoprire realtà inaspettate che possono stravolgere le sensazioni che percepiamo. La foto qui sotto toglie buona parte della poesia a causa della centrale tecnica che sorge a breve distanza, con i suoi tralicci, il deposito e il muro ampiamente deturpato da stupidi grafitari.
Ma l'albero è sempre lo stesso.


 

Quando inquadriamo qualcuno, facciamolo da più angolazioni. Scopriremo cose belle e brutte, ma potremmo anche cogliere la poesia che qualcuno ha dentro.

Ho appena pubblicato il primo capitolo di un nuovo racconto. Buona lettura.