giovedì 21 giugno 2012

E' ...state!

Primo giorno d'estate. Una calda che passerò in città a lavorare. Solo. Per soldi.
Chi non ha lavoro direbbe che non posso lamentarmi.
Ma questo è il mio blog e io mi lamento lo stesso. Perché lavoro per necessità e non per il piacere di fare. Perché non amo il mio lavoro, ma è solo un modo per sbarcare il lunario. Perché mi ruba tanto tempo che vorrei dedicare a mille altre attività che, ahimé, non rendono quattrini.
E a chi non lavora (ed io ci sono già passato più volte) ricordo che pagare i conti di fine mese allevia lo stress, ma non rende felici. Fare quello che ci piace rende felici. Uno stipendio non risolve tutti i propri guai. La vita non è una busta paga.

Felice estate a tutti!

giovedì 14 giugno 2012

La storia si ripete.

Altro ufficio, solita storia:
-Sei bravo, sei bello, sei buono. Quindi ora fai di più degli altri.-
Questo è il succo di una promozione appena avuta.
Il tempo ci dirà se anche il seguito sarà lo stesso del passato:
-Fai più degli altri, ma vieni pagato e riconosciuto come loro pari. Quindi sei solo un pirla.-
Lo scopriremo fra qualche mese...


Nel frattempo costruisco la piramide da solo.

...Come vorrei dedicarmi solo alle mie narrazioni... :(

sabato 9 giugno 2012

L'economia che rompe le lavatrici.

Ho riparato una lavatrice guasta. Una moderna lavatrice di marca, in doppia classe A, con appena tre anni di servizio all'attivo e utilizzata per il bucato di un single. Praticamente nuova. C'era il tasto di avvio che non avviava l'apparecchio. Sarebbe bastato chiamare un tecnico: 45 euro per l'uscita, 20 per la manodopera e 10 per sostituire il tasto incriminato ovvero un pezzetto di plastica stampata dalla forma astrusa e apparentemente inspiegabile.
Comodo essere ricchi e poter buttare via i soldi così, senza preoccuparsene.
Ma io non sono ricco e ho dovuto fare da me: ho smontato il pannello comandi, ho realizzato quale fosse l'intoppo e con l'improvvisazione di Mc Gyver l'ho modificato per renderlo riutilizzabile. Ora funziona di nuovo e funzionerà fino alla morte dell'apparecchio.
L'ora impiegata per questa operazione mi ha dato modo comprendere ancora di più l'universo delle grandi aziende, quelle dei grandi numeri, con nomi altisonanti riconosciuti a livello europeo se non mondiale: sono piene di furbi imbecilli assunti proprio in virtù della loro imbecille furbizia, ossia persone che studiano anni appositamente per attuare il loro scopo lavorativo di creare meccanismi complessi per realizzare progetti semplici e ampiamente acquisiti. Come quello di chiudere un interruttore per dare corrente ad un circuito. Tutto questo per impedire all'utente medio di mettere mano all'apparecchio costringendolo a contattare uno specialista che chiaramente elargirà i propri servigi dietro cospicua parcella.
E' un sistema assurdo e stupido che a lungo termine porta a ciò che viviamo ora: la crisi economica.
Per quanto vogliano farcelo sembrare complesso l'economia è di una semplicità elementare: io vendo un bene o un servizio e tu paghi. Guadagno = ricavo - spesa. Elementare. Troppo. Nasce così l'esigenza di complicare all'infinito il semplice e dare la possibilità di guadagnare più soldi dallo stesso bene e, estremizzando il concetto, esce fuori la moderna economia fondata sullo sfruttamento del consumatore. Ma il consumatore, anche il meno avveduto, ha un limite di portafoglio e lo sfruttamento indiscriminato porta all'impossibilità dell'acquisto ergo alla crisi. Altro concetto elementare ignorato dai soliti supercapi che tutto sanno e tanto guadagnano.
Aziende: volete uscire dalla crisi? Semplificate. A partire dalla struttura dei vertici aziendali: licenziate/declassate/abolite almeno la metà dei vostri quadri e dirigenti. Essi non servono che a complicare e lo fanno solo per mantenere i loro privilegi lesivi al bilancio.
Meno presidenti e più lavoratori: è questo che serve alle aziende.
Anche all'azienda Italia.