Pepe e zucchero.

Di Olindo Urbani


Capitolo 1


Estate in città. Lungo la tangenziale Sara alla guida della sua utilitaria si accosta in una piazzola. Scende e verifica ciò che temeva: ha una gomma a terra.
Lunghi attimi di sconforto, rabbia, impotenza si alternano in lei. Arrabbiata e agitata gira un paio di volte su se stessa mostrando espressioni che quasi scrivono in volto ciò che pensa:
-(Cazzo! Farò tardi in palestra! Che palle! Ma chi se ne frega della palestra! Con 'sto caldo ora devo pure cambiare una ruota che non so neanche come si fa! Ora chiamo... Già chi cazzo chiamo? Marco... No! Marco è morto! Gianna è al lavoro, Matilde sarà già in palestra, quella cretina di Lorenza chissà dov'è e comunque nessuna di loro è un'esperta di meccanica. ...Marco, maledetto lui, mi ha mollato da tre mesi ed è sparito totalmente, non posso certo mettermi a cercarlo io per elemosinare la carità dei suoi muscoli da macho. Esalterei quel microcefalo dell'unica cosa che ha e gli darei un'altra occasione per farmi triturare i coglioni su come lui sia meglio di me, perché gli uomini bla bla bla... Però che figo era... Marco è morto! Chiaro?! Mio padre? No! Quello è in ansia a sapere che vivo da sola, figuriamoci se gli dico che sono ferma in autostrada! Gli prende un coccolone! Forse l'assicurazione ti manda il carro attrezzi per una foratura? No, non credo. La Polizia Stradale! Sì, quella di sicuro interviene! Che caldo!...)-
In quel preciso momento, quando le si era presentata la soluzione più sensata, si accorge che un'auto si è fermata pochi metri dietro la sua e ne scende un uomo il quale si avvicina con passo deciso.
Nonostante il caldo Sara ha un brivido di gelo che le percorre l'intero corpo dalla testa ai piedi svuotandola completamente delle forze, sbianca e sente il cuore dapprima fermarsi per poi battere all'impazzata come un cavallo da corsa al quale viene aperto box di partenza. Il suo pensiero sfreccia rapido in tutte le direzioni come la pallina di un flipper:
-(Oddio! E questo che vuole? Guarda che macchina tamarra guida! Questo ora mi violenta qui sull'asfalto, mi uccide e poi mi getta dietro il ciglio della strada! No, dai. Io faccio kick boxe e lui non è tanto grosso, posso sconfiggerlo! Il telefonino! E' nella borsa in macchina! Ora mi getto dentro a prenderlo e... No! E' troppo vicino! Se mi faccio vedere calma e che non ho paura di lui forse ci pensa due volte prima di assalirmi! Cazzo! Perché non sono rimasta chiusa dentro! Che stupida! Ok niente gesti bruschi, potrei allarmarlo. Faccio la disinvolta e sorrido. No, no. Niente sorrisi. Potrebbe pensare che sia una ragazza disponibile. Allora incazzata, ma non aggressiva. Vai Sara ce la puoi fare. Lo tieni a bada di sicuro. E poi siamo sull'autostrada: ci sono milioni di altre auto che ci guardano e.. Sì: passano a mille all'ora che pensano solo ai cazzi loro figurati se notano una carneficina a due metri da loro! Merda! Egoisti di M...).-
L'uomo blocca questa pallina impazzita alzando una mano in un gesto di saluto e dice:
-Buongiorno! Problemi con l'auto?-
La testa di Sara riparte a correre:
-(Problemi con l'auto? Ora gli dico "no, no tutto a posto", salgo e faccio finta di ripartire. Ma che cazzo dico! Lo vede che la gomma è a terra! E che cazzo dice lui: "Problemi con l'auto?"! Che sei un cieco deficiente? Non lo vedi, idiota? Mi prendi per il culo? Vuoi fare lo spiritoso? Ma io ti spacco subito quella faccia da pirla che hai e...) Noooo, nessun problemaaa! Sono solo in ritardo per la palestra, fa un caldo bastardo sotto questo sole fottuto, ho una gomma a terra e non ho idea di come si faccia a cambiarla, quindi sono incazzata nera e... (Ecco brava! Praticamente gli hai detto che sei disponibile e indifesa! Brava cogliona! "Vado in palestra" quindi ho un bel fisico, "ho caldo" quindi sono disponibile a spogliarmi, "ho una gomma a terra" quindi sono immobilizzata e non posso scappare e il tutto condito dal mio solito linguaggio volgare che fa di me una porca ciucciacazzi! Brava Sara! Brava! Proprio preciso tutto quello che dovevi evitare!! Merda! Me stronza! Stronzissima!).-
-Ah, beh, se va in palestra ha sicuramente forza da vendere!-
-(Ecco, appunto, stammi lontano che è meglio per te!)-
-Dai che le spiego come si fa: non è difficile, è solo una seccatura, ma si sistema. Allora per prima cosa tiri fuori la ruota di scorta e gli attrezzi.-
-("Tiri fuori gli attrezzi"?!? Ma questo ci fa o ci è? Vuole che gli giro le spalle così mi prende da dietro?)-
-Coraggio, fa caldo, no? Prima inizia, prima finisce.-
-(Ma che fa? Filosofeggia pure?)... Ma non so se è il caso... Forse è meglio chiamare il carro attrezzi (Brava! Non dire la polizia! Non metterlo in allarme!).-
- Un carro attrezzi per una ruota buca? Poche assicurazioni lo includono e se non ce l'ha in polizza le chiederanno come minimo duecento euro! Dai che con le mie istruzioni sarà facile!-
-("Un carro attrezzi per una ruota buca?" Ti sembro proprio deficiente, eh? Come tutte le donne, maschilista schifoso! "Con le mie istruzioni"?! Ma che mi vuole comandare? Sì badrone, ubbidisco badrone. Stronzo.)-
-Allora metta la prima e tiri il freno a mano. Ah! Meglio che tolga le chiavi o lasci giù un finestrino: con tutta l'elettronica che hanno dentro le macchine moderne potrebbero chiudersi automaticamente le portiere e aggiungere una beffa al danno.-
-(Oddio! E' passato all'azione! Mi sta comandando! Ed è pure saccente! Forse è meglio fare come dice. Non ribelliamoci, finché sta a distanza.)-
Sara apre la porta di guida e si piega per fare quanto dettole.
-(Cazzo! Non potevo entrare normalmente? Così piegata a novanta gli ho praticamente servito su un piatto d'argento ciò che vuole! Cretina! Fai veloce! Chiavi. Marcia. Il freno già c'è. Fuori e dritta!) Ecco fatto! Freno a mano, marcia e chiavi a posto, comandante! (Comandante?! Ma sei scema?! Fai dell'ironia? Lo fai sentire superiore? Che ha il potere? Ma da dove ti è uscito?! Scema!)-
L'uomo, sorridendo:
-Ottimo! E vedo anche che la palestra dà i suoi frutti, almeno sui glutei! Comunque non sono un comandante. Al limite un istruttore. Ora tocca alla ruota e gli attrezzi.-
-(Visto? E' un porco maiale! Mi ha guardato il culo! Calma. Il culo in effetti gliel'ho sbattuto io in faccia. La battutina ci poteva pure stare. No, no! Se la poteva evitare! Rimane un porco. E poi è un "istruttore". Istruttore di che? Questo è uno di quei maniaci fissati che ti fa vestire da cameriera sexy e ti dice fai questo fai quello.) Istruttore di cosa, se posso chiederlo? ("Se posso chiederlo?" Ma certo che posso chiederlo! Cretina! Lo fai sentire così importante che devo chiedergli il permesso di chiedere qualcosa? Cretina!)-
-No, istruttore nel senso che ho esperienza nel cambiare una ruota e ora la istruisco.-
-(Ah! Sei proprio un porco! Mi vuoi "istruire"! Perché sono una donna incapace e inetta! Sì, sì: ora mi vuoi "istruire" sulla gomma, poi vuoi insegnarmi nuove posizioni? Come si allargano meglio le gambe? Vorresti anche insegnarmi a cucinare nuda per te nella tua cucina?! Stronzo!) Va bene, "istruttore", passo al baule, giusto? Ruota e attrezzi?-
L'uomo annuisce. Sara va dietro l'auto apre il bagagliaio, si sposta di lato e fa un cenno con la mano per farlo accedere al contenuto.
-Voilà, baule a disposizione! (Cretina! A disposizione?! Brava. Ora può disporre del baule della mia macchina e poi? Potrà disporre del mio didietro? Scema! Cretina! Deficiente! Pensa prima di parlare!)-
L'uomo sposta appena la testa un po' avanti verso il bagagliaio e sbircia all'interno, poi sorridente dice:
-Beh, c'è un po' di disordine, ma neanche tanto. Ho visto ben di peggio nelle auto delle donne!-
-(Stronzo, maschilista! Che battuta del cazzo! E' un baule! Mica la hall del Grand Hotel!)-
-Bene, sollevi il tappetino e tiri fuori la ruota.-
Sara apre la bocca in un espressione di stupore:
-(Tiri fuori?! Ma che...!? Ma devo farlo io?!?!) Come prego?!-
-Beh, la ruota non esce da sola. Io posso aiutarla spiegandole cosa deve fare, ma è giusto che il lavoro lo faccia lei.-
-Lo faccio io?!-
-Sì. Così se dovesse accadere in futuro saprà come fare: facendo una cosa uno la impara meglio.-
-(Ma tu guarda 'sto stronzo-mega-figlio-di-mignotta-approfittatore-maschilista-schiavista-bastardo e... e... e... Cazzo!) Ma scherza?-
-No, no. E poi io ho una camicia di lino e dei pantaloni eleganti, lei è in tuta da ginnastica: è più comoda ed è facile da pulire se si sporcasse.-
-(O grandissimo Gesù! Aiutami tu a non fratturagli il naso a 'sto stronzo bastardo! Eleganti? Ma dove? Un paio di pantaloni del mercato! Mica hai un gessato di marca! Tu non hai proprio idea di cosa sia l'eleganza! E poi, cazzo, sto andando in palestra! Cosa mi devo mettere? L'abito lungo? Ho capito: questo è uno di quelli che non gli tira se non vede pizzi e reggicalze, mezzasega d'un segaiolo!).-
Sara, visibilmente accigliata, alza il tappeto del bagagliaio ed estrae prima gli attrezzi e poi, con un po' di difficoltà, la ruota di scorta.
-Uff! Non credevo che pesasse tanto una ruota! (Cazzo! Diglielo ancora che sei una debole in sua balia! Ma tappati quella cazzo di bocca! Morditi la lingua! Stronza. E stronzo pure lui!)-
L'uomo con tono ilare:
-Già! Capito perché preferisco farlo fare a lei? La schiena va preservata e visto che lei fa palestra ce l'avrà sicuramente più allenata e pronta a fare sforzi.-
-(Mezzasega con una parvenza d'uomo, anzi, ma dove "uomo"? Sei un ragazzotto mal cresciuto, rozzo, con le palle grandi come noccioline e c'hai pure la pancia! E sei pure stronzo.) Beh, sicuramente. Però almeno io non ho la pancia. (Zitta! Ma che fai?? Lo sfotti? ... Ma sì, cazzo! Questo è una larva senza palle, mica uno pericoloso! NO! Che ne sai? E se ha un coltello? O una pistola?)-
-Uh?! Si nota molto? Speravo di farla passare per un difetto della camicia...-
-Nooo, stavo scherzando. A volte dico sciocchezze senza pensare. (Ecco, brava recupera. No, cazzo, gli ho detto che non penso. Che sono stupida! Svicola!) Ma... ora che si fa? (Ecco, scema, invitalo pure!) Voglio dire "che si fa" con la ruota?-
-Certo. Ora si toglie il copricerchio, attenzione che spesso è duro e comunque sporco. Ha dei guanti?-
Sara si accovaccia davanti alla ruota bucata:
-No, non ho dei guanti. (Sì a casa ne ho due paia, uno corto in pizzo nero e l'altro lungo di raso. Ti piacerebbe vedermi bene in tiro, eh? Stronzo.)-
-Peccato. Beh se vuole ho i miei nel bagagliaio: glieli presto.-
L'uomo volta il viso verso il retro della sua auto, ma Sara lo richiama subito:
-No no no! Non è il caso. (Cosa tiri fuori dal bagagliaio? Una mannaia? Un'accetta? O sei fan dei film d'orrore e giochi con le motoseghe?!) Tanto in palestra poi hanno il sapone e io non ho paura di sporcarmi le mani. (Ben detto! Diglielo che sei una tosta! O forse ho fatto una cazzata. L'ho sfidato. Sono dura, sono figa, non mi domini... Cazzo forse la prende come una sfida. Beh, meglio dura che debole! Se mi vuole prendere ora ha capito che deve darsi da fare. E sporcarsi i "pantaloni eleganti". Allora: proviamo a togliere 'sto cazzo di coso qui...) Non esce, è troppo duro. (Cazzona! Ora sei di nuovo debole! Sì, ma cazzo, è duro veramente! Dio, che mani nere!!)-
-Negli attrezzi ci dovrebbe essere un cacciavite: lo infili tra il cerchio e il copricerchio e faccia leva, ma attenzione che i copricerchi si spaccano facilmente.-
Sara esegue. Infila il cacciavite e spinge con forza. Il copricerchio si spacca.
-Cazzo!-
-Si è fatta male?-
-No.-
-Beh almeno ora verrà via facilmente.-
-(Bella filosofia del cazzo! Che me lo ripaghi tu il copricerchio?) Sì, ecco l'ho tolto.-
-Ora svitiamo i bulloni: prenda quella chiave.-
-(Svitiamo? Vuoi dire che mi dai una mano? No, no. Meglio che stai li e non ti avvicini.) Ma prima non dovremmo sollevare la macchina col cric?-
-Giusta osservazione, ma no. Prima, quando la vettura è bene appoggiata sulle quattro ruote, si smollano i bulloni che sono molto duri, poi la si solleva e poi si svitano del tutto. Quando è sul cric non si riesce a fare molto sforzo sulla ruota: il cric non è un ponte da officina e ci si può fare male. Ah! Si svita in senso antiorario.-
-(Ubbidisci all'istruttore Sara. Magari è solo uno che si accontenta di dare qualche ordine e si soddisfa così) Allora chiave infilata...Antiorario... Mmm... Cazzo! Non si muove di un millimetro! (E dagli con le parolacce! Non dire volgarità!)-
Sara si alza e prova a salire col piede sulla chiave e spinge facendo peso con tutto il corpo.
L'uomo:
-Quanto pesa?-
Sara alza lo sguardo e lo punta come un bazooka verso di lui:
-(QUANTO PESO?! Ora lo uccido. Lo spiaccico sull'asfalto e gli trito la faccia col cacciavite che neanche i RIS di Parma riusciranno a rimetterlo insieme. CAZZO TE NE FREGA DEL MIO PESO! VADO IN PALESTRA TRE VOLTE A SETTIMANA! NON MI ABBOFFO DI  NUTELLA! IN PAUSA SEMPRE E SOLO UN FOTTUTISSIMO YOGURT BIANCO! CHE C'E'?! SE NON SONO ANORESSICHE SONO GRASSE?! SONO UNA BALENA OBESA?! PERO' IL MIO CULO TI PIACE, EH?! STRONZO! FIGLIO DI TROIA! ...E poi ho le ossa grosse.) PERCHE'?-
L'uomo arrossisce:
-No, non mi fraintenda! Volevo solo dire che i bulloni vengono stretti con delle pistole che spingono con una forza di parecchi, moltissimi chili. Troppi. E di sicuro lei che è in forma... cioè molto bene in forma...sì, piccolina, ma... no! Voglio dire minuta, non altissima...ma ben fatta! Insomma lei non può assolutamente pesare tanto e quindi non può svitare quei cosi così. Cioè... è chiaro?-
Sara scende dalla chiave dove stava in equilibrio: ha un'espressione neutra, ma che incute un certo timore. L'uomo ha una sensazione strana, come se si fosse fermato per caso dinanzi ad un carro armato e si trovasse dritto sulla fronte la bocca del suo cannone.
-(Io lo liquefaccio. "Piccolina, non altissima". Quindi sono una nana da giardino. Ovvio: o sei una di quelle indossatrici anoressiche e spilungone oppure sei solo un batterio! Certo, perché se invece mi avesse vista coi tacchi sarei stata una mignotta disponibile a farsi fottere! Ma in tuta sono una nana obesa, con un bel culo! Io questo lo sciolgo nell'idraulico liquido! Calma Sara. Pensa bene e dì la cosa giusta.)...-
L'uomo si gira velocemente e va al bagagliaio della propria auto con passo veloce. Sara rimane un attimo sbigottita e indecisa se salire e chiudersi in auto. Ma l'uomo ha già chiuso il bagagliaio e torna verso di lei con in mano quello che sembra mazza di ferro. A Sara le si ferma nuovamente il cuore per un lungo attimo e rimane impietrita. L'uomo le si avvicina puntandole contro la mazza, Sara sbianca. Lui si ferma a un metro da lei e gliela porge:
-Prego!-
Sara osserva meglio l'oggetto: è un tubo di ferro. Sembra il pezzo sottostante un lavabo. Lui spiega:
-Purtroppo i bulloni sono molto stretti anche per un uomo e quindi io mi porto sempre dietro questo tubo. Serve a fare leva: ci infila dentro la chiave che così si allunga di parecchio e la fisica farà il resto. Come diceva Archimede: datemi una leva e vi solleverò il mondo!-
Sara strappa di mano il tubo all'uomo e gli lancia una sguardo truce. Poi si volta e procede con il faticoso compito. Effettivamente l'idea funziona: uno alla volta i bulloni vengono allentati. L'uomo aggiunge:
-Ecco, basta che siano smollati un po'. Poi li togliamo del tutto dopo che l'auto è sollevata.-
-(Li togliamo? Io li tolgo. Stronzo.)-
-Ora bisogna mettere il cric: sotto la macchina davanti alla ruota ci deve essere un punto preciso contrassegnato: occorre piegarsi bene e guardare sotto.-
-(Certo così in ginocchio e piegata va bene? Ti piaccio? Mi vedi bene il culo? Sì, hai ragione: la tuta non è una minigonna. Stronzo! E porco. ...Ecco il punto.) Ok. L'ho messo.-
-Adesso basta girare la manovella e un po' alla volta la macchina sale.-
-(E naturalmente la giro io. Cazzo che caldo! E che sudata. Almeno sto facendo comunque allenamento.)-
-Veda il lato positivo: sta comunque facendo "palestra". E gratis!-
-(Cazzo fai? Mi leggi la mente? E mi pigli per il culo? Stronzo!)-
Sara lo fulmina con gli occhi ancora una volta.
-Beh, dai volevo sdrammatizzare la situazione. Quello sguardo gelido non le si addice.-
-(Gelido? Insiste a pigliarmi per il culo! "Gelido" col caldo che fa! Ora basta!)
Sara si alza e afferra il tubo:
-Senti un po' istruttore delle mie palle girate: io sono qui a farmi il culo, con le ginocchia rotte sull'asfalto bollente, la manicure distrutta e sto sudando come un operaio che lavora il metallo fuso e tu sei lì a sparar cazzate bello bello nei tuoi pantaloni eleganti come la tua auto tamarra da boss di Quarto Oggiaro! Ora la pianti di dire cazzate e mi dai una mano sennò il tuo bel tubo te lo infilo su per il culo così a fondo che devi chiamare un idraulico per tirarlo fuori!-
L'uomo sorpreso alza le mani come per fermarla:
-Calma! Calma! Ok, ok. Non c'è bisogno di essere aggressivi. Adesso ci penso io. Ok? Calma.-
Lui le si avvicina timoroso:
-Ecco, allora l'auto è sollevata quindi ora svitiamo completamente i bulloni e togliamo la ruota. Ecco faccio io, ok?-
Sara si posiziona dietro di lui col tubo in mano e lo tiene d'occhio come fa un padrone con l'asino che tira il carro pronto a dargli una frustata appena dovesse fermarsi.
L'uomo, accovacciato a svitare i bulloni, dice:
-Beh, guardiamo il lato positivo della situazione: siamo già passati al "tu". Sento che è l'inizio di una piacevole conoscenza. Io sono Mauro e tu?-
-(Dio che stronzo, stronzissimo! Poi si chiedono perché avvengono gli omicidi!) Io sarò il tuo incubo peggiore se non la smetti di dire cazzate! Pensa alla ruota, grazie!-
-Wow! Un grazie. Ehi, dai, senti non esagerare. In fondo ti sto comunque aiutando. Adesso addirittura lo sto facendo io il lavoro!-
-(Addirittura? Ma è il minimo che tu possa fare!! Ma che uomo di merda! Ma la cavalleria maschile dov'è finita? Vabbè, ho capito. Questo è pericoloso quanto un ciglio nell'occhio: può dar solo fastidio. Moscone, panzone.) Io sono Sara.-
-Sara! Che bello! E' un nome che sa di primavera, forse per via di quella vecchia canzone... "Sara svegliati è primavera" te la ricordi?-
-(Mamma mia come sei originale: è il mio tormento ogni ventuno marzo!) Sì, la conosco. Mauro invece mi ricorda un cavaliere medievale, uno di quegli uomini forti, nella loro pesante e lucente armatura, che combattono con onore e non hanno paura di niente pur di aiutare le fanciulle in difficoltà.-
-Beh, sì. In effetti io sono un po' così. Mi ci rivedo.-
-(E' proprio stordito!) Guarda che era fortemente ironico! Se non ti avessi "invitato gentilmente" a darmi una mano tu saresti ancora lì in piedi a guardarmi smadonnare, altro che cavaliere!-
-Ma scusa avete voluto la parità dei sessi? Oggi addirittura votate e guidate l'auto. Dico io a che vi serve la patente? Tra la camera da letto e la cucina non ci sono strade...-
-(IMMENSO STRONZISSIMO MISOGINO MASCHILISTA FIGLIO DI UNA PUTTANA, ANZI NO! DI UN PUTTANO PERCHE' TU SEI NATO CAGATO FUORI DAL CULO DI UOMO, NON CERTO DA UNA DONNA, ORA IO TI ...IO TI...)-
-Sto scherzando, eh! Prima che mi colpisci con quel tubo meglio specificare: era una battuta. Sono d'accordo che le donne votino. Un po' meno che guidino... Scherzo! Sto scherzando! E comunque anche se in ritardo sono lo stesso il cavaliere che ti salva dal drago, no? Ecco la ruota... tolta. Ora l'altra che mettiamo qui e puntiamo i bulloni. Guarda bene, eh? Ché la prossima volta te lo faccio fare tutto fino in fondo. Il cambio ruota, intendo.-
-("Tutto fino in fondo". Ora fa pure i doppi sensi, ma che tristezza! Ma tu sei proprio un... un... Ma non le hanno create le parole giuste per definirti. Devo portarti all'Accademia della Crusca: occorre un nuovo termine che va oltre la mia immaginazione per indicare l'estremo livello della tua infima inutile essenza. E poi a chi fai fare cosa tu? Ma chi sei? Ma chi ti vuole? Ma chi t'ha cercato?) Certo che ci sai fare con le ragazze, eh? Hai proprio uno charme che Clooney ti fa un baffo...-
-Trovi? E invece ti sembrerà strano, ma ho, per così dire, alcuni lievi difficoltà a interfacciarmi con l'altro sesso. Solitamente incontro un po' di resistenza, ecco. Diciamolo così.-
-Noooooooooooo... (Ma non mi dire?! Ma come mai?! Ma è scioccante?!)-
-Fatto ora faccio scendere l'auto e poi avrei bisogno del tubo per stringere i bulloni, ma se preferisci tenerlo tu come stai facendo ora manco fosse Excalibur, allora meglio che li stringi tu.-
Sara guarda un attimo il tubo, poi guarda lui con un'aria accigliata e impaziente.
-(Sarà il caso di darglielo? Ma sì. Questo è uno sfigato di livello dieci. Attenta, Sara! Quelli che sembrano i più innocui spesso sono i reali maniaci omicida! ...Glielo dò? Sennò devo fare io però...) Tieni. Vediamo come infili tu il tubo nella chiave e quanto stringi. (Sara! Cazzo! Gli dai corda? Fai tu le allusioni? Ma sei scema? Ti sei messa al suo livello! Ma che cazzona!)-
-Maliziosa! Mi piacciono le ragazze che non hanno paura di dire ciò che pensano... e quindi al sesso!-
-(Sì certo. E' questo l'effetto che fai, sai? Non ho pensato altro che a fare sesso da quando ti ho visto. Sono tutta bagnata! Prendimi, dai! Ma vai a dar via il culo, imbecille! A te piacciono tutte quelle che respirano! Chissà da quanto tempo non ne vedi una. Anzi forse te ne faresti pure una morta da quanto sei sfigato! Necrofilo!)-
-Ora lo infilo, dolcemente, in fondo...-
-Per favore... basta!-
-Ok, ok. Ecco stringiamo... Bullone uno a posto. Sotto un altro! Che sudata! Non hai qualcosa da bere?-
-No.-
-Ma scusa vai in palestra senza un po' d'acqua?-
-C'è la macchinetta col Gatorade là.-
-Allora sei ricca. Palestra, bibite dalla macchinetta... caspita! Ho conosciuto la figlia di Rockefeller!-
-(Cos'è? Stai pensando di rapirmi per chiedere un riscatto?) Primo: non occorre essere ricchi per pagare un abbonamento in palestra. Secondo: cinquanta centesimi per una bibita dalla macchinetta non mi sembra una cifra stratosferica. Terzo: se una ragazza fosse ricca è solo perché è figlia di un uomo ricco? Non è previsto nel tuo microcefalo che forse una donna possa lavorare e guadagnare? Magari anche più di un uomo? Troglodita neanderthaliano! (Ecco ora gliel'ho detto!)-
-Scusa. Non volevo urtare la tua sensibilità economica. E' che pagare per sudare a me sembra un po'... illogico, per così dire. Basta cambiare una gomma per farsi la stessa sudata, no? E poi quante volte vai ogni settimana? Almeno un paio. Quindi cinquanta centesimi per due per quattro settimane al mese fanno quattro euro. Ci aggiungi il costo della benzina, l'usura del veicolo. Insomma io li risparmierei. Sono tempi di crisi.-
-(E' pure tirchio! Gesù! Sto rimpiangendo quello stronzo del mio ex! Non è possibile! E' un incubo!) Qui l'unica crisi è quella che sto per avere io se non riparto in fretta!-
-Ho finito! Ti rimetto tutto nel baule così puoi riprendere la corsa, Schumacher. Posso chiederti che lavoro fai, visto che guadagni "più di un uomo"?-
-(Mamma mia che appiccicoso! E che altra brutta uscita tipica del maschilista sciovinista! Ma del resto gliel'ho passata io la palla...) Faccio l'impiegata. Sono una semplice impiegata con uno stipendio normale, ma che evidentemente mi dà la possibilità di vivere sufficientemente bene da potermi permettere certi lussi come un'automobile, un abbonamento in palestra e ben sei euro di bibite al mese!-
-Ecco fatto. Tutto a posto. E non mi chiedi cosa faccio io?-
-(Probabilmente sei quello che guida i gommoni per trasportare clandestini in Italia buttandoli a mare quando vedi la Guardia Costiera.) No!-
Sara sale rapidamente in auto. Mauro esclama:
-Ehi! Non ce l'hai mica una salvietta? Non mi hai dato neanche il tempo di mettere i guanti...-
-No, non ce l'ho. Fai come me: pulisciti sui pantaloni. Ah! Scusa, dimenticavo che sono "eleganti".-
-Ma vai via così?-
-Sì! Ciao e stammi bene, mio "bel cavaliere"!-
Sara avvia il motore e sgomma partendo a tutto gas. Mauro resta un po' sbigottito dalla fuga.
-Caspita che impeto! ...Probabilmente è già innamorata di me ed essendo troppo timida scappa via per non dichiararsi...-

Durante il tragitto Sara telefona a Matilde per avvisarla del suo ritardo. Appena arriva in palestra l'amica attende il suo racconto:
-Finalmente, tesoro! Ma cosa ti accaduto, sei tutta nera e non intendo solo di umore!-
-Simpaticona. Te l'ho detto: ho bucato, mi sono dovuta fermare sulla tangenziale.-
-E sei riuscita da sola a cambiare una ruota? Complimenti! Io non saprei da dove cominciare.-
-Infatti neanch'io sapevo da dove cominciare. Stavo per chiamare la Polizia quando si ferma un tizio...-
-Carino?-
-Ma che carino e carino! Mi stavo cagando sotto! Cioè immaginati di essere ferma sull'autostrada con uno sconosciuto, tu cosa faresti?-
-Beh, sì, in effetti non ci avevo pensato. Sai io vedo sempre il lato romantico: un cavaliere che soccorre la sua fanciulla. Ma ti ha aiutato, vero?-
-(Ecco un'altra stordita!) Guarda sarebbe proprio il tuo tipo! Vi ci vedo proprio bene insieme. Tu a fare la fanciulla indifesa e lui a salvarti dai pericoli... Ma quanto vorrei vedervi e soprattutto ascoltare i vostri dialoghi!-
-Perché? E' un romantico anche lui? Ti ha sussurrato qualche frase che avvolge l'anima?-
-Matty! Era uno stordito, rimbambito e maschilista!-
-Ah! Grazie! E quello è il tipo per me? Che gran considerazione, "amica mia"!-
-Sì adesso non fare l'offesa! Sono sporchissima, ho mani e unghie distrutte, ho sudato come farmi qui un'intera settimana e tu adesso pretendi che sto qui a misurare le parole?! Ma prenditi qualche vaffa e consola una tua amica, no?-
-Te l'ho sempre detto che hai un brutto caratteraccio. Meno male che io non me la prendo! Su, dillo. Dillo a me, sfogati, raccontami tutto.-
-Ma niente... è solo...-
-E' solo..?-
-E' che ho avuto paura! Una paura boia, capisci? Ero sola, bloccata sulla strada, un caldo bestiale e poi ti trovi davanti 'sto tizio! Mi è preso un accidenti!-
Sara singhiozza un po'. Matilde l'abbraccia:
-Su, su. Tranquilla, tesoro mio. Ora sei qui al sicuro.-
-Perché mi ha lasciata quello stronzo?-
-Non ricominciare con Marco! Devi uscirne! Non farti riprendere dall'angoscia! Ricorda: tu non hai bisogno di lui. Né di nessun altro uomo! Se ne trovassimo uno carino allora... sfruttiamolo! Ma siamo indipendenti! Okay? Forza!-
Sara con gli occhi lucidi, annuisce. Matilde prosegue:
-Ma allora... intanto dimmi se ti ha fatto del male?-
-Chi? Lo stronzo dell'autostrada o Marco?-
-Lo stronzo dell'autostrada! Basta Marco! Marco è out! Marco uguale morto!-
-No, non mi ha fatto nulla. Anzi alla fine mi ha aiutata. Però era uno stronzo tremendo! Maschilista, stupido, arrogante, tamarro e saccente!-
-Ah! E me lo volevi rifilare a me?!-
Sara ride:
-Hai ragione! Sono una stronza!-

Capitolo 2


Sabato mattina. Sara riordina il suo appartamento pensando a cosa fare nel pomeriggio con le amiche. Suona il citofono.
-Sì? Chi è?-
-Ciao sono Mauro! Ricordi? La foratura in tangenziale...-
-(Oddio! Mi ha seguita! Ora chiamo la polizia!) Ah! E.. scusa, ma come mi hai trovata?-
-Facile: la tua auto ha una targa. La targa ha i tuoi dati. Basta richiederli alla motorizzazione. Pagando! Mi sei costata quasi venti euro!-
-(Non è possibile! Tirchio oltre ogni limite. E stronzo!) Ah! E... Scusa se te lo dico, ma non è bello dire ad una ragazza "mi sei costata quasi venti euro".-
-Tutte uguali voi donne, se non dici cifre alte non vi impressionate e ci rimanete male. Se ti avessi detto "mi sei costata un anello da duemila euro" ti saresti precipitata giù come un falco!-
-(Ma è uno stronzo gigantesco!) No! E' proprio il "mi sei costata" che non va bene.-
-Al solito: l'onestà non è mai bene accetta. Poi vi chiedete perché vi ritrovate sempre con uomini stronzi: volete quelli che mentono! Ma perché non scendi un attimo che facciamo due chiacchiere? Volevo darti la possibilità di ringraziarmi per l'altro giorno: avevi così fretta che te ne sei dimenticata.-
-(Onesti o bugiardi io sempre stronzi li trovo!) Vedi è che... sono nuda! (No! Cazzo! Non nuda! Non dire nuda!) Cioè, mi devo vestire! Sai tra poco viene il mio ragazzo a prendermi (Sì, magari! Altro stronzo quello!).-
-Beh, se scendi nuda a me non dà fastidio, anche se una bella lingerie a me stimola più del nudo.-
-(Eccolo! Sara impara a non dire stronzate!) Non mi dire...-
-Comunque, visto che sta arrivando il tuo moroso, sarà meglio che scendi in fretta: non vorrei che ci vedesse insieme e pensasse male!-
-(Ma dai, questa è quasi carina! Ancora due o tre millenni di allenamento e potresti diventare simpatico) No, senti, non credo sia una buona idea. Io... sì, è giusto, ti ringrazio per la gomma. Hai ragione: sono stata un po' maleducata l'altro giorno e tu mi hai aiutata, ma io ora continuo a fare le mie cose e tu fai... quello che vuoi, ma senza di me! Ok?-
-Ok. Ho capito. Vabbè, allora io vado. Tu, quando sei vestita, se vuoi scendi a prendere i fiori che ti ho portato: li lascio accanto al portone. Sono margherite che, nel linguaggio dei fiori, vogliono dire spontaneità, freschezza. Doti che ho visto in te. Dentro c'è un biglietto col mio telefono. Scusa se ti ho disturbato, io vado. Ciao.-
-(Ecco: adesso fa il cagnolino bastonato. Vuoi farmi sentire in colpa? Pure i fiori...) Ok, grazie ancora. E anche per i fiori! Dopo scendo a prenderli, eh? Ciao...-
Sara sbircia dalla finestra e lo vede andar via. Non appena è certa che sia lontano scende, apre il portone, prende il mazzolino di margherite poggiato a terra e rientra svelta in casa.

Nel pomeriggio l'incontro al bistrot con le amiche è l'occasione giusta per raccontare l'accaduto nei dettagli.
Matilde: -...E questo ti ha trovato grazie alla targa? Ma non c'è la privacy?-
Lorenza: -Se mettessero la privacy sulla targa niente multe, mia cara. La targa è pubblica!-
Gianna: -Fa bene mio marito che lui con la scusa che la macchina gli serve per lavoro la prende a noleggio: se uno lo cercasse troverebbe solo una società e non potrebbe risalire a lui.-
Sara: -Quel macchinone è a noleggio? E quanto vi costa?-
Gianna: -Si chiama "noleggio a lungo termine": è come un leasing.-
Matilde: -Privacy o no qui, tesoro, sei di fronte ad un bel dilemma.-
Sara: -Che dilemma?-
Matilde: -E' un maniaco pericoloso o un povero ragazzo a cui hai rapito il cuore?-
Lorenza: -Per me è un ragazzo normale, anzi pure uno un po' sfigato: dico l'avete vista Sara in tuta? Se ti vedesse ora con questo vestitino scollato allora potrei anche pensare ad un maniaco. Ma se ti ha apprezzato in tuta, amica mia, è uno sfigato disperato!-
Sara: -Ma che stronza sei! Solo perché hai qualche centimetro in più di noi ti credi Miss Mondo? Non capisco perché ti invitiamo ancora a uscire insieme...-
Lorenza: -Perché in cuor vostro sapete che Lorenza/stronza dice ciò che pensa. Non è falsa e proprio per questo vi fornisce un utile rapporto con la realtà.-
Gianna: -Sara lascia stare: lo sai com'è fatta.-
Matilde: -Che c'era scritto sul biglietto? -
Sara: -Eccolo. Nulla. Solo "Mauro" e il cellulare.-
Matilde: -E tu non gli hai preso la targa?-
Sara: -Io? Ma figurati! Quasi non ricordo il cellulare di mio padre secondo te riesco a ricordarmi la targa di uno sconosciuto?-
Gianna: -Carino! Sarebbe stato divertente andare a trovarlo a casa col suo stesso trucco.-
Sara: -Ma che "andare a trovarlo"? Ma che ti pensi? Che mi piace? Guarda che è uno stronzo e tirchio micidiale! Ho appena perso un idiota e me ne trovo subito un altro?-
Matilde: -Sara! Non è "appena": sono più di tre mesi! Staccati da Marco! Finish! Kaputt! Capit?-
Sara: -Sì, sì. Capit. Secondo me è uno stalker, sì uno di quelli che ti perseguitano, ti telefonano, si appostano sotto casa e aspettano il momento buono per... non lo so! Insomma io stanotte ho paura: come faccio a dormire?-
Lorenza: -Tesoro, vai alla polizia se credi così, ma non hai ancora abbastanza elementi per un’affermazione del genere: vai a denunciare uno che prima ti aiuta in autostrada, tu non lo ringrazi neanche, lui ti rintraccia e ti porta pure un mazzo di fiori, che faccio notare non sono rose rosse visto che conosce il linguaggio dei fiori. Insomma per me è troppo presto e facile dire è uno stalker. Continuo a pensare ad uno sfigato... anche se sei bellina pure in tuta, così va meglio?-
Sara: -Ti rinGRRazio, cara.-
Matilde: -Lorenza ha ragione.-
Lorenza: -Come sempre...-
Matilde: -Nessun poliziotto serio prenderebbe per stalking un simile avvenimento. Hai idea di cosa subiscono le donne che sono veramente perseguitate? Non escludiamo la possibilità che sia un maniaco, ma non demonizziamolo subito.-
Gianna: -Perché non provi a chiamarlo? Ora, dai, col vivavoce così lo sentiamo e ti diamo un parere: dalla voce capisci molte cose.-
Sara: -Ma sei matta?! E che gli dico? E poi ho quasi finito il credito.-
Lorenza: -Te lo ricarico io se lo chiami ora!-
Gianna: -Gli dici che è stato molto gentile ad aiutarti e che le margherite erano belle e ti piacciono.-
Sara: -Praticamente lo invito a letto con me. E poi non è stato gentile: la gomma l'ho dovuta smontare io! E poi le margherite non erano un granché: conoscerà il linguaggio dei fiori, ma non conosce i fiori. Non erano fresche, domani saranno già morte.-
Matilde: -A parte il fatto che non ti farebbe male un po' di sesso visto che son tre mesi che non ti dai da fare, una telefonata di ringraziamento non implica necessariamente che ci debba essere un dopo.-
Lorenza: -Vado in cassa a comprare la ricarica! Non cominciate senza di me!-
Sara: -Ma che...
Gianna: -E dai! Sentilo, che ti costa?-
Sara: -Costa che non sono io a volerlo sentire, ma voi pettegole!-
Matilde: -Da che pulpito! Comunque così avrai nuove informazioni e capirai meglio se è uno di cui preoccuparsi o no. E poi hai di meglio tra le mani?-
Sara: -Ma non devo per forza avere qualcosa tra le mani! E poi è un mega-stronzo. Se lo avessi veramente tra le mani probabilmente lo strozzerei! E' un maschilista-tamarro-tirchio-stronzo-e-pure-porco!-
Gianna: -Ossia è un uomo.-
Matilde: -...E ti ha cercato, e ti ha portato dei fiori, e ti ha fatto dei complimenti, e di sicuro non ti ha lasciato indifferente. Ricordi? Non ha importanza se parlano bene o male di te, l'importante è che ne parlino! E tu stai parlando di lui.-
Lorenza: -Ricarica pronta! Tieni! E alza il volume.-
Sara: -No! Non mi convincerete a chiamare un maniaco!-
Matilde: -Tutti gli uomini eterosessuali sono dei maniaci.-
Lorenza: -...E più sono maniaci più ti ci diverti a letto.-
Matilde e Sara in coro: -Lorenza!-
Lorenza: -Uuuuuuh! Ora fate le puritane? Non lo sai che se non la usi per più di sei mesi rischi che si richiuda e torni vergine? Poi farlo di nuovo una prima volta sarebbe un incubo! O voi la ricordate piacevole? Tieni 'sta ricarica!-
Sara: -Mmm! Ma che amiche siete?-
Matilde: -Quelle che ti vogliono bene.-
Gianna: -Dai Sara: devi sapere se corri dei rischi con quest'uomo o se è un innocuo playboy.-
Sara: -Playboy?! Quello?!? Ma quello per attirare a sé una donna deve incatenarla da capo a piedi e usare un magnete da discarica!!-
Lorenza: -Chiamalo!-
Gianna: -Chiamalo!-
Matilde: -Chiamalo.-
Sara: -Tienitela la ricarica: ce l'ho il credito!-
Lorenza: -Ah-ah, bugiardella...-
Gianna: -Oscura il numero, non si sa mai.-
Matilde: -Mmm... Non è una cosa bella! Se si può iniziare una relazione, amichevole intendo, dev'essere alla luce del sole: ciò che cominci con le omissioni e le falsità come pensi che possa finire? E poi sa dove abiti. Se dovesse finire male meglio ricevere una chiamata ogni tanto o trovarselo sotto al portone?-
Sara: -Cosa intendi per "finire male"?-
Matilde: -Tranquilla, intendo dire che se fosse solo un altro stronzo che sarebbe meglio non vedere più, allora meglio averlo al telefono che davanti, no?-
Sara: -Grazie. Ora sono molto più convinta. Ho deciso che non lo chiamo.-
Lorenza, Matilde e Gianna in coro: -Chiamalo!-
Sara: -Va bene! Ma lasciatemi respirare! Sembrate avvoltoi su di una carcassa!-
Lorenza: -Carcassa rende bene su di te.-
Sara: -Gne, gne!-
Il telefono squilla. Al quarto squillo Sara mette giù.
Sara: -Visto? E' destino! Non risponde, non fa per me. Non ho più obblighi. Contente? Io ci ho provato.-
Il telefono di Sara squilla.
Matilde: -Ops! Che caso... è il suo numero!-
Gianna: -Ma non l'avevi oscurato?-
Sara: -No! Ho dato retta alla mia migliore, ed ex, amica!-
Lorenza: -Rispondiiii... c'è un bel fusto che ti cercaaa...-
Sara: -Fusto? E' un bidone con la panza! Pronto? Sì, sono Sara.-
Gianna sottovoce: -Il vivavoce! Metti il vivavoce!-
Sara: -... Aspetta che non ti sento bene! (Ecco il vivavoce) Ecco fatto: tu mi senti bene?-
Mauro: -Benissimo, anche se prima sentivo meglio, ma va bene lo stesso! Dicevo, scusa se non ho sentito il cell, ma stavo...-
Sara: -(Stavi sgozzando qualcuno?) Oh, non ti preoccupare, capita. E poi... insomma non era importante, è solo che mi sembrava giusto ringraziarti meglio ("Ringraziarti meglio"? Sara il meglio per un uomo è un pompino. Gli vuoi fare un pompino? Scema!). Cioè, intendo dire, che stamattina sono stata un po' scortese, forse, ecco. Quindi era giusto chiamarti e... però sai anche tu capisci che trovarti sotto casa una non se l'aspetta, ecco.-
Mauro: -No, certo, hai ragione, ma sulle pagine bianche non ci sei, sennò ti avrei chiamata prima.-
Sara: -Già, non ho il telefono fisso... Comunque belli i fiori, grazie anche per quelli.-
Mauro: -Figurati! Pensa che erano quelli più economici, perché non sapevo se eri in casa e quindi rischiavo di buttarli.-
Sara: -(Tirchio merdoso! E me lo dice pure!) Beh, avresti sempre potuto riciclarli portandoli a qualche amica.-
Mauro: -Sì, ci avevo pensato, ma siccome non ne porto mai a nessuna sarebbe stato troppo evidente.-
Sara: -(Ci aveva pure pensato! Ma che...! Che...!) Eh no, certo, in effetti... Comunque senti grazie mille davvero per la gomma e per i fiori che, anche se economici, mi sono piaciuti. Ora ti lascio che vedo le mie amiche arrivare e ho un pomeriggio di shopping davanti. Ciao.-
Mauro: -Aspetta! Solo un secondo! Ti farebbe piacere... cioè, ti andrebbe se qualche volta... una volta ci incontrassimo da qualche parte? A fare due chiacchiere, per conoscerci un po'? Insomma così come amici... sempre se il tuo ragazzo vuole...TU TU TU TU...-
La chiamata cade.
Le amiche di Sara scoppiano a ridere!
Lorenza: -Ah! Ah! Ah!! "..ho preso i più economici...", "...sì, ci avevo pensato a riciclarli..." Ah! Ah! Ah! Oh, Sara ti devo ringraziare io per le risate che ci fai fare! Avevi paura di questo "latin lover"?-
Gianna: - Ah! Ah! Ah! "...non sapevo se eri in casa...". Non sapevo se tu fossi stata in casa! L'italiano questo sconosciuto! Ah! Ah! Ah! Com'era impacciato, faceva quasi tenerezza. Ma quanti anni ha?-
Matilde: - Ah! Ah! Ah! Sara pure te eri bella impedita! Ma tu hai avuto paura di questo... "coso"? Devi imparare a distinguere le lucertole dai pitoni, tesoro!-
Sara: -Vorrei vedere te al mio posto: chiamare uno sconosciuto con tre stronze dietro al collo che sbavano dalla voglia di sentire tutti i miei cazzi! E poi in autostrada faceva un altro effetto...-
Matilde: -Sì, bloccarsi in autostrada può far paura, ma in pieno giorno, dai è improbabile che qualcuno ci provi. Comunque un'altra volta chiama subito la polizia, prima di scendere dall'auto.-
Gianna: -Ho chiesto: quanti anni ha?-
Sara: -Ma non lo so! A occhio cinque o sei più di me.-
Lorenza: -Dio che risate! Senti la ricarica te la lascio lo stesso: dagliela a lui quando lo rivedi, che ne ha bisogno!-
Sara: -Ma chi lo vuole rivedere! Ma avete sentito che imbecille!?-
Matilde: -Richiamalo, su.-
Sara: -Cosa?!-
Matilde: -E' caduta la linea. Probabilmente gli è finito il credito. E coi pochi soldi che aveva dentro lui ti ha richiamata comunque, senza neanche avere la certezza che fossi tu a chiamarlo. Considerando la sua "tendenza al risparmio" devi sentirti onorata. E poi ti stava invitando. Devo ricordarti da quanto un uomo non ti invita a fuori?-
Sara: -Di inviti ne ricevo almeno due a settimana in palestra, ricordi?-
Matilde: -Certo che ricordo: quei due super-fighi degli istruttori che fanno a gara tra loro a chi ne porta più a letto recando come prova il tanga della "preda" ancora umido?-
Sara: -Questa del tanga non la sapevo.-
Matilde: -Lo sa tutta la palestra, ma in ogni caso sapevi almeno della gara. Quindi se pensi che quello che ti offrono possa chiamarsi "invito", beh, fai pure. Del sesso con un uomo muscoloso che "scoppia" dopo due minuti e ti manda a casa senza mutande magari ti farà capire che non è del fisico che hai bisogno, ma di qualcos'altro.-
Sara: -E tu pensi che Zio Paperone il tirchione possa darmi altro? Già mi vedi sposata?
Matilde: -Non devi sposartelo. E non devi nemmeno andarci a letto. Devi uscirci, svagarti, parlarci. E se fosse uno stronzetto imbranato e nulla di più, almeno ti sarai fatta due risate. Richiamalo.-
Gianna: -E col vivavoce!-
Lorenza a Matilde: -E tu come sai che l'istruttore dura due minuti?-
Matilde: -Fatti i cazzi tuoi.-

Mauro: -Pronto!-
Sara: -Pronto, Mauro? Ciao di nuovo, dev'essere caduta la linea.-
Mauro: -Sì, ho finito il credito, ma stavo già ricaricando. Sai non è bello lasciare una conversazione a metà.-
Sara: -No, infatti. Anch'io la penso cosi, per questo ti ho richiamato.-
Mauro: -Beh, meglio, ho risparmiato!-
Sara: -(Oddio! Ariecco Zio Paperone!) Senti mi stavi dicendo di vederci, se non fosse troppo costoso, si intende...-
Matilde le dà una gomitata.
Mauro: -No, certo, anzi se conosci un posto carino a me va bene tutto. Sai quando esco con una ragazza... voglio dire "ragazza" come amica, non "ragazza" come "ragazza"... beh, dicevo, in quel caso non mi interessa quanto si spende, basta divertirsi... e per divertirsi intendo ridere e scherzare, cioè non "divertirsi" nel senso di... cioè, voglio dire...-
Sara: -Sì, sì, ma senti facciamo che penso un po' a dove andare poi ti richiamo... o ti mando un sms. Ora ho le amiche che mi aspettano, ok? Ciao.-
Mauro: -Ah! Sì, certo! Buon shopping! Ciao, eh.-
Sara: -Ciao, ciao. ... Soddisfatte?-
Gianna: -Ragazzi questo è proprio imbranato! Io non frequento altri uomini da quando sto con mio marito, ma non ne ricordo uno così impedito! Ma com'è? Carino?-
Sara: -Ma che carino! Ha la pancia, ma non è grasso; è un po' più alto di me...-
Lorenza: -Tutti sono più alti di te!-
Sara: -E nessuna è più stronza di te! ...Ha gli occhi chiari, però. Quelli erano belli.-
Matilde: -Hai visto che già inizi a trovare delle positività in lui?-
Sara: -Anche chi è in ospedale pensa positivo perché vuole guarire, ma non vuole dire che sia felice di esserci.-
Matilde: -Tesoro tu non sei in ospedale, anche se sei malata! Sei affetta da "marchite" acuta. E finché esci solo con tre amiche più grandi di cui una sposata, una stronza e una eterna single che dà tanti buoni consigli e non li segue mai...-
Lorenza: -Single per scelta degli uomini, intendiamoci. Beh? Che guardate? Vi ricordo che io sono la stronza.-
Matilde: -Dicevo: finché non uscirai con qualcun'altro non farai altro che roderti dentro pensando a quello stronzone. Esci con 'sto sfigato. E' evidente che gli piaci. Essere apprezzata da un uomo fa bene all'autostima. Purtroppo abbiamo bisogno di sentirci dire tutte quelle cosine che ci fanno tanto sognare e che troppo spesso gli uomini dicono con leggerezza solo per farsi una scopata. Ma quando te le dicono... come ti senti in quei momenti? E' brutto? Ok, pazienza: spegni la luce. Ma lascia aperte le orecchie che è attraverso quelle che le parole arrivano al cuore. E ne sono il carburante.-
Gianna: -Come sei romantica... Mi vien da piangere!-
Lorenza: -Sai le "cosine" quali sono? Diamanti, villaggio cinque stelle, cameriera, carta oro...-
Sara: -Sai a volte penso che tu sia un uomo travestito: sei insensibile quanto un politico in anestesia!-
Matilde: -Se fosse un uomo, io me la farei! Sarebbe comunque l'uomo più sensibile con cui sarei mai stata!-
Gianna: -Così è e così ce la teniamo!-
Lorenza: -Forza è ora di shopping! A meno che tu non voglia uscirci in tuta...-
Sara: -Stronza cavallona!-
Matilde: -E dopo lo richiami: niente messaggini. Gli inviti si fanno al telefono!-
Sara: -Ma...-
Matilde: -Niente "ma"! Ti conosco, "dito veloce":  piuttosto che fare una chiamata di un minuto tu fai dieci messaggi. Lo chiami! Chiaro?-
Sara: -Sì, mammina.-
Matilde: -Mi stai dando della vecchia?-
Sara: -Più di me lo sei sicuramente.-
Lorenza: -Matilde! Avevamo proibito quella parola! Te lo ricordi?-
Sara: -Quale parola?-
Gianna: -Vecchia.-
Lorenza: -Gianna! Anche tu? E' tabù!-
Sara: -Uuuuuu! Qualcuno è suscettibile agli anni? Quanti sono? Trentasette? Trentotto?-
Lorenza: -Tesoro, ti rammento che sarai ventenne ancora per poco! E passati i trenta comincerai a guardarti le rughe anche tu. Poi, ricordando i tuoi amori che pensavi fossero eterni, ti accorgerai che non soltanto erano bolle di sapone, ma che hai perso mille occasioni di trovare un compagno decente, un padre affettuoso e un uomo che magari non fa girare la testa alle altre, ma che non ti volterà la sua.-
Gianna: -Come il mio Gianni...-
Matilde: -Basta, Lory. O mi butto sotto il tram ora.-
Lorenza: -Sì, sì. Gianna e Gianni. Ma che coppia perfetta!-
Gianna: -Invidiosa? -
Lorenza: -No! Per nulla!-
Sara: -Ma tu non eri l'amica sincera a contatto con la realtà?-
Lorenza: -Senti, baby-stronzetta-ma-quasi-ai-trenta, io non mi faccio infinocchiare più da bastardi innamorati di un buco che vogliono solo farti gonfiare come un pallone per poi gettare te e tuo figlio nell'oblio dei reietti!-
Matilde: -Okay, stop! E' ora di shopping!-
Gianna: -Sì! Shopping! Diamo una sistemata alla bimba per stasera!-
Sara: -Ma che sistemata?!-
Matilde: -Sì sì sì! Non si discute! Andiamo!-
Lorenza: -Andiamo.-
Gianna: -Andiamo!-
Sara: -...Andiamo.-


Capitolo 3


Sara: -(E va bene... Gliel'ho promesso a Matilde. Facciamolo! Via il dente, via il dolore!) Pronto ciao Mauro, sono Sara.-
Mauro: -Ciao! Come va?-
Sara: -(Va di merda, grazie: devo uscire con te e non ne ho la minima voglia.) Tutto ok, tutto ok. Senti ho pensato che se stasera ti andasse di vederci per fare due chiacchiere, come dici tu, conosco una tecoteca che non è distante da casa mia. E' un posto tranquillo ed elegante (hai i pantaloni adatti...), l'ideale per parlare (e per non rimanere soli!). A te va bene o avevi in mente altro (sì che hai in mente altro!), intendo... un altro posto?-
Mauro: -Ma stasera è sabato! Non esci col tuo ragazzo? -
Sara: -Mmm... No! Lui aveva un impegno. Ma se per te è un problema rimandiamo!-
Mauro: -No, no! Va benissimo! Ti passo a prendere a che ora?-
Sara: -(Ma che mi passi a prendere!? Io sola con te nella tamarro-car?!) No, non ti preoccupare: ti mando ora l'indirizzo con un sms. Ci si vede direttamente lì. Alle dieci, ok?-
Mauro: -Ok, ok. A più tardi. Ciao, ciao!-
Sara: -Ciao. (BUM! Com'è difficile fare qualcosa che non vuoi! ...Marco... Ora avviso Matty.)-

Ore 21:55, davanti al locale.
Matilde: -Ciao bellissima! Accipicchia come sei in tiro stasera!-
Sara: -Matty! E tu che ci fai qui?!-
Matilde: -Tesoro non crederai che io lasci la mia amica sola con un possibile maniaco! Ti tengo d'occhio a distanza e... spero di riuscire a sentire tutto! Sarà spassoso!-
Sara: -Ho capito: Gianna è a casa col marito e Lorenza è uscita ancora col suo capo.-
Matilde: -Si capisce così tanto che non so stare un sabato sera da sola?-
Sara: -Ti voglio bene!... Ma stasera sarai comunque sola: non voglio avere un controllore vicino! Mi imbarazzeresti e direi più cazzate di quelle che già dico di solito. Mi fa molto piacere che sei qui e che non mi abbandoni, ma... stai distante! Non devi sentirci!-
Matilde: -Tranquilla, tesoro! E' la tua serata! Sei tu la protagonista!-
Sara: -Il protagonista è il "coso". Ha fatto tredici con me: chissà da quanto non riceveva un invito da una ragazza.-
Matilde: -Cattivella! E' il tuo cavaliere stasera: non disarcionarlo in anticipo.-
Sara: -Ok, sparisci ora!-
Matilde: -Auguri!-
Sara: -Sì, sì. Mancano sei mesi a Natale!-

Ore 22:00 Precise.
Mauro: -Ehilà! Che schianto sei stasera! Sono arrivato giusto, giusto! Non trovavo parcheggio.-
Sara: -(Oddio, non vorrà darmi i bacetti sulle guance come si fa tra amici? E' un po' presto... No si è trattenuto, meno male. "Che schianto" è un complimento, forse non elegantissimo, ma un complimento. Ma questo vuol dire che l'altro giorno ero un cesso, vero? Almeno è puntuale.) Ciao, sei puntualissimo e complimenti per l'eleganza, addirittura la cravatta...-
Mauro: -Sì, mi avevi detto che era un posto elegante e mi sono adeguato.-
Sara: -(Già, peccato che metta in mostra la pancia.) Carina e... spiritosa con tutti quei piccoli Titti disegnati sopra (Ma metti una cravatta con Titti? Ma come stai messo?!).-
Mauro: -Anche a me piace un sacco: non è troppo formale, smorza i toni. Sei più alta: stai bene coi tacchi, ti slanciano.-
Sara: -(Ho capito: sono una nana cessa e senza tacchi valgo le tue margherite! Smorziamo 'sta conversazione piuttosto!) Entriamo?-
Mauro: -Certo, aspetta che entro prima io. Ho letto che, al contrario di quello che si crede, non si fa entrare per prima una donna in un locale: spetta all'uomo verificare prima che sia "degno" di accogliere la propria dama. La donna entra per prima nei luoghi conosciuti.-
Sara: -(Ah sai leggere?) Non lo sapevo, allora grazie per la verifica. Posso entrare anch'io o è una discarica? (Sai com'è: l'ho scelto io.)-
Mauro: -Carino qui! Non c'ero mai stato.-
Sara: -(Forse perché qui si beve il the e non i superalcolici?) Sì, non è molto conosciuto, ma almeno c'è più tranquillità e non ci sono quei rozzi ignoranti che fanno a gara a chi beve più alcool.-
Mauro: -Fantastico, allora fa per me! Io sono astemio.-
Sara: -(Astemio? Se è vero è un punto per te. Detesto gli alcolizzati.) Ma proprio astemio astemio? Neanche un po' di vino ai pasti?-
Mauro: -Sì, proprio astemio. Non bevo nemmeno lo spumante ai compleanni.-
Sara: -(Qui hai riperso il punto: che sei in clausura?) Ma perché non reggi l'alcool o...?-
Mauro: -Mah, non lo so se lo reggo visto che non l'ho mai bevuto. E' certo che il sapore dell'alcool non mi piace e quindi semplicemente non lo bevo. Tu invece sei una di quelle che ai compleanni si attacca alla bottiglia e poi balla scalza sui tavoli?-
Sara: -(Meno dieci punti!) Eh, spiritoso! No, io un bicchierino lo bevo, ma poi non ballo sui tavoli.-
Mauro: -Allora eccoci qui. Gentile il tuo ragazzo a lasciarti libera di uscire. In genere i fidanzati sono gelosi e possessivi.-
Sara: -(Ma che siamo nel medioevo? "Donna, tu a casa a pulire! Uomo esce!") Guarda che... allora intanto non sono fidanzata (diamogli una chance: Matty ha ragione e così vediamo che sa fare), te l'ho detto solo perché mi hai colto di sorpresa e non sapevo che dire. E comunque non mi metterei mai insieme ad un troglodita che esce il sabato sera per i cavoli propri e obbliga me a stare chiusa in casa!-
Mauro: -L'avevo capito che non eri fidanzata.-
Sara: -Sì? (Era così evidente? Sono proprio alla frutta...)-
Mauro: -Sì. Se avessi avuto il fidanzato l'altro giorno in tangenziale ti avrei trovata attaccata al cellulare che lo chiamavi: ragazze e ruote di scorta sono agli antipodi, come uomini e trucchi. E poi non esiste un ragazzo abbastanza intelligente da essere il tuo fidanzato e così stupido da lasciarti sola il sabato sera.-
Sara: -(Questa non mi è completamente chiara, sarà per quel "abbastanza", ma suona carina) Sei acuto.-
Mauro: -Oh bè, non così tanto: ti ho visto libera e indipendente e ho pensato che dirti come cambiare la ruota era meglio che cambiartela io direttamente, ma non era così. Cosa prendi?-
Sara: -(Forse si sta scusando e, forse, mi sta facendo dei complimenti. Matty ha ragione: è bello sentirli.) Io un the verde, un bicchiere d'acqua naturale non fredda e due pastefrolle.-
Mauro: -Sembra bello! Anch'io, grazie. ...Non l'ho mai bevuto il the verde: proviamo!-
Sara: -(Ti piace rischiare, eh? Sei uno da sport estremi... Sara meno sarcasmo!) Allora dimmi: che lavoro fai?-
Mauro: -Sono un supervisore alla logistica presso un importante corriere.-
Sara: -Uau! E cosa fa un supervisore alla logistica?-
Mauro: -Controllo che le etichette sui pacchi siano giuste.-
Sara ride.
Mauro:- Perché ridi?-
Sara: -No, scusa, non volevo offenderti (Sara trattieniti!). E' che prima dici con un tono tronfio "supervisore alla logistica", che sembra una roba da superuomini, e poi lo riduci ai minimi termini trasformandolo in "controllo etichette". Insomma sei passato dalle stelle alle stalle in un attimo e... (Oddio, adesso l'ho offeso! In fondo è il suo lavoro.)-
Mauro: -Tranquilla non mi hai offeso, è che è proprio ciò che fanno quando ti assumono: prima ti fanno sembrare chissà che il lavoro con questi titoloni spesso in inglese "supervisor", "key account manager", "junior buyer" e mille altri paroloni da malati psicotici che credono di essere i padroni del mondo, poi quando lavori ti accorgi che non devi essere un ingegnere spaziale per fare una cosa normale e che chiunque sappia leggere potrebbe fare. Basta ci sia un valido insegnante.-
Sara: -(Te l'appoggio in pieno!) Hai ragione! Io quando cercavo lavoro mi sono trovata a rispondere solo agli annunci di impiegate perché non avevo idea di cosa cercassero negli altri! Ma secondo te perché lo fanno? Forse la maggior parte dei titolari d'azienda sono maschi e pensano così di mettersi in mostra? Di fare i fighi? (Stuzzichiamo il tuo maschilismo, vediamo che ne esce...)- 
Mauro: -"La maggior parte sono" non mi suona bene. Si dovrebbe dire "la maggior parte è ... maschia?" o forse "maschile?"-
Sara: -(Che fai il professore? Pezzentone ignorante mi correggi?!) Quello che è! Hai capito che intendo!-
Mauro: -No no, scusa. Che peperoncino sei! Tanto più che io non sono certo un professore. Scusa, non volevo stuzzicarti.-
Sara: -(Ecco appunto: non sei un professore. E poi ero io che ti dovevo stuzzicare! Stronzo.)
Mauro: -Allora... sì, credo che nel mondo del lavoro oggi c'è una specie di gara a chi si pavoneggia di più. Basta vedere gli annunci e leggere che sono tutte "aziende leader". Ma se sono tutte leader quali sono i concorrenti minori? E poi ti offrono il posto come se fosse oro colato che hanno solo loro e noi lavoratori dobbiamo ringraziarle con l'inchino e tanti "sì badrone, sì badrone"! Il lavoro è un diritto e un dovere allo stesso tempo e un azienda cerca persone perché gli servono, non perché fa beneficenza. Il lavoratore serio si guadagna lo stipendio, non è un'elemosina del datore di lavoro. Il rispetto e soprattutto l'umiltà deve esserci da entrambe le parti. Invece mi sembra che alle aziende, ovvero ai capi d'azienda, quello che manchi sia proprio l'umiltà e spesso manca anche il rispetto verso i lavoratori. Poi purtroppo è vero anche il contrario che ci sono lavoratori che se ne approfittano.-
Sara: -(Ma che sei un sindacalista? In che vespaio ti sei infilata Sara?) Sì, hai ragione. Ma del fatto che siano tutti maschi a comandare cosa dici? (E adesso te l'ho proprio sbattuto in faccia, su. Reagisci!)-
Mauro: -Ma non è vero!-
Sara: -(Ah, sono una bugiarda!)-
Mauro: -O, meglio, sarà pur vero che la maggior parte dei capi è "maschia", ma ritengo vi sia lo stesso approccio anche in un'azienda gestita da una donna. Non c'è bisogno di essere maschi o femmine per pavoneggiarsi. Lo fanno entrambi i sessi. E in ambito aziendale io lo trovo un po'... stupido. Un corriere che ha dieci mezzi non è certo piccolo, ma non può competere con uno che ne ha cento o mille. Quindi perché autonominarsi "leader" del settore? Meglio limitarsi a un più onesto "importante realtà". Il lavoro che offre una "importante realtà" non vale meno di quello che può offrire un'azienda "leader". Il lavoro è lavoro e se a te lo stipendio te lo paga la "Super-mega Spa" o la "Piccoletti Srl" non credo ti freghi nulla: l'importante è che arrivi puntuale ogni fine mese.-
Sara: -(Appunto: ricordarsi di non parlare di lavoro quando si esce con un ragazzo. Che palle! Comunque nessun maschilismo evidente: ha messo un pari e palla al centro) Sì, in effetti è lo stipendio quello che conta. Oh, arriva il the. (Matty dov'è? Non la vedo.)-
Mauro: -Bene, proviamo questo the verde...-
Sara: -Allora, ti piace?-
Mauro: -Mm. E' un po' amarognolo e lascia come una certa nota di intensa, con un retrogusto di.... Mi fa schifo!-
Sara ride mentre beve e sputacchia un po' in giro.
Sara: -Scusa! Ti ho sputato?-
Mauro: -Oh, è un piacere essere a contatto con la tua saliva.-
Sara: -(Ma che porco! E malizioso! Matty però direbbe anche che gli piacerebbe baciarmi. E ha iniziativa.) Stupido. E’ che mi hai fatto ridere mentre bevevo! Hai fatto come prima: sembra che stai per dire qualcosa di importante o serio e poi la abbatti in un attimo e la riduci a una cosetta facile facile, popolana direi.-
Mauro: -Beh, se la cosa ti fa ridere allora continuo. Hai un bel sorriso e poi ridere fa bene. L'allegria è il succo della vita. E fu anche l'ultima cosa che disse Mike Bongiorno prima di morire: "Allegria!"-
Sara: -Che battutaccia!  (Però ha ragione. Mi piace ridere. E gli piace il mio sorriso.)-
Mauro: -Vuoi una battutaccia? Un tale dice l'amico: ho trattato mia moglie come un tesoro. L'altro: le hai fatto un regalo? No. L'ho seppellita.-
Sara: -(Che brutta! Però fa ridere. E' uscito il maschilista nascosto, finalmente... Però mi viene da ridere....) Ah! Ah! Ah! Che brutta! -
Mauro: -Tu invece sei bellissima. E quando ridi splendi.-
Sara: -(Dolce... No. Semplice ruffiano. Come tutti gli uomini: complimenti all'inizio e bastardate alla fine. Adesso faccio io la bastarda vediamo se ti scopri per quello che sei!) E... ero splendente anche in tuta e sporca di grasso perfino sulla faccia?-
Mauro: -Dai ti ho chiesto scusa per quell'episodio! Io ho pensato che eri una tosta e non ti andava di fare la fanciulla indifesa!-
Sara: -Ah, hai pensato che ero tosta! E poi invece non lo sono più!-
Mauro: -Ma no! Certo che sei una tipetta tosta! Semplicemente non ti piace cambiare le gomme.-
Sara: -Tipetta? Perché non sono una giraffa anoressica?-
Mauro: -Ma che c'entra?! "Tipetta" è affettuoso, un nomignolo per... per indicare che... insomma...-
Sara: -Sì, sì, ho capito. Comunque non hai risposto alla domanda.-
Mauro: -Quale domanda?-
Sara: -Se ero splendente anche con la tuta e tutta sporca.-
Mauro: -Ah, già! Intanto non era grasso: il nero sulle ruote è polvere dei freni e un misto di quello che vien su dalla strada...-
Sara: -(Che fai il professore? E poi cos'è quel tono? Ti ribelli?) Quello che è.-
Mauro: -...E comunque, sì! Eri splendente anche in tuta. Una stella continua a brillare anche se la nascondi dietro un pianeta: l'aura della sua luce riesce lo stesso a farsi notare.-
Sara: -(Colpita! "L'aura della mia luce di stella". Bravo. Hai fatto un bel punto.) ...-
Mauro: -...Anche se in effetti io preferisco altre tute... tipo... Hai presente quelle di pizzo tipo le calze che ti avvolgono tutto il corpo e sono aperte al cavallo?-
Sara: -(Porco. ...Porco, porco, porco! Ma avevi appena fatto una bellissima figura con i complimenti e le parole giuste e ora butti giù tutto sul sesso?! Io non ti capisco. Dalle stelle alle stalle ancora!) Maiale!-
Mauro: -Perché? A te non piacciono?-
Sara: -Ma non è questo il punto! E nemmeno il momento! Allora ci vediamo la prima volta dopo un incontro fortuito (E sfortunato!), sei in compagnia di una bella ragazza, dici tu, e prima mi fai dei complimenti dolcissimi e poi butti lì una volgarità gratuita! Ma perché fai così? Non riesci a essere stabile su un solo livello? C'è bisogno di spaziare dall'alto in basso? Dal romantico al sessuale?-
Mauro: -Non hai risposto alla mia domanda.-
Sara: -Quale domanda?-
Mauro: -Se ti piacciono le tutine che dico io.-
Sara: -(Io ora me ne vado!) Senti probabilmente ho sbagliato ad accettare di incontrarti qui stasera. Credevo di passare una serata allegra e non sentirmi un terzo grado sull'intimo femminile. Io vado!-
Mauro: -Fermati, per favore. Non vuoi che io risponda alla tua domanda?-
Sara: -QUALE DOMANDA?-
Mauro: -Perché faccio così. Perché passo come dici tu "dalle stelle alle stalle".-
Sara: -(Sì, questo mi interessa. Stronzo!) Ok. Dimmi tutto.
Mauro: -Vedi... tu mi piaci. Mi piaci molto. Anche se non sei una giraffa...-
Sara: -(L'hai fatto ancora.)-
Mauro: - ...Cioè, quello che voglio dire è che siccome mi piaci, ma non so se io... anzi non credo di piacerti! E quindi, dopo che magari mi spingo un po' oltre con un complimento o una mia frase che forse ti può apparire troppo "invadente"... verso un sentimento eccessivo, cioè... per due che si sono appena incontrati, voglio dire! E quindi, dicevo, facendo una battutaccia o cambiando totalmente il discorso penso che si abbassa, forse, il tono generale e non ti senti un po' oppressa dal fatto che mi piaci, ma che tu magari, cioè sicuramente, non corrispondi. Non so se mi sono spiegato. Hai capito?-
Sara: -(Sei un imbranato totale! Ma dolcissimo.) Hai farfugliato come un bebè, ma ho capito.-
Mauro: -Vedi? Mi piaci anche perché sei intelligente!-
Sara: -Senti... che io ti piaccia l'ho capito. Ma non voglio darti false speranze: ora come ora non mi sento pronta a cercare un nuovo ragazzo con cui iniziare una storia. Mi sono mollata da poco (Sara, ti ha mollata lui! Non "vi siete mollati"!) col mio ex e per ora preferisco stare sola in quel senso lì. Cioè... hai capito? Non sei tu che non vai, ma io.-
Mauro: -Bene!-
Sara: -Bene?-
Mauro: -Sì, bene! Se preferisci stare sola in quel senso lì allora vuoi stare in compagnia nell'altro senso.-
Sara: -Che altro senso?-
Mauro: -Se non vuoi una storia hai solo bisogno di amici per stare in compagnia e divertirti allegramente. E anche a me piace divertirmi. Quindi divertiamoci! Niente più complimenti! Solo amici che chiacchierano e ridono!-
Sara: -(No! I complimenti mi piacevano!) Ok, George! Datti da fare: fammi ridere!-
Mauro: -George?-
Sara: -Sì, come Clooney. Hai "quasi" il suo fascino...-
Mauro: -Ah.... ma non ero io a dovere farti ridere con le battute?-
Sara: -Beh, anch'io so essere spiritosa.-
Mauro: -Non quando devi andare in palestra.-
Sara: -Ma che stronzo! Non puoi darmene una colpa. E poi la smetti di tirare fuori questa storia?-
Mauro: -Veramente quella è l'unica storia che abbiamo.-
Sara: -Hai ragione. Anzi no! C'è anche quella di stamattina: di quando tu mi hai citofonato e a me è preso un infarto! Il secondo!-
Mauro: -Perché? Qual era il primo?-
Sara: -In tangenziale, quando ti ho visto dietro di me!-
Mauro: -Hai avuto paura di me?!-
Sara: -Vedi te: incasinatissima com'ero mi trovo una macchina tamarra ad un passo, con un uomo che mi si avvicina... cosa dovevo pensare?-
Mauro: -Ma dai, ho la faccia di uno stupratore? E poi la mia macchina non è tamarra!-
Sara: -(Ahi, ahi! L'ho punto sul vivo: non toccare le macchine agli uomini! Sara glissa!) Gli stupratori non hanno una faccia predefinita! Ogni uomo lo può diventare!-
Mauro: -Questa la ritengo un'offesa. Io e tanti altri uomini non faremmo mai una cosa del genere. E' un po' come dire che i camionisti son tutti disgraziati alla guida.-
Sara: -Ma i camionisti sono dei disgraziati! Guarda che stragi che fanno!-
Mauro: -Ma a che ti riferisci? Analizza bene le statistiche della Polstrada: su cento incidenti ce ne sarà uno imputabile ad un camionista. Gli altri novantanove sono causati da auto e moto. I camionisti sono professionisti attenti al codice e spesso sfruttati dal datore di lavoro. Purtroppo quando accade un incidente dove è coinvolto un mezzo pesante finisce sul telegiornale e viene demonizzata la categoria. Mentre incidenti di auto ce ne sono così tanti che i giornalisti non li prendono nemmeno in considerazione.-
Sara: -(In effetti...) Ma che, fai il camionista?-
Mauro: -No, sono un supervisore alla logistica-.
Sara: -Ah già, attacchi le etichette...-
Mauro: -No. Io le controllo. Chi le attacca è un altro.-
Sara: -Però, adesso c'è pure il lavoro da “attaccatore” di etichette. Chi è? Un leccatore di francobolli che ha fatto carriera?-
Mauro: -Spiritosa la giraffa tascabile. Comunque io farei carriera come leccatore...-
Sara: -(Giraffa tascabile?! Mi vuole stuzzicare lui! Ok bello. Sto al gioco.) Porco.-
Mauro: -Adoro sentirti dire le parolacce.-
Sara: -(Porco doppio!) Scemo! Sto bevendo! Non farmi ridere!-
Mauro: -Perché non dovrei: ti riesce benissimo!-
Sara: -(Carino!) Rido bene se c'è qualcuno che mi fa ridere...-
Mauro: -Ah! Così sono un pagliaccio?-
Sara: -(Ora tocca a me.) Sì! Un pagliaccio col naso rosso e non ti serve neanche la pancia finta: tu hai quella vera! (Forse ho esagerato!)-
Mauro: -Non è pancia! Ho gli addominali rilassati.-
Sara: -(No. Ha retto bene. Meno male!) Ah! Ah! Più che rilassati mi sa che se la dormono della grossa!-
Mauro: -Ah, è così! Ti sembro un ciccione?-
Sara: -(Ahia. Forse sto ancora esagerando, ma non posso tirarmi indietro ora! Speriamo...) Sì, sì! Un ciccione morbido e pacioccone!-
Mauro: -Basta! Ora me ne vado!-
Sara: -(Oddio! Ecco fatto. Ma perché non riesco a fermarmi prima! Dannazione!) Ma guarda che scherzavo!-
Mauro: -Anch'io. Dimmi tutto quello che vuoi, ma non ti mollerei mai in locale o per strada da sola. E poi tu prima hai fatto la stessa scena...-
Sara: -(Ma cazzo che spavento mi hai fatto prendere, stronzo! Però gentile...) Guarda che io me ne stavo andando davvero!-
Mauro: -...Perché sei permalosetta...-
Sara: -(Vero. Sono una stronza permalosa che non sopporta le critiche anche quando sono più che meritate.) Hai ragione. Sono permalosa. E' un difetto grave?-
Mauro: -Ce n'è di peggio. Ma potresti lavorarci su. Una volta imparato a controllarsi è facile. Come cambiare una ruota!-
Sara: -Scemo!-
Mauro: -Proviamo: giraffina.-
Sara: -(No, no. Non mi stuzzichi.) Non sono arrabbiata: lo so che non sono alta. Ma nelle botti piccole c'è il vino buono.-
Mauro: -Ah! Quindi giraffina e pure botte!-
Sara: -(Stronzo. Ribatti bene. E sfrutti il mio punto debole. Sara puoi resistere!) Ho capito cosa stai cercando di fare. Ma io non mi arrabbio.-
Mauro: -E cosa sono quei lampi di Giove che scaturiscono dai tuoi occhi?-
Sara: -(Gesù! Si vedono tanto?) Non è vero!-
Mauro: -Cavoli! Ti è passato affianco il cameriere con un uovo e l'hai fatto diventare sodo con lo sguardo!-
Sara: -Ah! Ah! Ah! Scemo!-
Mauro: -Guarda l'acqua nel mio bicchiere: è pronta per ricevere la pasta.-
Sara: -Ah! Ah! Ah! Il problema è che a te non ti disegnano così: sei proprio scemo così.-
Mauro: -Ti piacciono i cartoni e i fumetti?-
Sara: -No, a parte quelli che si svolgono nel west, tipo Tex Willer e... Pancho Villa!-
Mauro: -Credevo fossi più da letteratura e tirassi fuori Sancho Panza.-
Sara: -(Autoironico. Bene. Vediamo se resisti tu ora.) Ah, però! Non ti facevo così colto!-
Mauro: -E io non ti facevo così bastardella.-
Sara: -(Centro!) Oh se lo sono! Lo sono tanto! Quindi non farmi arrabbiare che sono guai!-
Mauro: -Oh, l'ho capito! Hai visto? Riecco le saette di Giove!-
Sara: -(Ritenti?) Semmai quelle di Venere.-
Mauro: -Venere aveva tette, non saette.-
Sara: -(Ecco il maiale nascosto!) Porcello.-
Mauro: -Oh, anche le tue non sono male! Scusa, scusa. Niente complimenti.-
Sara: -(Beh, volgari magari no, ma gli altri...) No, no! I complimenti mi piacciono, solo cerca di non farli troppo volgari.-
Mauro: -Ok. Allora hai un bel seno e NON sono un bel paio di pere!-
Sara: -Scemo! E piantala di fissarmi lì.-
Mauro: -Beh, il culo non riesco a vederlo da qui.-
Sara: -(Volgare. Ma in maniera simpatica.) Ma che...-
Mauro: -Simpatico?-
Sara: -Simporchico.-
Mauro: -L'importante è che sono "sim".-
Sara: -Che sei un telefonino?-
Mauro: -Sì: dovresti sentire come vibro!-
Sara: -(Non c'è nulla da fare. E' più forte di lui.) Sempre lì vai a cadere...-
Mauro: -Sarà che tu ispiri molto anche da quel punto.-
Sara: -(E bravo Mauro: quell'"anche" ti ha salvato... in fondo, è vero, sei simpatico e divertente anche se un po' strano e molto porcello. Mi sto divertendo. Ma Matty dov'è finita?) -

Ore 23.30. La coppia esce dal locale.
Mauro: -Dove ti va di andare ora?-
Sara: -(Andare? Io veramente credevo di andare a casa a dormire. E' una prima uscita, mica siamo già sposati!) Ma, non saprei. Tu cosa consigli?-
Mauro: -Ti piace ballare? Latino-americano?-
Sara: -(Sai ballare?! Se balli bene guadagni parecchi punti!) Sì! Sono anche bravina!-
Mauro: -Oh, caspita! Peccato. Io non sono proprio capace.-
Sara: -(Ma che scemo!) Ma scusa allora perché mi hai chiesto di ballare?-
Mauro: -Beh in genere a voi ragazze piace quella lagna di musica latina e volevo fare il brillante.-
Sara: -Ma che brillante vuoi fare se poi non sei capace? (Sei proprio scemo! ...Mi fai ridere!)-
Mauro: -Ma tu metti caso che a te non piaceva oppure non avevi voglia. Lì avrei fatto la figura del figo, no? Avevo il cinquanta percento di possibilità!-
Sara: -E invece hai fatto la figura del pirla! ...Senti sono un po' stanca, sinceramente io pensavo di tornare a casa. (Oddio ora capisce che lo voglio portare a casa mia!) Cioè... Io vado a casa mia. E tu a casa tua. Non vorrei che capissi male.-
Mauro: -A casa alle undici e mezza di sabato sera?? Ma che sei pensionata? E comunque avevo capito. Fin lì ci arrivo anch'io.-
Sara: -(Speri di farmi sentire in colpa che ti ho dato dello stupido? E poi che "pensionata"! Ci siamo divertiti, ora stop. Fine.) Senti panzerotto, intanto tirare le cinque del mattino e fare colazione appena aprono i bar era roba che facevo da adolescente. Ora sono cresciuta un po' e riesco a fermarmi prima di andare in acido e rimanere rincoglionita per tutto il giorno. Poi, è vero lo ammetto: sei simpatico e mi sono divertita. Però ora direi che come prima uscita ci si possa accontentare, no?-
Mauro: -"Panzerotto" mi piace. Suona tenero anche se mi sfotti. E va bene giraffina. E poi se la consideri una prima uscita vuol dire che ce ne sarà una seconda. Magari poi una terza...-
Sara: -Non minacciarmi!-
Mauro: -Ah! Ah! Ah!-
Sara: -E non chiamarmi "giraffina" a meno che tu non voglia un bel calcio nelle palle!-
Mauro: -Ahio! No no! Niente calci nelle palle! Tu invece continua pure a chiamarmi "panzerotto". Dai vieni che ti porto a casa.-
Sara: -(Infilarmi nella tamarro-car? Sola con te?) No, no, no! Io dentro quella macchina non ci salgo!-
Mauro: -Ma perché? Che ti ha fatto?-
Sara: -E' da truzzi. Tamarri. Sballati. O come cavolo li chiami tu.-
Mauro: -Ma non è vero! La mia macchinina adorata! Povera.-
Sara: -Povera un cavolo: è una macchina. Non ha sentimenti. E' solo un oggetto. Un oggetto che in taluni casi esprime una forte personalità... negativa!-
Mauro: -Se stai provando a offendermi sappi che sei sulla strada buona.-
Sara: -(Adesso ti offendi davvero? Per la macchina? E tutte la altre cattiverie che ti ho detto? Quelle non ti toccano? Ma siete proprio maschi...) Uh-u! T'ho punto nel punto giusto, eh?-
Mauro: -Sì, sì. Cambiamo discorso: allora se non vuoi salire nella mia macchina, e sappi che ne sono offeso di questo, ti accompagno a piedi. Di certo non ti lascio andare da sola, anche se sei una tosta che tira calci nelle palle.-
Sara: -(Beh, sì. A piedi si può fare. Fa ancora il cavaliere anche se io l'ho pizzicato parecchio. Dolce!) Okay. Allora accompagnami a piedi... almeno non corro il rischio di farmi vedere in giro su quella... cosa!-
Mauro: -Basta. Stuzzichina!
Sara: -(Ma c'è sempre quel "ina" nei nomignoli che mi dai? Come mai stronzONE?)..."Ina"? Io invece gli aggettivi verso te posso solo terminarli in "one"... sai per via della "pancina".-
Mauro: -Tipo "figone", "maschione"...-
Sara: -..."Rompi-coglione", "marpione", "pancione"...-
Mauro: -Sei una stronza.-
Sara: -Anche tu.-
Mauro: -Lo vedi? Siamo fatti l'uno per l'altra.-
Sara: -Ma anche no!-

Sotto casa di Sara.
Mauro: -Eccoci qua. Ora, come nei film, ci baceremo e poi tu mi inviterai di sopra e passeremo una notte di fuoco rotolandoci tra lenzuola di seta.-
Sara: -(E' tanto che sei a secco, eh?) Ora, come nella realtà, tu vai dove vuoi, ma non di sopra da me e la notte di fuoco la passerò da sola e sarà di fuoco semplicemente perché non ho l'aria condizionata e fa parecchio caldo. E, a proposito di lenzuola, le mie sono di volgare cotone. (Giusto per riportarti sulla Terra.)-
Mauro: -Non hai detto nulla sulla parte del bacio.-
Sara: -(E' vero! Allarme! Intervento rapido!) -
Sara di scatto si allunga verso di lui e gli da due baci, uno per guancia.
Sara: -Ecco fatto. Hai visto che non ho saltato la parte del bacio? Grazie per la compagnia. Comunque mi sono divertita.-
Mauro: -Comunque?! Ah, grazie!-
Sara: -(Sì è vero: pessimo commento Sara!) Sì, beh, intendo dire che... cioè...-
Mauro: -Oh! Finalmente ti vedo umana, imbarazzata. Cominciavo a credere che fossi una specie di androide dalla risposta sempre pronta e indistruttibile.-
Sara: -(Dò sempre quest'impressione, eh? Sono fredda e in guerra con tutti...) Intendi dire che non ho dei sentimenti? (Sara, calmati: stai attaccando di nuovo.) Cioè... Scusa. Lo so. A volte sono un po' intrattabile.-
Mauro: -Scusa di che? Sono io che ho decisamente sbagliato a dirti certe cose. Potevo apprezzare i tuoi bacetti e basta. Anche perché sono stati la parte più bella della serata: le nostre guance che si sfiorano... il tuo profumo che mi avvolge...-
Sara: -Ah, quindi tutto il resto della sera? Schifo? (Sara! Sei in guerra di nuovo! Vuole solo essere gentile e ha glissato elegantemente sui tuoi commenti di prima!) ...Ehi! Sto scherzando! Certo, ho capito che vuoi dire. Sei gentile e... anche se non siamo in un film credo che ci... (Ci che? Ci rivedremo? Beh sì. Mi sono divertita, è giusto che dimentico quell'innominabile stronzo là... e così mi levo da questa imbarazzante conversazione!) ...che ci rivedremo! Mi sono divertita, panzerotto! -
Mauro: -Anch'io, giraffina.-
Sara: -(Sara questa la devi incassare così senza commenti: te la sei meritata.) Buonanotte.-
Mauro: -Anche a te.-
Sara apre il portone.
Mauro: -Ehi! Posso sognarti?-
Sara: -(Questa mi piace! Mi desidera, ma mi rispetta anche nei suoi pensieri!) Certo! Ma sognami più gentile di quello che sono in realtà! Ciao!-

Sara entra nel suo appartamento. Appena il tempo di togliersi le scarpe e suona il citofono.
Sara: -(Cavoli! Cosa vorrà dirmi ancora? Era stata una perfetta frase di congedo... ora rovinerà tutto?) Sì?-
Matilde: -Sono Matilde! Apri, fammi salire! Mi devi raccontare tuttissimo!-
Sara: -Matty! Ma tu sei... matta! Da dove sbuchi, a quest'ora?!-
Matilde: -Tra i miei ex c'è un investigatore: ho imparato tecniche da 007! Vi ho tenuto d'occhio tutta la sera! Dai apri!-
Sara: -Okay, okay!-


Capitolo 4


Domenica ora di pranzo. Sara è in auto. Il cellulare squilla.
Sara: -(E' lui. Non me lo aspettavo così presto. O forse sì.) Pronto?-
Mauro: -Ciao sono il panzerotto!-
Sara: -Ciao Mauro! Mi hai sognato bene?-
Mauro: -Beh, non proprio: purtroppo in sogno sono più figo, tu non mi hai resistito e alla fine ti ho toccato il culo! Scusa.-
Sara: -Ah, ah! Scemo! (Però è troppo simpatico!)-
Mauro: -Senti, mi domandavo cosa fa una single carina e tosta alla domenica pomeriggio?-
Sara: -Va a mangiare dai suoi genitori che la mamma le ha preparato le costolette alla griglia.-
Mauro: -Wow! Anch'io le voglio!-
Sara: -No, no! Sono solo mie!-
Mauro: -Egoista! Hai già tante cose belle tu, potresti essere un po' più generosa con gli altri!-
Sara: -Cosa vuoi dire? Che cose belle?-
Mauro: -Beh... hai le tette, il culo, un bel paio di cosce.. e poi stai con te tutto il giorno! E pure la notte!-
Sara: -(Scemo! Porco! Porco carino. E gentile. Adulatore. No. Lecchino!) Scemo!-
Mauro: -E va bene: mangiale tutte te. E dopo, nel pomeriggio, dicevo? Ti porto al luna park! Sulle giostre!-
Sara: -(Al luna park? In mezzo ai bimbi? Alla domenica pomeriggio? E' una vita che non ci vado! Sì, che bello!) No, grazie. Cioè, bella l'idea del luna park: è tanto che non ci vado e mi piacerebbe. Ma oggi sto dai miei. Un'altra volta! Ok? Però bella l'idea, mi piace.-
Mauro: -Okay. Allora buon appetito!-
Sara: -Grazie, anche a te. Un bacio! (Ho detto "un bacio"?! Ora dirà qualche cazzata!)-
Mauro: -Uno solo? Hai idea di quanto costano le giostre?!-
Sara: -(Ecco! Appunto! Sara lo sai che è imbranato! Evita parole che lo possano intrappolare!) No, non lo so quanto costano. Ma con questo vuoi dire che i miei baci non valgono abbastanza?-
Mauro: -Ehm... No! Certo, che no! Sono io che sono... cioè mi sono espresso male.-
Sara: -Ecco appunto, visto che ti sei "espresso" beviti un caffè! Ci sentiamo playboy! Ciao! (Che fai le battute al suo livello? Sara contegno!)-
Sara chiude la conversazione.
Bip: sms da Mauro: "Scusa. Non volevo sminuire i tuoi baci. :-) Anzi credo che tutti i soldi del mondo non possano comprarne neanche 1! Un bacio anche a te. Ciao ;-)"-
Sara: -(Corri ai ripari. E sempre di soldi parli. Boh?! Uomini...)
Bip: sms da Matilde: "Happy hour ore 18 bistro. Siamo tutte. Se nn puoi avvisa ma trova 1 bella scusa!"-
Sara: -(Ecco l'altra. Uffi... non ho voglia, non sono vestita bene! Cavolo le dico?... Mi sa che devo andarci.) -

Al bistrot.
Gianna: -Ciao bellissima!-
Lorenza: -Eccoti finalmente! Sei in ritardo di ben sette minuti!-
Sara: -Ciao a tutte! Toglimeli dalla busta paga.-
Matilde: -Ma come sei conciata?-
Sara: -(Lo sapevo! Che palle!) Veramente, Matty, dovresti dire "ciao, come stai". In genere è questo il saluto che si fa ad un'amica.-
Matilde: -Ciao. Come stai non te lo dico perché lo vedo da me: da schifo.-
Sara: -Ma che hai? La "lorenzite"? E' domenica, sono andata dai miei, mica serve l'abito lungo!-
Matilde: -Tesoro non la guardi la tv? "Mai più senza tacchi e basta uscire in pigiama!"-
Sara: -(Miiiiiiii quanto rompi! Non ci sono maschi qui!) Lo sapevo che rompevi! Ma non potevo mica ripassare da casa a cambiarmi per venire qui!-
Lorenza: -Hai visto Maya? Lei è la mia cuginetta in visita qui. E' arrivata oggi e dopo il classico giro della città ho pensato che un po' di gossip divertente le sarebbe piaciuto, visto che ha quasi la tua età. Su dicci tutto!-
Sara: -Ciao, piacere. (Che bella ragazza! Un'altra spilungona, ma decisamente più fine, giovane e magra di Lorenza. Già ti odio!)-
Maya: -Ciao!-
Sara: -Gossip divertente? Sono ormai la macchietta conosciuta anche fuori dalle mura della città?-
Lorenza: -Non so se sei conosciuta, ma di sicuro sei divertente!-
Sara: -Tutti sono divertenti confronto a te. Maya non ci fare caso: fra noi c'è uno strano rapporto di amore/odio.-
Maya: -Oh, non ti preoccupare: anch'io non vedo l'ora di farmi odiare un po'. Mi hanno già raccontato l'inizio della storia: sono curiosa del seguito!-
Sara: -Simpatica. (Stronza!) E' proprio tua cugina!-
Matilde: -Allora: vai coi dettagli e non inventare che sai che io c'ero!-
Sara: -Ma ti ho già detto tutto ieri notte!-
Matilde: -A me sì, ma loro perché credi siano qui?-
Sara: -(Ma è proprio un evento il fatto che esca con un uomo?!) Meno male che voi dovreste essere le mie amiche...-

Un altro giorno, in ufficio. Squilla il telefono.
Sara: -Mauro buongiorno! Come stai?-
Mauro: -Bene, e tu?-
Sara: -Oggi proprio bene! Sono felice!-
Mauro: -Hai vinto la lotteria?-
Sara: -(Soldi! Sei logorroico sull'argomento!) No. Mia madre ha finito da poco una cura medica che ha dato i risultati sperati.-
Mauro: -Oh! Wow! Questo è meglio dei soldi!-
Sara: -(Carino! Questo lo apprezzo!) Grazie!-
Mauro: -Senti che ne dici se stasera io e te a teatro? Cioè non è uno di quei drammi classici mattoni della letteratura che ti fanno dormire: questo è un teatro sperimentale con attori sconosciuti, ma per questo forse un po' più vero e meno artefatto.-
Sara: -(Artefatto? Mi stupisci: non credevo conoscessi certi termini! E poi il teatro fa sempre effetto. Bella mossa!) Ah, interessante!-
Mauro: -Sarebbe stasera alle nove. Sai ho pensato che fosse più particolare rispetto ad un cinema.-
Sara: -(Bravo, bella pensata! Stai facendo progressi.) Sì, vero.-
Mauro: -E poi... mi han dato i biglietti gratis!-
Sara: -(Bum! Idiota! Ma tienitelo per te! Non ce la fai proprio... Ma dico io questo...) Eh, beh! Questa è la cosa migliore della serata.-
Mauro: -Beh, no. La cosa migliore sarebbe che tu venissi.-
Sara: -(Punto per te. Hai recuperato, va!) Non lo so... sai domani lavoro.-
Mauro: -Anch'io! Ma in teoria dovrebbe terminare alle dieci e venti, quindi al massimo alle undici siamo a letto. Cioè! Tu sei a letto! Nel tuo letto! E io nel mio. A casa mia. Non volevo dire...-
Sara: -(Delizioso imbranato.) Sì, sì, ho capito, non ti preoccupare. Mah... dai ci penso! (Che mi metto? Gesù! Ma poi devo andare sulla tamarro-car?)-
Mauro: -Ci hai pensato? Son già passati due secondi!-
Sara: -(Scemo!) Ma è vicino da me o si va in macchina?-
Mauro: -Macchina: è sempre in città, ma dall'altra parte.-
Sara: -(Sara prima o poi ti tocca salirci se continui a frequentarlo!) Senti ti mando un messaggino fra un po'. Ok?-
Mauro: -Okay, okay... Aspetto. Auguri per tua mamma. Ciao.-
Sara: -(Sei scocciato? Panzerotto, le signore si fanno attendere! Mica corrono ai tuoi inviti!) Grazie, ciao ciao!-
...
Sara: -Pronto, Matty?-
Matilde: -Ciao bellissima, come mai al mattino?-
Sara: -Veloce che ho da fare e anche tu: mi ha invitato a teatro stasera! Solo che dovrei andarci in macchina con lui.-
Matilde: -Ma ne hai ancora paura? E' un cucciolone smarrito!-
Sara: -No, beh, quello... l'avevo capito. Non credo più sia pericoloso, anzi. E' solo che la macchina non è un mostro di eleganza... e poi che mi metto?-
Matilde: -Le principesse hanno aria regale anche quando escono da un castello diroccato: è il portamento della dama che dà eleganza al cavaliere che l'accompagna, non la cavalcatura! Ricordalo sempre!-
Sara: -Ok. Capito. Ma che mi metto?-
Matilde: -Vai a teatro dolcezza: ti voglio figa!-

Ore 20.30 sotto casa di Sara.
Sara: -Ciao! Puntualissimo! (Dovevo dargli appuntamento da un'altra parte: che figura faccio coi vicini se mi vedono con 'sta macchina?)-
Mauro: -Wow! Ciao! Che bisogno c'è di andare a teatro?! Lo spettacolo ce l'ho qui davanti!-
Sara: -(Steso! Sono troppo figa stasera, eh?) Grazie.-
Mauro: -Aspetta che ti apro la porta.-
Sara: -(Gentile. Troppo. Meglio smorzare i toni.) Oh, grazie! Sai non osavo toccarla...-
Mauro: -Che sss...simpatica!-
Sara: -Allora, poi domenica sei riuscito ad andare al luna park?-
Mauro: -Da solo? No, senza compagnia non è così divertente.-
Sara: -Ma non hai degli amici?-
Mauro: -Eh, no! Sai dopo che esci di galera pochi riescono ad accettarti ancora e così scopri che i migliori amici sono quelli rimasti dentro che dividevano con te un pezzo di pane secco.-
Sara: -(ODDIO ODDIO ODDIO!!) Ah. Perché... tu...-
Mauro: -Io ti sto prendendo per il culo. Sono incensurato!-
Sara: -(...MA VAFFANCULO!! VAFFANCULO! VAFFANCULO! VI! A! EFFE! EFFE! INCUUUUULO!! STRONZO! SONO MORTA!) Ma che grandissimo fff.... Ma sei uno stronzo iperbolico. Mi hai fatto prendere... Ma che stronzo micidiale!-
Mauro: -Ah! Ah! Ah! Dovevi vederti la faccia!! Uno spasso terribile! Non sei la sola a saper fare battutine!-
Sara: -(Battutine?! SONO INVECCHIATA DI 30 ANNI IN UN SECONDO!! STRONZO!) Bastardo... Battutine le chiama... Ok! Con questa ti sei giocato la conversazione fino al teatro!-
Mauro: -Ma...-
Sara: -Zitto!-
Mauro: -Ma..-.
Sara: -Ho detto zitto! Muto! Zit! Shut up! Taci!-
Mauro: -...-
Sara: -Guida! E non aprire bocca!-

Un quarto d'ora dopo.
Mauro: -Ecco, quello è il teatro. Ora posso parlare?-
Sara: -Concesso.-
Mauro: -Grazie, Milady. Volevo dirle che nel silenzio è stato ancora più poetico rimirarla.-
Sara: -(Quindi se taccio è meglio? Stronzo!) Ti ho concesso di parlare, non di adularmi: non ne sei abbastanza degno.-
Mauro: -E dai! Ora esageri: era uno scherzetto...-
Sara: -Il tuo scherzetto è stato un po' troppo pesante, caro mio! Ho ancora il cuore che mi batte a mille!-
Mauro: -Mai quanto il mio quando ti guardo.-
Sara: -(Melenso!) Guarda là: c'è un buco!-
Mauro: -Wow! Sei esperta di buchi?-
Sara: -(Battutaccia fuori luogo!) Uh, che ridere.-
Mauro: -E poi... dovrei sentirmi offeso io.-
Sara: -Prego?!-
Mauro: -Beh è evidente che credi che io non solo possa essere stato in galera, ma che potrei anche farti del male. Se non fossi così buono e altruista e disponibile verso gli altri mi sentirei davvero offeso.-
Sara: -(Sarà... ma rimani uno stronzo!) Signor buono, gentile e altruista hai dimenticato l'altra tua caratteristica.-
Mauro: -Quale?-
Sara: -Sei stronzo.-
Mauro: -Sento che sarà una magnifica serata! Aspetta che ti apro la porta.-
Sara: -Non serve, ho portato l'amuchina: dopo che l'apro mi disinfetto, non ti preoccupare.-
Mauro: -Simpaticona! Ok, fai da te.-
Sara: -Nnn... Non funziona! E' bloccata!-
Mauro: -Ora posso aprirti la porta? Da dentro non si apre: è rotta.-
Sara: -(Auto perfetta per un sequestro. Ma con chi sono finita?!) Sì, ok. Apri! Non vorrei pensassero che un ex-galeotto mi avesse rapito!-
Mauro: -Io adoro 'sta ragazza! Arrivo!-
Sara: -(Però è dolce. Uno stronzo zuccherato!)-

All'uscita.
Mauro: -Wow! Che bravi, eh?-
Sara: -Sì. Indubbiamente gli attori ci sanno fare. (L'unica cosa decente era il loro impegno!)-
Mauro: -Per non parlare delle scenografie...-
Sara: -(Cazzo dici?!) Scenografie? Vuoi dire le due tende rattoppate?-
Mauro: -Beh, l'importante è rendere il senso della storia.-
Sara: -(Cazzo ridici?!) Intendi la trama? Che strano non l'ho vista: dev'essere uscita mentre ero girata.-
Mauro: -E dai, non puoi sminuire così la lungimirante e ascetica ricerca di una differente concezione dell'intrattenimento fondata soprattutto sui dialoghi e sulla particolare presentazione dei caratteri dei personaggi che ...-
Sara: -... (Ma che cazzo dici!)-
Mauro: -... E... Okay! E' stata una stronzata galattica! Il peggiore spettacolo che abbia mai visto dopo la tribuna politica! Uno schifo pazzesco! Ecco perché i biglietti erano omaggio! Ma meno male! Che palle micidiali!-
Sara: -(Ah-a! Meno male che stavi scherzando! Per un attimo ho creduto che fossi veramente scemo!) Ora mi sembri normale! Adesso che non sei più un extra-terreste portami a mangiare un hamburger: dopo tutto 'sto schifo mi è venuta voglia di porcherie!-
Mauro: -Signorsì! Wow che donna imperativa!-
Sara: -Scemo! ...E paghi tu!-
Mauro: -Ok! Ma non il menù: solo il panino!-
Sara: -Figurarsi! Zio Paperone!-

Sotto casa di Sara.
Mauro: -Sai pensavo che comunque non ho fatto una bella figura con te.-
Sara: -Quale delle tante?-
Mauro: -Adorabile str... Beh intendo dire che la prima cena che ti offro è stata presso un fast-food... Insomma potevo scegliere un po' meglio. Oltretutto sei vestita che sei uno schianto, mi sembravi sprecata... cioè non sprecata! Voglio dire che eri più adatta a un posto ben più elegante e che forse...-
Sara: -(Si sta impappinando in un vortice senza uscita! Sara bloccalo! Come dice Matty?...) Io sono sempre ben vestita: sia che vada al supermercato o che passeggi sulla Croisette sono sempre una star inarrivabile!-
Mauro: -Wow. Sì, sicuramente. Tranne quando vai in palestra.-
Sara: -(Ma che figlio di una...!) Ma senti un po', tu, coso inadatto ad ogni situazione! Io ti sto salvando dalla trappola in cui ti sei ficcato da solo e tu mi ringrazi ricordandomi che ogni tanto indosso la tuta?! Ma sei veramente... Buonanotte!-
Mauro: -Aspetta! Scusa! Stavo scherzando! E dai, non puoi sempre dire tu tutto quello che vuoi e arrabbiarti se io replico scherzosamente.-
Sara: -(Ah! Io faccio così? Io faccio così? ... Sì, è vero. Io faccio proprio così. Lo dicono anche Matty e Lory!) Ok. Hai ragione. Grazie della serata, del teatro soprattutto, e... di non avermi rapita nella tamarro-car!-
Mauro: -Grazie a te della piacevolissima compagnia. E ricorda che sei tu quella che mi ha rapito... Sì, mi hai rapito il cuore!-
Sara: -(Melenso! Uffi!) Ma io non te lo trattengo mica, eh? Guarda che può uscire quando vuole! E poi se rimane troppo a lungo con me va a finire che ti faccio pagare l'affitto! Vedi un po' se ti conviene...-
Mauro: -Caspita a questo non avevo pensato! In effetti...-
Sara: -Ma che stronzo! Vabbè buona notte Scrooge!-
Mauro: -Dai! Almeno i bacetti dammeli!-
Sara: -Bacio, bacio.-
Mauro: -'Notte.-
Sara: -(E dai che ti diverti con lui, Sara.) E non scordarti di richiamarmi! ... Ciaoooo! (Adesso l'ho proprio colpito in pieno! E' bello giocare coi maschietti!)-


Capitolo 5


Un sabato con le amiche.
Matilde: -Ehilà oggi look d'acchiappo? Questo non è da shopping!-
Sara: -Che occhio! Più tardi ho appuntamento con Mauro e allora...-
Gianna: -Allora ti piace il tirchione!-
Sara: -Non è tirchione. Lui lo dice sempre, ma alla fine non è vero che non li tira fuori. Forse... lo fa solo un po' pesare.-
Lorenza: -Un po'?! Da quello che ci racconti mi viene il dubbio che quando lo farete sentirai le monete nel materasso!-
Sara: -"Se" lo faremo.-
Lorenza: -Come "se"? Senti va bene fargliela sudare un po', ma tu non esagerare: sei a secco anche tu da parecchio!-
Matilde: -Una poetessa! Lorenza de' Medici?-
Maya: -Ah! Ah! Questa te la sei voluta, cugina!-
Sara: -(Che bella risata e che denti perfetti! Quanto ti odio!) Maya, e tu come stai messa a uomini?-
Maya: -Uomini? Io per ora aborro gli uomini. Per me è ancora presto: a me interessano solo i ragazzi!-
Sara: -Scusa?!-
Maya: -Sai, un "uomo" è serio, maturo, magari pensi che con lui ci puoi costruire qualcosa, chessò, un futuro, una famiglia, una vita insieme... Un ragazzo invece è... un divertimento. Una parentesi sfiziosa mentre persegui i tuoi obiettivi. Ci esci, ti ci diverti e non hai sbattimenti sentimentali.-
Sara: -...-
Gianna: -Maya, dicci la verità: sei un uomo travestito?-
Matilde: -Come riesci a spegnere i sentimenti così, come fosse un interruttore della luce?-
Lorenza: -Ragazze, la cuginetta è giovane, ha tempo per le storie serie.-
Matilde: -Guarda che nessuno le sta confutando il fatto che sia sbagliato che si diverta. Semplicemente non capiamo come fa a non farsi coinvolgere sentimentalmente. Cioè, davvero sembra molto un ragionamento da maschi.-
Lorenza: -Ha una buona istruttrice: la sottoscritta!-
Gianna: -Ma dai! Se tu sei stata la prima a sposarti giovanissima e rimanere fregata e con un figlio da tirar su! ... Scusa! L'ho detto senza pensare.-
Lorenza: -Non ti scusare. E' vero ciò che dici. E proprio dai miei errori che forse Maya ora sta bene attenta a non farsi infinocchiare. Vero cuginetta? Ti voglio bene!-
Maya: -Anch'io!-
Sara: -Io non ci credo!-
Lorenza: -Che ci vogliamo bene?-
Sara: -No, no, per carità! Che Maya riesce a spegnere il cuore e a non farsi prendere da un ragazzo in particolare.-
Maya: -Sì invece! E' solo questione di testa! Se tu ti metti in testa che non devi metterci il cuore allora non deve esserci e basta. Devi autoconvincerti. Ce la puoi fare.-
Sara: -Senti io con Mauro non avevo programmato niente e tutto è sbocciato così.-
Matilde: -Hai detto "Mauro"? Forse volevi dire "Marco"?-
Sara: -Ah! Sì! Certo! Marco! L'esempio che volevo fare è "Marco"!-
Gianna: -Però hai detto "Mauro".-
Lorenza: -Sì, sì! Abbiamo sentito bene: Maurooo!-
Sara: -Ma che sceme! E' un lapsus! A voi non capita mai?-
Matilde: -I lapsus riflettono quello che abbiamo in mente in realtà a dispetto di quanto magari vogliamo far credere agli altri.-
Maya: -Quindi tu hai in mente Mauro.-
Sara: -(No ti prego!) No, ma non è vero! Io volevo solo dire... e poi son due nomi talmente simili!-
Gianna: -Mauroooo....
Lorenza: -Mauroooo....
Sara: -Ma piantatela!-
Maya: -Preferisci "Maurino"?-
Sara: -Senti regina di ghiaccio, io non so spegnere il cuore come fai te, ma di certo NON stavo pensando a lui, ora!-
Lorenza: -Ah! "Ora". Quindi di solito ci pensi. E' solo adesso che non ci pensi, o credi di non pensarci, ma la tua testa tira fuori lo stesso quel nome... com'era? Maurooooo....!-
Sara: -(DETESTABILI!) Ma siete... siete...-
Matilde: -Siamo felici che finalmente ti sei dimenticata di Marco.-
Lorenza: -Già! Il marco è roba vecchia! Sono dieci anni che c'è l'euro!-
Sara: -Questa era proprio brutta. Da te mi aspettavo qualcosa di meglio.-
Lorenza: -Mauroooo... Allora quand'è che ci vai al letto?-
Sara: -Ma non ci voglio andare a letto!-
Gianna: -Che c'è? Hai dimenticato come si fa?-
Sara: -Ma non l'ho dimenticato! Ma.. sentite! Non siamo qui per lo shopping?-
Lorenza: -Hai ragione! Prima fermata: farmacia.-
Sara: -Farmacia? Hai qualche problema?-
Lorenza: -Io no. Ma tu di sicuro non hai preservativi in casa. Meglio essere preparate.-
Gianna, Matilde e Maya: -Ah! Ah! Ah!-
Matilde: -Te la sei voluta, bimba! Ti voglio bene Sara!-
Sara: -Siete tre stronze! Anzi quattro!-
Maya: -Ma come? Ci conosciamo appena...-
Sara: -Sì, ma ti odio da una vita!-

Più tardi.
Sara: -E' ora: vado ad incontrare Mauro. Ciao a tutte! Bacio!-
Lorenza: -Ferma lì, tu!-
Sara: -Che c'è?-
Lorenza: -E tu speri di sparire così e di incontrarti con lui senza presentarlo alle tue amiche?-
Sara: -(NO! Presentarvelo no! Non è adatto! Farà o dirà qualche cazzata!) No-no-no! Non se ne parla! Voi continuate a fare i vostri giri e IO e IO SOLTANTO mi vedo con lui, chiaro?-
Lorenza: -Scuro.-
Gianna: -Scurissimo! Anzi: buio totale! Eclissi!-
Maya: -Non lo vuoi un parere da un robot?-
Sara: -No! No! NO! E POI NO!-
Matilde: -Sara siamo in democrazia: precedici e fai le presentazioni.-
Sara: -Vi odio tutte. Tutteeeee!-
Lorenza, Matilde e Gianna: -E noi ti vogliamo beneeee!!-

Sara: -Ciao Mauro! Loro sono le mie amiche (Ex amiche!) che volevano tanto conoscerti: lei è Gianna...-
Gianna: -Piacere.-
Mauro: -Ciao!-
Sara: -...Lorenza...-
Mauro: -Ciao anche a te!-
Sara: -...Matilde...-
Mauro: -Ah! Di te mi ricordo! Sei quella che ci spiava alla tecoteca! Ma sei un mito! Sbucavi dappertutto! Ma come facevi?!-
Sara: -(Oddio! CHE FIGURA DI ...) ...-
Matilde: -Ah! Eh! Sì! Cioè, no! Non ero io... Sì. Ero io...-
Sara: -(007 DEI MIEI COGLIONI! Ma che figura di merdaaaaaa!) Ma dai?! Io non l'ho vista...-
Mauro: -Tesoro sono un supervisore: non mi sfugge niente!-
Sara: -(Vorrei sfuggire io ora! Terra! Perché non mi inghiotti!)-
Matilde: -Sai... non volevo che Sara fosse sola con.... Cioè! Non sapevamo bene se...-
Mauro: -Oh, no! Ma guarda che io apprezzo, sai? Mi fa piacere che Sara abbia delle amiche così disponibili che rinunciano al sabato sera per verificare con chi esce. Lo apprezzo davvero, giuro! Non volevo metterti in imbarazzo.-
Sara: -(Seee...! Mò rinuncia al sabato sera! Non aveva un cazzo da fare! Questa è la verità!)-
Maya: -Ehi!-
Sara: -(Già… C’è pure lei…) …E lei è Maya, la cugina di Lorenza.-
Maya: -Piacere...-
Mauro: -Oh! Wow! Piacere Mio!-
Sara: -(Come "wow piacere mio!"? Stronzo!)-
Mauro: -E Maya è il diminutivo di "maiala"?-
Maya: -Come scusa?-
Sara: -(GESU' QUESTO NO!! PERCHE' MI FAI QUESTO!! Lo sapevo che diceva qualche stronzata inopportuna!)-
Mauro: -No, una battutina così, per sdrammatizzare... mi è uscita in automatico... sai sono un burlone!-
Sara: -"One" lo sei di sicuro, Mauro! Va bene, vi siete conosciuti, ora noi andiamo, ciao ciao!-
Lorenza: -Aspetta! Non facciamo prima due chiacchiere? Vi va un caffè?-
Maya: -Sì, magari un caffè Mauro.-
Mauro: -Simpatica! Era da almeno due ore che non la sentivo! Comunque, scusa. Non volevo offenderti.-
Sara: -No, niente caffè! Noi ora andiamo! FILA! Ciao ragazze!-
Matilde: -Ciao, Saretta!-
Maya: -Ciao ciao burlone...!-
Mauro: -Ciao a tutte! ...E un bacio!-
Sara: -(Un bacio?! A chi un bacio?! A chi l'hai dato quello? Alla cuginetta perfetta? TI ODIO! Stronzo!)-
Lorenza: -Ragazze per il nostro buonumore dobbiamo seguire questa storia il più possibile. E' una fonte di risate eccezionale!! Ah! Ah! Ah!-
Gianna: -Ah! Ah! Ah! Proprio vero! Hai visto la faccia del nostro agente segreto colto sul fatto? Ah! Ah! Ah!-
Lorenza: -E la maiala?
Gianna: - Ah! Ah! Ah!-
Matilde: -Ma siete... siete...-
Maya: -Siete un bel gruppetto di sceme spassose! Cugina devo venirti a trovare più spesso!-

Mauro: -Carine le tue amiche. Soprattutto la cugina maialina.-
Sara: -(IO LO FULMINO! GIOVE DAMMI LE TUE SAETTE!!) MA TU...! TU...! TU NON AVEVI QUALCOS'ALTRO DA DIRE PIUTTOSTO CHE DARE DELLA MAIALA A UNA CHE HAI APPENA INCONTRATO?! MA POSSIBILE CHE NON CI ARRIVI? MA CHE CONTROLLORE SEI CHE NON HAI IL CONTROLLO DELLA TUA BOCCA!!-
Mauro: -Calma! Scusa! Non volevo...-
Sara: -MA SE NON VUOI, NON FARE! Cazzo, Mauro, ma non è possibile che mi fai fare certe figure di merda così con le mie amiche! E poi che cazzo era quel "bacio"? "Ciao e un bacio"! Ma quando mai hai salutato così tu?-
Mauro: -Ma... così... mi è venuto spontaneo... beh dai, quello non era mica sbagliato! Era gentile.-
Sara: -E perché era gentile!? Con chi dovevi essere gentile!? A chi l'hai mandato quel bacio!?-
Mauro: -Ma... Sei gelosa?-
Sara: -(Cazzo, Sara! Sei gelosa!?) Ma non è gelosia! Ma non dire cazzate!-
Mauro: -Ah no? E cos'è?-
Sara: -(Cazzo dico?) E' che... che... E' che e basta! E non cambiare discorso! Stavamo dicendo che non devi essere spontaneo! O almeno non così tanto!-
Mauro: -Ah, non devo essere spontaneo... meglio falso e ipocrita?-
Sara: -Meglio diplomatico! Trattieniti un po' di più!-
Mauro: -Ah, ho capito. Peccato... proprio oggi che la mia spontaneità voleva baciarti... posso?-
Sara: -(Baciarmi!? Ora?! Ma sei completamente scemo!) In questo momento non provare a fare nulla di nulla per nulla! Se ci provi te le stacco a morsi le labbra!-
Mauro: -...-
Sara: -Cammina! E non provare a... E non dire che... Insomma non fare nulla! Nulla! Stronzo!-
Mauro: -Ci risiamo co' 'sto "stronzo"... è proprio la tua definizione preferita.-
Sara: -E' quella più attinente! Filare!-

Quella sera.
Mauro: -Ciao bellissima! Andiamo?-
Sara: -(Come glielo dico?) Senti... io ci ho pensato un po' su, oggi... e... insomma non ho voglia di andare al cinema...-
Mauro: -...Okay. Preferisci andare dove?-
Sara: -Hai capito che intendo! Mauro tra noi non può funzionare. Non fraintendermi, non è colpa tua, sono io che...-
Mauro: -Sei tu che pecchi di una retorica terribile! "Non è colpa tua, non me la sento, sono io...!" A Sara! Almeno non mi pigliare per il culo! Senti, che non facciamo scintille, o meglio, che le facciamo, ma per gli attriti dei nostri caratteri, okay, ci sta. Non me la vuoi dare? Ci sta pure quello. Ma, cazzarola, mi pare che ci divertiamo a uscire insieme! Facciamo così: io non ti assillo con le mie avances, limito i complimenti, non posso escluderli del tutto purtroppo, perché proprio non ce la faccio, insomma quelli me li tiri fuori per forza... come adesso, cioè guardati! Come faccio a non dirti "Wow"?!-
Sara: -...-
Mauro: -Ma, dicevo, io non ti assillo e noi ci si vede come amici, ok? Amici solo, non trombamici! Ok? E per cominciare ti mostro la mia buona volontà non aprendoti lo sportello: ti arrangi da te. A proposito: ho sistemato la maniglia e ora funziona anche da dentro così sei completamente autonoma a salire e scendere dall'auto. Meglio di così...? Davvero preferisci startene a casa sola? Oltretutto ci avrai messo due ore a metterti così in tiro...-
Sara: -(Due ore?! Stronzo! E da dove ti è uscita tutta 'sta sicurezza? Mi pari un altro! Anche se sei sempre...) Stronzo! Ok! Andiamo!-
Mauro: -E naturalmente ognuno paga il suo: gli amici fan così, no?-
Sara: -Doppio stronzo! No, gli amici non fanno così: in genere una sera offre uno e un'altra l'altro!-
Mauro: -A parte che "un'altra l'altro" suona strano, io sta cosa dell'una volta per uno non l'ho mai sentita. Troppo comodo così: stasera cinema e panino venticinque euri a testa pago io, domani bibita al bar quattro euri totali paghi te! Sì, sì: hai capito bene la bassa finanza tu!-
Sara: -Bassa finanza? Stai alludendo a qualcosa?-
Mauro: -Chissà...-
Sara: -E allora, alto stronzone, stasera pago io, contento? Puoi aggiungere qualche banconota al tuo materasso!-
Mauro: -Ma non sono tanto alto!-
Sara: -Ma stronzone sì! Tu mi parli di bassa finanza, io ti parlo di alto stronzone che, in realtà, sta a indicare grosso. Ma siccome non volevo dire "GROSSO" perché sono educata e non volevo sottolineare che sei GROSSO per non urtare la tua sensibilità GROSSOLANA e il tuo GROSSO amor proprio allora ho preferito cambiare termine!-
Mauro: -Uuuu! Riecco "Sara-spara-tutti"! Un po' mi mancava... Che vediamo?-
Sara: -Colpo GROSSO a Chinatown!-
Mauro: -Ah! Ah! Che sei stronza pure tu! Comunque era "colpo grosso al drago rosso". Sei di BASSA memoria?-
E’ notte. Squilla il telefono a casa di Matilde.
Matilde: -Pronto?-
Sara: -Matty! Mi ha baciata!-
Matilde: -Sara! E' l'una passata! Stavo dormendo!-
Sara: -Matty! Ti ho detto che MI HA BACIATA!-
Matilde: -Sara non sei più al liceo! E' normale che un uomo ti baci dopo che uscite insieme da due settimane! Anzi ci ha messo tanto!-
Sara: -Ma appunto! E' proprio questo! Prima era tutto timido, impacciato, imbranato e sparava cazzate... beh, quelle le spara ancora! Ma invece questa sera io ero partita decisa che volevo un po' staccarmelo di dosso, dopo la figura di oggi, lui mi convince invece che restiamo amici, passiamo la serata a prenderci in giro e credimi che gliene dico tante...-
Matilde: -Non ho dubbi su questo!-
Sara: -...vabbè, fatto sta che questo dopo il cinema, il panino e una lunga passeggiata dove abbiamo parlato tanto, mi porta a casa e proprio mentre gli sorrido per salutarlo lui mi afferra una mano e la porta in alto stesa, mi prende l'altra e me la porta dietro la schiena, mi spinge contro il muro e tenendomi le mani strette in quella posizione mi bacia!! Cioè ero troppo eccitata! Mi sono bagnata! Mi teneva stretta, ma non tanto da non potermi liberare! Lo faceva proprio al punto giusto! Lo stringermi intendo! Ho tremato tutta! E poi... era appoggiato a me e... l'ho sentito! Anche se lui cercava di tirarsi un po' indietro lì!-
Matilde: -Sara si chiama pene. Tutti gli uomini ce l'hanno. Ed è la causa di tutti i nostri guai. E comunque è normale che durante un bacio sia un po' più grosso.-
Sara: -Matty! Ma non capisci!?-
Matilde: -Te lo sei scopato!?-
Sara: -Ma noooo! Il sesso non c'entra! Non l'abbiamo fatto! Dopo il bacio mi ha salutato ed è praticamente fuggito!-
Matilde: -E allora? Che devo capire?-
Sara: -Matty! Era figo! Cioè, lui l'hai visto ed è sempre uguale, ma... come si è comportato stasera, quello che riusciva a trasmettermi era.. era come se non fosse lo stesso! Era sicuro, era tagliente, aveva... aveva fascino!-
Matilde: -Sara che hai bevuto?-
Sara: -Matty!! Non ho bevuto! Era lui che era determinato! Cioè oggi, quando vi ho lasciato, lui ha bofonchiato qualcosa sul baciarmi... un disastro totale come al solito! Tanto che io stasera mi ero pure scocciata e non volevo nemmeno uscirci! Ma poi non so... è stato come se tu, prova un po' a pensare, che sei lì con... con uno sfigato, non lo so! Adesso non mi viene in mente nessun nome famoso di sfigato...-
Matilde: -Forse perché i famosi son tutto fuorché sfigati?-
Sara: -Ma dai! Comunque: tu sei con questo sfigato e all'improvviso spunta fuori che invece è George Clooney!-
Matilde: -George è mio! Non ci provare, ragazzina!-
Sara: -Cioè, lui era preciso, autoritario, ma senza essere prepotente. Mi guardava negli occhi dritto, ma non come al solito che sembrava un cucciolo smarrito: qui era tosto! Uno sguardo penetrante, intenso! E poi quando mi ha afferrata... Sicuro, deciso... Insomma un figo pazzesco!-
Matilde: -Ma chi? Mauro? Ma stai ancora parlando di lui o mi sono persa un pezzo dove cambi ragazzo?-
Sara: -Matty! Sì, lui! Stasera mi ha preso di brutto! E' strano! Ma sono ancora tutta frastornata...-
Matilde: -Bella mia o sei stata drogata o si è drogato lui! Mi stai dicendo che l'imbranato innamorato è diventato un intrepido seduttore?!-
Sara: -Ma che ne so io se è diventato così! Di sicuro stasera ne ha fatta una giusta! Dritto alla meta, preciso, implacabile... mi ha colpita!-
Matilde: -Sì, credo anch'io. Sulla testa e ben forte!-
Sara: -Mattyyyy! Dai! Sono ancora in confusione!! Che faccio ora?!-
Matilde: -Come che fai? Camomilla doppia e un buon sonno! Domani affronterai la questione con meno coinvolgimento!-
Sara: -Ma che camomilla! Lo capisci che sono in fibrillazione!?-
Matilde: -Se sei eccitata fatti un giro con una zucchina così ti passano gli ormoni e quando sei più calma ne parliamo con calma. E di sicuro non in piena notte!-
Sara: -Matty daiiii! Ma sei mia amica o cosa?! Cosa c'entrano le zucchine? Mi sembri Lorenza!-
Matilde: -Sara ascolta: sei particolarmente agitata. A torto o a ragione io non lo so. A me un bacio che ti fa questo effetto mi dà un po' da pensare. Mi fa pensare che sei completamente a secco di maschi tanto da idealizzare il primo che ti capita tra le mani e, credimi, ti posso capire: periodi magri ne ho passati anch'io e piuttosto lunghi.-
Sara: -Ma sei tu che praticamente mi ci hai spinta contro a questo qua!-
Matilde: -"Questo qua" intanto presuppone che ora non sia più Giorgino mio: io non lo chiamerei mai "questo qua". E' vero, io ti ho spinta. Ma non verso di lui. Io ti ho spinta lontano da Marco. Che poi l'imbranato ti abbia piacevolmente sorpresa, beh, non posso che esserne felice. Quanto alle zucchine non le sottovalutare: carote, banane o qualunque cosa che tu possa trovare adatta allo scopo, ti dà un po' di soddisfazione fisica che aiuta veramente a rilassarsi. Provaci!-
Sara: -Dai sembri proprio Lorenza! Io cercavo un po' di... di...-
Matilde: -Un po' di che? Primo non sottovalutare Lorenza: sotto quella scorza da stronza trovi una donna forte che ha saputo lasciarsi dietro guai seri uscendone con dignità e senza piangersi addosso, non te lo dimenticare. Secondo: ti ha baciato. Okay. Forse non è proprio proprio l'imbranato che pensavamo. Ma da qui elevarlo al rango di Casanova mi sembra eccessivo. L'importante è che ti sia piaciuto. Preoccupante è che ti sia piaciuto così tanto da interrompere il mio sonno.-
Sara: -Uffa! Sì, forse hai ragione... Non dovevo svegliarti per... per un semplice bacio. Ma io non me l'aspettavo!-
Matilde: -Sapessi io...-
Sara: -Dai, ho capito. Ti lascio dormire. Ciao, eh?-
Matilde: -Grazie. Ne riparliamo domani se credi che ce ne sia da riparlare... Ciao, notte, un bacio! ...Anzi quello no! Ci ha già pensato qualcun'altro...!-
Sara: -Sì, sì, sfotti. Buonanotte.-
Matilde: -Notte, notte... Morfeo aiutami tu!-

L'indomani Matilde apre la porta di casa sua.
Sara: -Allora sei sveglia adesso?-
Matilde: -Non troppo, sai com'è: una pazza allupata mi ha svegliato in piena notte e poi ho fatto fatica a riprendere sonno. Comunque buongiorno.-
Sara: -Sì, sì, ciao! Allora ti devo ripetere o ti ricordi quello che ti ho raccontato?-
Matilde: -Purtroppo lo ricordo bene: ho avuto incubi tutta la notte di me e Giorgino che stavamo per baciarci appassionatamente e poi lui si trasformava improvvisamente in Mauro! Ho ancora la tremarella...-
Sara: -Ma sei stronza, dai! Io ti parlo seriamente, eh? Guarda che non so più cosa pensare.-
Matilde: -Pensa che sono le undici e mezza di domenica mattina e di solito tu dormi fino a mezzogiorno. Se sei corsa a casa mia per raccontarmi di un bacio dopo quella che tu stessa hai definito una bella serata... beh, forse la cotta di Mauro per te è corrisposta.-
Sara: -Ma dai! Mica mi sono innamorata!-
Matilde: -Tesoro non c'è bisogno di nascondere i propri sentimenti! Tu sono mesi che sei sola, incazzata col mondo e mezza depressa. Arriva un ragazzo, non bellissimo d'accordo, ma gentile, disponibile e che ti fa la corte. E' normale che dopo una bella serata che non hai passato con le solite tre... "mature" tu ti senta un po' più attratta e disponibile nei suoi confronti. Dubito che Mauro si sia trasformato nel latin lover perfetto. Semplicemente è riuscito a trovare il coraggio di fare quello che desiderava fare da quando ti ha conosciuto. E tu glielo hai lasciato fare. Non devi mica essere innamorata da romanzo! Mauro ti piace, sembra un bravo ragazzo e iniziare a provare qualcosa in più della normale simpatia verso chi ci offre quanto più può è assolutamente normale. Non ti dico che sia l'amore della tua vita, ti sposerai e farai cinque figli. Ti dico solo lasciati andare e goditela finché dura. Sarà una bolla di sapone che esploderà non appena farete sesso? Chi lo sa! Spero di no, che non sia il solito stronzo a caccia di mutandine da collezionare, non ne ha proprio l'aria. Se lo fosse sarà semplicemente l'ennesimo uomo stronzo che ci ha illuse e impareremo una volta di più a scegliere meglio in futuro. Ma se non lo fosse forse può essere l'inizio di una piacevole storia d'amore. Che non sappiamo se sarà eterna, ma che val la pena di vivere. Non puoi chiudere a chiave il tuo cuore per colpa dei soliti bastardi e smettere di cercare un uomo decente. Che magari ti voglia bene sul serio. Ti ripeto: provaci! Se son rose fioriranno.-
Sara: -Non mi hai detto com'è possibile che sia diventato figo.-
Matilde: -Aaaaaaa! E dagli! Non è diventato figo! Mauro è lo stesso che ieri ha detto a Maya che era una maiala! Oggi come ieri! Punto! Lui è così! Sei tu ad essere cambiata! Sei cambiata nei suoi confronti: ti sei resa più disponibile, lo ascolti di più senza tappargli la bocca subito! E' un ragazzo che cerca una ragazza: ha incontrato te, gli sei piaciuta e si è fatto delle fantasie. Si è pure impegnato per cercare di realizzarle queste fantasie. Così ha preso la tua targa e da lì ha iniziato a tampinarti. E tu ti sei fatta tampinare. E' il classico gioco delle parti: l'uomo caccia, la donna rifugge finché non capitola. E sinceramente pensavo che una testa dura come te ci mettesse più tempo a capitolare.-
Sara: -...Io non sono innamorata di Mauro!-
Matilde: -Tu non sei cotta come lo può essere lui. Ma ti piace. Non c'è una scala dell'innamoramento: sono al livello uno, due o tre? Semplicemente ti piace. Non convincerti che non ti piaccia solo perché non è il tuo ideale estetico.-
Sara: -Non vedo di chi possa essere l'ideale estetico! Hi! Hi! Hi! ...Poverino!-
Matilde: -Vedi? Hai riso di lui e poi ti sei sentita in colpa, tanto da dire "poverino". Il tuo cucciolo? Il tuo amichetto del cuore? Sara due settimane fa l'avresti mandato a cagare senza nessuna pietà! Ora ti ha conquistata. Punto. Sei cotta.-
Sara: -Non sono cotta! ...Beh sì, un po' mi piace di più di prima, ma...-
Matilde: -Prima se ti avesse attraversato la strada lo avresti tirato sotto con la macchina. Ora non fai altro che parlarne.-
Sara: -Oddio è vero! Mi piace Mauro! Matty che mi succede?! Posso guarire?-
Matilde: -Sara! Non è una malattia! Non devi guarire! E nemmeno cercare una cura!-
Sara: -Ma lui è così...-
Matilde: -Lui è così fuori dai tuoi schemi di maschio ideale: lui non è palestrato come molti dei tuoi ex...-
Sara: -Tutti!-
Matilde: -Ecco, appunto! Se i tuoi maschi ideali sono quelli che fino ad oggi ti hanno dato solo delusioni, perché non provare a cambiare i tuoi schemi?-
Sara: -Come dire che tu devi lasciare perdere Clooney?-
Matilde: -Non scherziamo! E non divaghiamo! Qui si parla di te.-
Sara: -Ah, perché? Tu non sei passibile della stessa ramanzina? Non sei quella che... "lui sì, l'altro no, quello lì neanche a parlarne!"...?-
Matilde: -Predico bene e razzolo male, eh? E tu, con un'amica che ha già fatto tanti errori e che te li mette davanti agli occhi, vuoi davvero ripeterli? Non è meglio imparare anche dagli errori degli altri anziché rifarli uguali?-
Sara: -Sì, mammina.-
Matilde: -Non chiamarmi mammina!-
Sara: -Okay... Mami va meglio?-
Matilde: -...-
Sara: -Allora che si mangia?-
Matilde: -Come che si mangia? Sei venuta qui a cercare consiglio o a scroccare il pranzo?-
Sara: -Beh, tutt'e due: è quasi ora di pranzo...-
Matilde: -Sì, ma io mi sono appena svegliata! Brutalmente! A causa di una mocciosa innamorata!-
Sara: -Su, dai. Mami ho fame! Che prepari?-
Matilde: -Ma che... sparisci, sanguisuga!-
Sara: -E dai, eddai!-
Matilde: -Ma guarda questa! Le è bastato un bacio per farsi contagiare dal morbo del risparmio e vuole mangiare alle mie spalle. E poi non sei a dieta?-
Sara: -Non mi interessa ho fame!-
Matilde: -Ah, l'amore... riempie il cuore e svuota lo stomaco!-
Sara: -Fame, fame, fame!-

Dopo pranzo squilla il telefono.
Sara: -(E' lui!) Pronto!-
Mauro: Ciao dolcezza!-
Sara: -Dolcezza? Ma non ero una stronza?-
Mauro: -Sei la stronza più dolce che ho mai conosciuto: il tuo sapore non mente!-
Sara: -Sì, sì, non fare il figo adesso! Un bacio andato a segno non vuole dire che io sia innamorata di te (Non è vero! Sono cotta! Ma tu devi impazzire! Devo farti impazzire!).-
Mauro: -Ah! Quindi il bacio mi confermi che è andato a segno?-
Sara: -(E già, Sara, oca! Ti sei scoperta ancor prima di iniziare?) Mmmm... sì. Non è stato male. Devo ammettere che mi hai un po' sorpreso.-
Mauro: -Io sono il mago delle sorprese! Pensa che mi volevano alla Kinder per riempire le uova!-
Sara: -Scemo...!-
Mauro: -Non sono scemo, ma pazzo! ...Pazzo di te!-
Sara: -Pazzo di me?-
Matilde fa il gesto della flebo. Sara le risponde con cenni volgari.
Sara: -E che pazzia farai oggi per me?-
Mauro: -Ho pensato di portarti al lago dove faremo un bel giro in barca, lontano dall'afa della città, in mezzo ai monti, dove contemplare i suoni della natura e potere rimanere a guardarci negli occhi fino al tramonto!-
Sara: -(Sì! Mi piacciono i tuoi occhi! E poi via dal caldo! Bella idea che ha avuto il mio Mauro!) Mmmm... La proposta mi alletta...-
Mauro: -Allora... passo a prenderti a che ora?-
Sara: -Fra un'ora. Sotto casa mia.-
Mauro: -Ok! A dopo! Bye.-
Sara: -Bye!... Matty! Io devo scappare! Grazie per il pranzo! E per i consigli! E perché sei un'amica fantastica! Io ho un'ora per andare a casa e cambiarmi! Cosa mi metto? Ciao amore!-
Matilde: -Ma...-
Sara: -Ciao, eh! Ciao ciao!-
Matilde: -Altro che cottarella! L'abbiamo persa del tutto... E bravo Mauro!-

Capitolo 6


Il sabato successivo al bistrot.
Sara: -Ciao a tutte!-
Matilde: -Ciao a te!-
Lorenza: -Ciao bellissima!-
Maya: -Ciao.-
Sara: -Bellissima?! Lory stai bene?-
Lorenza: -Ti ricordo che sono stronza, ma sincera e oggi... sei radiosa, tesoro!-
Matilde: -Certo che sei un bel tipo! Sei sparita tutta la settimana! Il cell è sempre occupato e solo qualche messaggino. Allora vuoi dirci di più o dobbiamo tirarti fuori le parole con le pinze?-
Maya: -Lui non c'è?-
Sara: -(Cazzo te ne frega di lui?!) Lui non è affar tuo e comunque gli ho proibito di venire anche a tutela della tua persona: non vorrei che ti offendesse ancora. Dov'è Gianna?-
Lorenza: -Festa di bimbi: impegnata.-
Maya: -Uuu: che acidità! Comunque non mi sono offesa. Spesso i ragazzi mi fanno battute e non tutte riescono bene. Diglielo, così magari lo rivediamo qualche volta.-
Sara: -(E certo! E chi ne dubitava che tu fossi sempre sotto le attenzioni dei maschi, miss perfezione. E poi rivediti tuo fratello! Stronza!) Non mancherò, stai tranquilla.-
Matilde: -Sara! Allora?!-
Sara: -E allora niente. Domenica siamo andati al lago ed è stato bellissimo! C'era il sole, gli spruzzi d'acqua fresca, il vento tra le montagne e ci siamo baciati dozzine di volte e poi mi abbraccia sempre e mi ha comprato il gelato...-
Matilde: -Addirittura un gelato?! Uaooooo! Sara sembri Heidi che parla delle Alpi! Torna sulla Terra! Non ti abbiamo chiesto il riassunto di "cuori cotti e bruciacchiati"! Lui com'è? Come ci stai insieme? C'è feeling? Parlate o è solo una questione fisica? Ricordati che i maschi mentono!-
Lorenza: -Già! Saggia Matty dice il vero!-
Sara: -Ma secondo te?! Certo che ci sto bene, no? E poi non c'è nulla di fisico, non abbiamo mica fatto l'amore!-
Lorenza: -Non ci hai ancora scopato?! Questo qui è un santo...-
Maya: -O è molto “imbranatimido”!-
Sara: -Non è timido! Sono io che non ho ancora voglia, non me la sento.-
Matilde: -Questo è preoccupante...-
Sara: -Non è preoccupante! Lui è gentile e mi rispetta e non me lo fa pesare. Pensa che in settimana sono andata a casa sua...-
Matilde: -Sei stata a casa sua non ci hai detto nulla?! Allora com'è? Dove vive? C'è disordine?-
Sara: -Non è proprio casa sua! Siamo andati a casa di sua madre, dove vive ora...-
Lorenza: -Oddio un mammone!-
Maya: -Scappa! Quelli sono pericolosi!-
Sara: -Ma mi lasciate finire! Allora: siamo andati da sua mamma. Lui ora sta lì. Ma è una cosa provvisoria. Perché ha un appartamentino tutto suo dove prima ci viveva con un coinquilino, un ragazzo, come lui. Solo che questo qui era un mezzo matto che si ubriacava, fumava e si masturbava davanti ai porno… Insomma un deficiente numero uno! Comunque lui è andato via, lui Mauro intendo, e lo ha lasciato solo e questo non ce l'ha più fatta a pagare da solo, così il proprietario lo ha sfrattato, e ci ha messo un po' perché è rimasto in ballo quasi un anno, e ora Mauro se l'è comprato. Ha fatto il mutuo e ora lo sta facendo sistemare: fra un mesetto dovrebbe essere pronto e finalmente torna ad abitarci.-
Lorenza: -Sì, ma che avete fatto da sua madre? Avete bevuto il the insieme e sentito le storie dell'Italia del dopoguerra?-
Sara: -Uffaaaa! Che noiose impazienti! Allora, la madre è gentilissima e mi ha fatto sentire veramente bene accolta. E, dopo poco che eravamo su, lei è anche uscita per lasciarci soli.-
Lorenza: -Potrebbe essere una nuova tecnica per un maniaco: con la scusa che c'è mammina in casa fai entrare nella tana del lupo una pecorella. La mamma è una pensionata che gli dai due lire per fare l'attrice e la fai uscire di scena dopo poco e... violenti la malcapitata!-
Sara: -Ma cazzo come sei... tetra! Ma vedi solo il marcio, tu!?-
Matilde: -Allora che avete fatto?-
Sara: -Ma niente! Siamo rimasti a parlare, ci siamo fatti qualche effusione, ma senza esagerare. Lui è molto dolce e non mi spinge. Va con calma.-
Maya: -E' gay?-
Sara: -Ma che ti sembro un maschio io?! E' gentile e sensibile: ha capito che non sono pronta.-
Lorenza: -Ma pronta per cosa? Hai ventott'anni, bellina! Non sei più una teenager! Il sesso è una parte importante di una relazione! Se non ci vuoi scopare c'è qualcosa che non va.
Sara: -Ma come sei greve! Non me la sento e basta! Non è che uno ci esci un po', ti bacia e te lo devi scopare per forza! Queste sono le cose che fanno le adolescenti e ci rimangono fregate di brutto! Io devo valutare... sentire.-
Lorenza: -Valutare? Sentire? Cosa?-
Matilde: -Ok, ok! Non te la senti. Allora vediamo la cosa con l'attenzione giusta.-
Sara: -Ma che attenzione giusta cosa? Ma non ho capito cos'è questo interrogatorio!? Di cosa sono accusata "vostro onore"?-
Lorenza: -Siamo tue amiche. Vogliamo che tu sia felice. E' per questo che ci preoccupiamo per te.-
Sara: -Ma preoccuparvi per cosa? Non vi siete mai messe a farmi tutte queste domande per i miei ex!-
Matilde: -Sara i tuoi ex erano tutti la medesima fotocopia: muscolosi atleti egoisti che si sono rivelati sempre degli stronzi. Certo tutti gentili all'inizio, e poi? Li conoscevi ai tornei o in palestra, ti prendevano subito e gridavi: "ho conosciuto un figooo.." e due giorni dopo ci scopavi. Chi un mese, chi sei poi tutto finiva. Un mese di pianto e depressione e poi ricominciavi da capo con uno nuovo. Con l'ultimo stronzo, Marco, il pianto è durato più di tre mesi. Se questo ci ha fatto un po' preoccupare dall'altro ci ha fatto credere che forse forse incominciavi a maturare. E che sei pronta a iniziare una relazione un po' più seria che non si basa solo sul rapporto fisico. E' per questo che hai paura di lasciarti andare con Mauro: non è il figo muscoloso che sai già come funziona. Lui è diverso: dentro di te non lo senti come il macho da sesso. Non hai idea di come sarà fare l'amore con lui. Come si approccerà, come ti coinvolgerà, anche semplicemente come sarà nudo!-
Lorenza: -E come ti schiaccerà con la pancia!-
Sara: -Fanculo.-
Matilde: -Tu non hai mai avuto un uomo dolce e sensibile vicino. E' questo che ti spaventa. L'ignoto. E' per questo che ti senti un'adolescente insicura e non ci sei ancora andata a letto. Io non lo so se Mauro è l'uomo giusto per te, non lo sa nessuna di noi. Ma di sicuro è un'esperienza che devi vivere. Con calma, senza fretta. Prenditi il tempo che ti serve. E se avessi bisogno di un consiglio o semplicemente bisogno di parlarne noi siamo qui.-
Sara: -...Ma dite un po', vi ha pagato lui per farmi tutto questo bel discorso? Praticamente mi ci avete spinto voi tra le sue braccia e ora volete che me lo scopi...-
Lorenza: -Sì noi ti abbiamo un po' spinto, è vero. Ma non immaginavamo che ne uscisse un grande amore: volevamo solo che un ragazzo ti facesse divertire e soprattutto archiviare Marco. Eri così giù.-
Matilde: -Intendiamoci: se poi ne è uscito il grande amore... ben venga! Ma non vogliamo che te lo scopi. Vogliamo solo che tu non metta un freno ai tuoi sentimenti perché hai dei timori.-
Sara: -(E ora che faccio? Hanno ragione. Hanno proprio ragione. Anni di morosi con lo stampino e storie piatte e sempre uguali. Mauro non è figo. Eppure mi piace.)...-
Lorenza: -Noi ti vogliamo bene, Saretta.-
Matilde: -E non volevamo intristirti. Su! Cos'è quel musino?-
Sara: -Non sono triste. Pensavo.-
Matilde: -E cosa pensavi, se possiamo chiedertelo?-
Sara: -Che avete ragione.-
Lorenza: -Oddio ora nevica in piena estate! Sara ci ha dato ragione!-
Sara: -Stupida! ...Avete ragione. Con Mauro è diverso. Non avrei mai creduto che un tipo così potesse attrarmi. Meno male che ci siete state voi altrimenti l'avrei cestinato subito. E non voglio più avere paura: mi farò coraggio e mi lascerò andare! Qualcosa succederà!-
Matilde: -Benvenuta tra i grandi, tesoro...-
Sara, Matilde e Lorenza si abbracciano.
Maya: -Mi avete quasi fatto piangere... Lory dici che sto invecchiando anch'io?-
Lorenza: -Non dire quella parola! Non si dice! Chiaro? Forse stai maturando. Diventando più saggia, più accorta. Non... quello lì! Okay?-
Maya: -Ok, ok...-

Lunedì pomeriggio.
Sara deve ritirare alcuni referti di sua madre presso l'ospedale. D'un tratto le compare davanti Mauro che cammina cingendo la vita di una ragazza. Lei, alta, magrissima, ha il braccio attorno al collo di lui e mostra un make-up vistoso e malmesso. Indossa un miniabito di paillettes e tacchi esageratamente alti che mettono in risalto le sue gambe scheletriche che si muovono incerte ad ogni passo.
Sara: -(GRANDISSIMO FIGLIO DI UNA PUTTANA DROGATA!) Mauro! Ciao, "amore"!-
Mauro: -Cia...-
Sara lo interrompe con un sonoro ceffone. Mauro e la ragazza barcollano per la violenza del gesto.
Sara: -CHE CAZZO STAI FACENDO ATTACCATO A QUESTA SOTTOSPECIE DI MODELLA ANORESSICA CON LA FACCIA DIPINTA DA PICASSO!?!?! STRONZO BASTARDO FIGLIO DI PUTTANA! IO TI ODIO! TI DETESTO! SEI SOLO UN'ALTRA MERDA CHE SI E' SPIACICCATA SOTTO IL MIO PIEDE! MENO MALE CHE NON TE L'HO ANCORA SERVITA! MI RIMARRA' ALMENO LA SODDISFAZIONE DI SAPERE CHE NON HAI RAGGIUNTO IL TUO SCOPO! VAFFANCULO! CREPA E NON FARTI VEDERE MAI PIU'! MAI PIUUU'!! HAI CAPITO!? STROOOONZOOOO!!!-
Mauro: -Porca troia che sberla! Ciao Sara. Lei è Valeria. La figlia della vicina di casa di mia madre. Fa l'indossatrice e soffre di anoressia. Ieri notte, durante una festa in un locale, è svenuta ed è stata portata al pronto soccorso di questo ospedale. Ora l'hanno dimessa e mia madre mi ha chiesto il favore di riportarla a casa.-
Sara: -Ah. Ciao. ...Io... (Dimmi che non è vero! Dimmi che lei è una puttana e l'hai pagata perché io ancora non te l'ho data! Dimmi che te la scopi per soldi e che sei davvero solo un banale stronzo! MA NON DIRMI CHE HO DATO DELLA MODELLA ANORESSICA AD UNA MODELLA ANORESSICA!!!! LUCIFEROOO!! APRI LE PORTE DELL'INFERNO E FAMMI SPARIRE ALL'ISTANTE DA QUESTA CRUDELE TERRA CHE VUOLE LA MIA ETERNA UMILIAZIONE! INGHIOTTIMI NEL TUO VENTRE E BRUCIA LA MIA ANIMA, MA FALLO ORA! IMMEDIATAMENTE!!!! ...E le ho detto che ha pure la faccia da Picasso...)-
Mauro: -Scusa, ma ora la porto a casa che non ha avuto una bella giornata. Ciao, eh.-
Sara: -...Ciao.-
Valeria: -Ciao. E' stato un vero piacere.-

Matilde: -Che cosa hai fatto?!?!-
Sara: -Esattamente quello che ho appena detto!-
Matilde: -Sara, ma cazzo! Controllati! Ma non puoi assalire sempre le persone così! Aspetta un attimo prima di agire e soprattutto prima di parlare! Ma che caratteraccio che hai!-
Sara: -Lo so! Hai ragione! Ma ora che faccio?-
Matilde: -Ora io sono al lavoro e non posso stare tanto al telefono. Senti ti chiamo appena esco!-
Sara: -Matty no! Non mi abbandonare ora!-
Matilde: -Sara non posso! E poi non è così grave: sei abbonata alle figure di merda.-
Sara: -Mattyyy!-
Matilde: -Sara! Dopo! Ciao!-

Sara: -Pronto! Matty! Che faccio?-
Matilde: -Ciao, io sto bene, grazie!-
Sara: -Cosa gli dico? Lui di solito mi chiama alla sera! E se stasera non chiama? O, peggio, se mi chiama?-
Matilde: -Chiamalo tu. Appena finisci con me.-
Sara: -Ma sei matta? E poi che gli dico?-
Matilde: -Sara che vuoi dirgli? Gli ha mollato uno schiaffo senza motivo e hai offeso una poveraccia che sta male! Puoi solo scusarti quanto più riesci, fare la solita promessa che non manterrai di mitigare il tuo caratterino isterico e implorare il suo perdono.-
Sara: -Gesù! Ma perché proprio io.-
Matilde: -E se non bastasse prostituisciti per lui.-
Sara: -Matty!-
Matilde: -Tesoro hai fatto l'ennesima cazzata. Cerca di recuperare parte della faccia cospargendoti di cenere. A proposito di faccia, ma davvero le hai detto "faccia da Picasso"?-
Sara: -Sììì...! Io gliela dò. Stasera vado da lui mezza nuda e mi faccio scopare. Piuttosto anche nella sua macchina!-
Matilde: -Sara non fare ulteriori cazzate! Non è la maniera di fare! Sei stracotta e lui pure. Non far diventare il sesso una... missione di pace! Non sei l'ONU! Voi dovrete fare l'amore a tempo debito e di sicuro stasera non è il momento migliore!-
Sara: -Domani?-
Matilde: -Quando sarà, sarà! Ora chiamalo e scusati!-
Sara: -...-
Matilde: -Forza! Riesci a spostare le montagne e ti fermi davanti a una telefonata?-
Sara: -Okay. Ora lo chiamo. Forse.-
Matilde: -Marsch! Dopo ti richiamo: se non trovo occupato te le suono!-
Sara: -Va bene! Va bene! Ciao! (Cazzo gli dico?)-

Mauro: -Pronto?-
Sara: -Ciao... come sta la tua... come sta Valeria?-
Mauro: -Meglio di ieri.-
Sara: -Senti... ma come è successo, poverina!-
Mauro: -Non mangia. Beve alcolici. Collassa.-
Sara: -Ah. E... senti... Ti prego scusascusascusa! Perdonami! Non lo faccio più! Sono una stupida! Un'idiota! Una cogliona massima! Scusami! Scusascusascusascusascusascusa! Scusa! Perdonami! Ti prego! Io non volevo! Non lo sapevo! Scuuuuusaaaaaa! Ti giuro che non lo faccio più! Non Volevo! Sono una scema impulsiva! Hai ragione tu! Dimmi cosa devo fare perché tu mi perdoni! Io non volevo! Scusascusascusascusascusascusascusa! Mi rimetto alla clemenza della corte! Ti prego! Dimmi qualcosa!-
Mauro: -Se mi fai parlare...-
Sara: -Sì! Certo! Dimmi tutto quello che vuoi! Insultami! Dimmi che sono una stronza! Una merda! Va bene tutto! ...-
Mauro: -Posso parlare?-
Sara: -Sì. Scusa.-
Mauro: -Questa l'ho già sentita. Allora: sei una stronza. Io sto aiutando una disgraziata che non si regge manco in piedi e tu non solo mi tiri un ceffone che mi ribalta che ho ancora il segno adesso e non riesco neanche a masticare la cena, ma pure parti in quarta e dici un sacco di brutte cose a me, a lei e a mezzo ospedale che ti hanno sentito tutti. Che tu abbia un caratterino isterico e particolarmente suscettibile lo capisco, ma che questo ti faccia reagire all'impazzata colpendo tutti e tutto è una cosa inaccettabile! Devi cambiare il tuo essere... isterica! Calmati un po'! Non c'è tutto il mondo che ti vuole male e che ti assale. Qualcuno ti sopporta e magari c'è anche qualcuno che ti vuole bene! Ora ti saluto. Tu ripensa a ciò che hai fatto e aspetta il mio perdono, se mai ci sarà. Ciao.-
Mauro attacca. Sara resta immobile col telefono ancora all'orecchio. Il telefono squilla. E' mauro.
Sara: -Pronto?-
Mauro: -Ecco fatto! Ti ho perdonata! Quando ci vediamo?-
Sara: -Ma sei uno str...-
Mauro: -Ferma! Che fai?! Ricominci?-
Sara: -...Sei uno stronzo! Un'adorabile stronzo! Ti amo!-
Mauro: -Uuuuu! Sara d'acciaio comincia a fondersi!-
Sara: -Sì! Che c'è? Non va bene? Ho detto che ti amo! Non te l'avevo mai detto? E ora lo dico! Stronzo!-
Mauro: -Ma perché c'è sempre quello “stronzo” di mezzo?-
Sara: -Perché lo sei! Sei uno stronzo approfittatore dei cuori altrui! Che ti diverti a prenderli in giro e a usarli per i numeri da giocoliere che ti inventi sempre! ...Come me!-
Mauro: -Quindi tu stai giocando col mio cuore?-
Sara: -Sì! Ed è un gioco bellissimo! E tu non mi hai ancora detto "ti amo"!-
Mauro: -Ma se te lo dico sempre!-
Sara: -No! Tu mi hai detto fin da subito che ti piaccio e me lo ripeti sempre! Ma non mi hai mai detto "ti amo".-
Mauro: -Ah! Guarda come ascolta bene le mie parole!-
Sara: -Non cambiare discorso! Non mi hai ancora detto "ti amo"!-
Mauro: -E neanche te lo dirò ora. Magari più avanti, quando effettivamente lo sentirò dentro: non sono mica un bugiardo impulsivo che dice subito una cosa e poi cambia idea. Io pondero.-
Sara: -Sei un stronzo!-
Mauro: -Ma senti questa! Prima cerca il perdono e un minuto dopo già riprende a insultarmi! Ma io ora attacco... che provo a finire di masticare la cena. Ci sentiamo domani, bellezza. Chissà se sentirò di amarti o se il dolore prende il sopravvento e decido invece di detestarti? Ciao, ciao Saretta...-
Sara: -Ciao... (Adorabile stronzone!)-

Matilde: -Pronto!-
Sara: -Matty! Mi ha perdonata! Mi ha detto che sono una bellezza e che domani si sentirà di amarmi!-
Matilde: -Si sentirà di amarti? E che vuol dire? Oggi non lo sente?-
Sara: -Sì! Cioè no! Lui mi ama e domani me lo dice!-
Matilde: -Oh, Signore! L'abbiamo persa! Lui ti ama e te lo dice domani? Sara che cacchio stai balbettando?-
Sara: -Oh, insomma Matty! E' così difficile da capire?-
Matilde: -Decisamente sì!-
Sara: -Vabbè. Facciamola facile: è innamorato di me!-
Matilde: -E... dove sta la novità?-
Sara: -Ma come dove sta? Io gli ho detto che lo amo!-
Matilde: -Ah! Piccolo particolare non presente nel riassunto. Comunque insisto: dov'è la novità? Siete due stracotti in salsa di cuori. Si vede.-
Sara: -Dai Matty non fare la Lorenza! Non sei felice per me?-
Matilde: -Sinceramente ora un po' meno di prima.-
Sara: -Che intendi dire?-
Matilde: -Che adesso sei nella fase coccole e cuoricini. Vedi questa è una fase che passava sempre all'inizio di una delle tue storie: iniziavi con "ho conosciuto un figo!", poi passavi subito a "gli ho detto ti amo e lui anche". Con Mauro hai saltato la prima fase e hai iniziato in maniera insolita e lenta, per i tuoi canoni, ma ora sei passata a questa e la cosa mi intimorisce.-
Sara: -Perché?-
Matilde: -Perché adesso la storia, la vostra storia, rischia di fotocopiare le precedenti. Mentre prima era cosa nuova per te conoscere un "non-figo", esserne attratta, titubare sul sesso, eccetera, ora sei in linea con lo standard precedente. Il che mi fa venire in mente che potrebbe finire come le precedenti.-
Sara: -Ma che dici! E' un po' presto, no? Non abbiamo ancora cominciato!-
Matilde: -Sì, scusa, hai ragione tesoro! Sono felice per te! Goditela!-
Sara: -Matty...-
Matilde: -Sì?-
Sara: -Dici davvero che potrebbe finire come le altre?-
Matilde: -Oddio adesso la cazzata l'ho detta io! No, Sara, calmati! E' presto per dire come andrà. Goditela e non programmare nulla. Come va, va!-
Sara: -...Forse hai ragione.-
Matilde: -Sì che ho ragione! Lasciati coinvolgere e non farti idee strane.-
Sara: -No, io dicevo che hai ragione che finirà come le altre.-
Matilde: -No! Sara! No! Nessuno sa come andrà avanti! Non farti venire in testa paranoie strane dettate da un'amica scema che non sa tenere la bocca chiusa!-
Sara: -Ah. Tu sei scema e non sai tenere la bocca chiusa?-
Matilde: -Assolutamente sì! Non darmi retta... quando dico certe cose!-
Sara: -Sì, è vero: sei scema e non sai tenere la bocca chiusa! E' bello sentirti dubbiosa e imbarazzata ogni tanto! Di solito sembri Wonder Woman!-
Matilde: -...L'hai fatto apposta! Mi stai prendendo per il culo!-
Sara: -Sì! Sì! Sì! Non sei l'unica furba del gruppo! Hi! Hi! Hi!-
Matilde: -Ma sei una stronza! E io che mi stavo già preoccupando che...-
Sara: -Che?-
Matilde: -Che sei stronza!-
Sara: -Dai: di che ti preoccupavi? Che smettevo di frequentare Mauro perché poi finisce?-
Matilde: -Eh, già!-
Sara: -Ma dai! Quando mai ti ho dato retta nella fase cuoricini?-
Matilde: -Ripeto: sei stronza!-
Sara: -Ti voglio bene! Un abbraccione! Forte forte!-
Matilde: -Ciao, stronza.-


Capitolo 7


Sabato pomeriggio al bistrot.
Sara: -Oh! Finalmente! Ben arrivate! (C'è anche lei, purtroppo... Ma come sei vestita? Non sei mica in spiaggia! Magari coprirsi un po' di più? Che fisico! Cazzo! Devo stare attenta a Mauro con questa in giro così!) E' un quarto d'ora che aspetto! Come mai tutte insieme?-
Gianna: -Ciao Sara!-
Matilde: -Ciao bimba!-
Lorenza: -Ciao. Ci siamo incontrate alla fermata e siamo venute insieme. Perché non va bene?-
Maya: -E poi non siamo in ritardo. Sei tu in anticipo.-
Sara: -Sì, ma vi avevo detto di arrivare prima se potevate.-
Maya: -Se potevamo. O, meglio, se avessimo potuto. Ma non abbiamo potuto.-
Sara: -(Correggi tua sorella, stronza!) Ma tu sei ancora qua? Non era una breve visita?-
Maya: -Gentilissima come al solito. Non ti preoccupare: domani parto.-
Sara: -(Finalmente!) Che bella notizia! Voglio dire: fa buon viaggio e torna a trovarci presto.-
Lorenza: -Maya lasciala stare: l'invidia è una brutta cosa.-
Maya: -Purtroppo la conosco bene: tante sono invidiose di me...-
Sara: -Bah! Invidia di che? (Forse del fatto che sei alta? Che hai i capelli color platino? Saranno sicuramente tinti! O è per i tuoi denti bianchissimi e perfetti, l'eleganza con cui ti muovi e... e gli occhi, le gambe, la linea e... e... MA CAZZO! NON E' GIUSTO TUTTO 'STO BEN DI DIO CONCENTRATO IN UNA SOLA RAGAZZA! VAFFANCULO!)-
Lorenza: -Non ragioniamo di loro, ma guarda e passa.-
Gianna: -Vi racconto della festa di sabato scorso! Avete visto le foto su Facebook?-
Sara: -No! Aspetta! Un'urgenza!-
Matilde: -Eh, già! Prima lei che aveva fretta...-
Sara: -Sì! Allora fra poco arriva Mauro. Quindi vi prego di comportarvi...-
Lorenza: -Uh-u! Ho i brividi! Quando arriva?-
Maya: -Sì! Sono tutta un fremito!-
Sara: -Siete proprio due... (stronze!) cugine!-
Matilde: -Comportarci come? Perché di solito facciamo la pipì agli angoli?-
Gianna: -Ho capito. Non vuoi che parlo di bambini davanti a lui sennò si passa a discorsi tipo matrimonio e bla bla bla...-
Sara: -No, non intendevo quello. Intendo dire che... insomma lui è un po'...-
Maya: -Naif? -
Sara: -Naif! Ecco sì, brava! (Ti pareva se non sapeva pure trovare subito la parola più adatta! E' pure intelligente 'sta stronza!) Quindi non fate troppo caso alle cose che dice o che potrebbe dire. Ecco. Questo volevo dire quando ho detto "comportarvi" (E tu tieni giù le mani da lui!).-
Lorenza: -Quindi LUI dice cazzate e NOI dobbiamo stare attente a come ci comportiamo?-
Matilde: -Ma scusa, questi pomeriggi non erano off-limits per i maschi?-
Sara: -Sììì, lo soooo... Ma lui voleva tanto... Ha insistito tanto per... E poi se c'era Maya (già! Ecco perché voleva tanto venire...) voleva scusarsi per l'altra volta... E mi ha promesso di regalarmi quel paio di sandali costosi, purché venisse a sceglierli con me!-
Matilde e Gianna: -Sara!-
Lorenza: -Ti sei fatta comprare! Tu? L'integerrima sputasentenze? Questa è una rivoluzione! Il crollo del muro di Sara! ...Muretto.-
Maya: -Ah! Ah! Ah! Grande Lory! E grande anche tu, Sara! Fai bene! Sfruttali 'sti uomini! A che servono sennò? Io lo faccio sempre!-
Sara: -(E che sei stronza forte!) Ah, come sono caduta in basso! Se lo fai sempre tu...-
Maya: -Tesoro, tu ci vivi in basso. E' per questo che vuoi quei sandaletti che hanno taaaanto tacco, no? -
Matilde: -Alt! La storia insegna: col crollo del muro cessano anche le ostilità!-
Maya: -...Del muretto.-
Gianna: -Un uomo che vuol fare shopping con delle donne... Singolare! Ok! Allora vi dico della festa! Abbiamo chiamato un pagliaccio...-
Mauro: -Buongiorno a tutte!-
Matilde, Lorenza e Maya: -Buongiorno Mauro!-
Mauro: -Noto un tono lievemente sarcastico nel saluto: tutto bene?-
Sara: -(Sì: pensano che sia arrivato il pagliaccio!) Ciao, amo. Non ci fare caso, sai: le donne sono... civettuole.-
Maya: -Lui "amo"? E tu? "Lenza"?-
Mauro: -Oh! Maya, giusto? Complimenti, sei molto carina! Senti volevo scusarmi per l'altra volta, sai, non vorrei che ti fossi offesa per il mio eccesso di spirito.-
Maya: -No, figurati. So di fare un certo effetto sul... cervello dei maschi! Comunque grazie! Anche tu stai bene!-
Sara: -(E certo! Solo lì può fare effetto una come te! Di sicuro non gli interessa neanche un po' cosa puoi dire o pensare! Stronza!) Bene! Comincia lo shopping! In marcia truppa! E lui ci farà da portaborse!-
Mauro bisbigliando: -Che c'è? Sei incazzata? Ma mi sono scusato, no?-
Sara: -"Complimenti sei molto carina"?! Questa me la paghi!-
Mauro: -Ma...-
Gianna: -Stavo raccontando del pagliaccio che è venuto alla festa del mio bimbo la settimana scorsa.-
Mauro: -Bimbo? Io adoro i bambini!-
Gianna: -Ma davvero?!-
Mauro: -Sì, soprattutto alla griglia! Ma anche lessi non sono male...-
Sara: -Mauro!-
Gianna: -Ma sì, Sara, è una battutella! Rilassati!-
Sara: -Sì, dici bene tu! (Ma non hai tuo marito libero di parlare con le tue amiche senza freno! Ma perché quei sandali sono così stupendissimi...!)-

Matilde: -Allora Mauro, come ti senti dopo la prima ora di shopping al femminile?-
Mauro: -Shopping?! Lo shopping è comprare qualcosa! Avete guardato decine di vetrine e sulla maggior parte vi siete soffermate pochi secondi senza mai entrare a chiedere qualcosa! Commentate tutto e non comprate nulla! Non è shopping! E' critica vetrinistica itinerante! Oltretutto fa caldissimo...-
Gianna: -Bibita?-
Sara: -No! Prima arriviamo dai MIEI sandali!-
Mauro: -Sì, facciamo così! Altrimenti ci fa ingollare tutto e dobbiamo riprendere la maratona immediatamente.-
Matilde: -Sì, ma è perché noi ormai li conosciamo a memoria e entriamo solo quando c'è qualche novità.-
Mauro: -Beh in quel negozio con la musica altissima c'era quell'abitino carino che avete detto voi che era nuovo, ma non vi ci siete soffermate tanto.-
Maya: -Ah, il miniabito con la schiena nuda? Molto carino! Mi piaceva!-
Sara: -Figurati! Da cubista!-
Maya: -Non mi risulta che Picasso abbia mai dipinto un abito del genere!-
Sara bisbiglia a Matilde: -Che c'entra Picasso!? Le hai raccontato qualcosa?-
Matilde: -No, tranqui. Picasso appartiene alla corrente cubista, ignorantella!-
Sara: -Sì! Lo so! E' che...-
Maya: -Te la sei fatta spiegare? Ti credevo più colta.-
Sara: -(Stronza! Lo sapevo! Ma credevo ti riferissi alla mia...) Sì, beh, sai... non tutte ci possiamo permettere l'università a sbafo dei genitori... Noi mortali qualche volta dobbiamo lavorare per vivere!-
Lorenza: -Stoooop! E credetemi, se ve lo dico io...-
Gianna: -Sara! Rifatti gli occhi! Ci siamo!-
Sara: -Sììì! Mauro! Quelli!-
Mauro: -Ah. Belli.-
Sara: -Belli? Solo belli? Cioè quello straccetto "carino!" e questi "belli"?-
Mauro: -No! Molto belli! Veramente! Bellissimi!-
Sara: -Si dice "divini". Tu e la moda avete litigato da piccoli?-
Mauro: -Ma no! Sono un bel paio di scarpe! Ti assicuro! Mi piacciono! Un po' meno il prezzo, ma te l'ho promesso...-
Sara: -Un "bel paio di scarpe"!? "Te l'ho promesso"!?-
Matilde bisbiglia a Mauro: -Sei nei guai ragazzo! Occhio a ciò che dici!-
Sara: -Okay! Non li voglio più!-
Mauro: -Ma...! Ma no! Ma perché! Sono bellissimi! Anzi divini! Dai comprali, ti prego! Siamo venuti fin qui apposta!-
Sara: -Non siamo venuti qui apposta! Tu sei venuto qui apposta! E per farmi un bel regalo! Un regalo che io avevo in mente di indossare per te! Per uscire con te! Per essere più bella e piacerti! E per te è solo un bel paio di scarpe?!-
Mauro: -Ma no! Ma tu mi piaci sempre! Non c'è bisogno che vuoi essere più bella!-
Sara: -Ah! Allora sono scema che butto via i soldi in scarpe, estetista, parrucchiere! Adesso non mi depilo più poi voglio vedere se ti piaccio ancora in modalità scimmia!-
Mauro: -Ma no! Sara! Dai! Tu SEI bellissima! E mi piace che ti vuoi fare ancora più bella, se fosse mai possibile, per me! E' un onore oltre che un sublime piacere! Pertanto, visto che io non bramo altro che poterti ammirare, entriamo ad acquistare quei paradisiaci sandaletti che metteranno in risalto i tuoi piedi di fata!-
Sara: -...(Leccaculo.) Ok. Ma non vieni più a fare shopping con noi! Distruggi la mia autostima!-
Gianna: -Forza tutte dentro! ...Volevo dire "tutti"!-
Matilde: -Ti sei scelto una bella gattina da pelare...-
Maya bisbiglia a Mauro: -La sensibilità maschile fa sempre il suo danno! Ti serve una mano con le donne.-
Mauro: -Una mano?! Mi serve una gru da cantiere con lei!-
Maya: -Seguila nell'acquisto, assecondala con entusiasmo senza fare troppo il lecchino e non parlare di soldi!-
Sara: -(Beh? Che fanno quei due?!) Mauro! Che fai lì? Vieni!-
Mauro: -Eccomi! Tutto per te!-
Sara: -Perché, prima eri di qualcun'altra?-
Mauro: -...Allora questi, vero?-
Sara: -(Glissa, glissa. Dopo ti becco da solo..) Sì.-

Lorenza: -Ok bellezze! E' tardi, noi andiamo! Stasera abbiamo una riunione di famiglia che domani lei va.-
Matilde: -Buon viaggio Maya! E fatti sentire: è stato bello conoscerti!-
Gianna: -Idem! Bacio!-
Mauro: -Ciao! Piacere di averti rivisto!-
Sara: -(Certo, certo... Ti piace guardarla... Meno male che parti, stronza!) Ciao tesoro, buon rientro! (E speriamo che il treno sia pieno e ti fai il viaggio in piedi!)-
Maya: -Grazie a tutte! Mi sono divertita un sacco! Appena posso torno volentieri! Ciao Mauro!-
Sara: -(E questo saluto specifico? Ma vedi un po' 'sti due... Ma vedi di non tornare più!)-
Gianna: -Vado anch'io! Ciao Mauro, ciao Sara, ciao Matty!-
Sara: -Ok, Matty vado pure io che son stanchissima! Il caldo non perdona!-
Mauro: -Ti accompagno a casa!-
Sara: -Sì, sì. Accompagnami. (Ora vedi!) Ciao!-
Matilde: -Ciao piccioncini!-
Sara: -Allora, ti sei divertito oggi?-
Mauro: -Ma, devo dire che è stato piuttosto faticoso, ma soprattutto per via del caldo. Con un altro clima sarebbe stato più divertente. Comunque forti le tue amiche! Simpatiche, spigliate...-
Sara: -Spogliate...-
Mauro: -Eh? Come?-
Sara: -Che credi che sono scema?! Ho visto come la guardavi! La spogliavi con gli occhi! Per quel poco che c'era da spogliare visto che era quasi nuda!-
Mauro: -Ma chi?-
Sara: -Chi? Fa il finto tonto! E poi "quell'abitino ti starebbe divinamente, mia cara"! Sì: è adatto a una mignotta!-
Mauro: -Ma io non ho mai detto una cosa del genere!-
Sara: -Non c'è bisogno di dire! Ce l'avevi scritto in faccia! In tre lingue diverse! Sembravi un cane che ha caldo! Lingua a penzoloni e bava dappertutto!-
Mauro: -Sara, dai! Non è vero! Sì, ammetto che è carina, ma...-
Sara: -(Ammette lo stronzo!) CARINA?! SE LEI E' SOLTANTO CARINA ALLORA IO SONO UN CESSO?-
Mauro: -Ma! Dai Sara! Non fare l'isterica! Non mi piace lei! Mi piaci tu!-
Sara: -Bugiardo! Almeno abbi il coraggio di dire ciò che pensi!-
Mauro: -Ok! Vuoi che dico ciò che penso! La tua amica Maya è molto carina, sì, va bene!-
Sara: -(Perché me l'hai detto, stronzo!)...-
Mauro: -Ma io l'ho incontrata oggi e non la conosco! Non sono mai uscito con lei, non le ho chiesto di uscire, non ho il suo telefono e non la chiamo tutte le sere. Ti basta?!-
Sara: -(Ti piacerebbe, eh?) A parte che l'hai incontrata due settimane fa...-
Mauro: -Hai capito che intendo, pignolina!-
Sara: -"Ina"? Non hai altro che diminutivi per me? E per lei, invece? Stangona? Figona? Come la definiresti?-
Mauro: -Sara! La finisci di angosciarti per l'altezza? Guarda che sei troppo carina e ben proporzionata. Veramente giusta!-
Sara: -(Ben proporzionata? Sfotti pure?! Stronzo!) Certo io sono miss mondo. Peccato che lei sia miss universo! Stronzo! E comunque se è solo il telefono che vuoi glielo chiedo a Lorenza così la puoi invitare a uscire! Portala al lago e vedete di affogarvi!-
Mauro: -Sara! Basta stai dicendo un mucchio di cazzate!-
Sara: -E già! Io sparo cazzate! La laureanda invece ha cultura che le esce da ogni poro! Quando parla lei zitti tutti e impariamo! Sicuramente a lei le sarebbe piaciuto il teatro...-
Mauro: -Ma che cazzo stai dicendo! Se non è piaciuto neanche a me! Ma la finisci?!-
Sara: -Ah, vuoi che la finisco? Ma sì, tanto visto che sono una spara-cazzate! Ok la finisco! Ecco, è finita.-
Mauro: -Aaaah! Meno male!-
Sara: -Non hai capito bello. E' finita! Io e te: puf! Finita! Terminata! Basta uscire insieme! Basta telefonate! Tu torni con la tua mammina e io alla mia vita! Che è solo mia! Capito? Sparisci!-
Mauro: -Ma...! Ma cosa stai dicendo?! Sara, ma non puoi fare questo per una tua idea sballata! Non sono innamorato di lei! Ma di te!-
Sara: -Sì, certo! Tanto innamorato da non avermelo ancora detto!-
Mauro: -Okay! Ti amo. Va bene?-
Sara: -(Stronzo!) E' troppo tardi. Addio! (Bastardoooo!)-
Mauro: -Sara! Aspetta! Dove vai?!-
Sara: -Non mi seguire! Stronzo!-
Mauro: -Ma... Sara...-
Matilde: -Certo che tu ci sai proprio fare con le donne!-
Mauro: -E tu da dove sbuchi?!-
Matilde: -Da dietro a quel furgone. Ricordi: io sono una spia!-
Mauro: -Ah, già! Complimenti. Stavolta non ti ho proprio notata.-
Matilde: -Io invece ho notato subito che Sara era parecchio risentita, per questo vi ho seguiti.-
Mauro: -Spiati, vorrai dire.-
Matilde: -Spiati, sì. E meno male che l'ho fatto. Regola numero uno: "ti amo" non è una merce di scambio. Non puoi dirle "ti amo" così, senza sentimento, per farla stare zitta. Soprattutto se era la prima volta!-
Mauro: -Ma era completamente fuori! Non voleva sentire niente altro che quello che diceva lei!-
Matilde: -Appunto. Regola numero due: quando una donna incazzata ti chiede la verità è il momento in cui vuole sentirsi dire tutto meno che la verità.-
Mauro: -Ah! Bella roba!-
Matilde: -Lei ti ha detto "dimmi la verità"? Tu dovevi dirle che la ragazza bellissima che lei detesta è un cesso. Una schifezza, senza grazia, senza cervello.-
Mauro: -Ma se è così gentile! Mi ha anche aiutato a compiacerla quando siamo entrati a comprarle le scarpe!-
Matilde: -Questa è la verità. Non quello che voleva sentire Sara.-
Mauro: -Sempre peggio...-
Matilde: -A proposito di scarpe: regola tre. Le scarpe per le donne sono l'estensione delle proprie gambe, la raffigurazione dell'umore del giorno e un feticcio estetico e ci danno forza e piacere. E anche un po' di altezza a chi non ce l'ha. Non ridurle mai a "sono solo un paio di scarpe"!-
Mauro: -A questo ci ero quasi arrivato da solo...-
Matilde: -Quattro: se n'è andata incazzata, gridando che non ti vuole più e che non devi seguirla.-
Mauro: -E infatti... Sto qua!-
Matilde: -E infatti tu dovevi seguirla, prenderla per un braccio e tirarla a te, stringerla, farle sentire che ci sei, che sei lì con lei, per lei e che non la lascerai e magari baciarla.-
Mauro: -Ma... cazzo! Ma dire qualcosa di chiaro mai, eh? Ma perché avete tutte 'ste paranoie... Ma dimmelo che vuoi che ti segua e io ti seguo! Ora dove sarà andata?-
Matilde: -Fregatene. Ora è tardi. Devi passare alla fase perdono.-
Mauro: -Perdono?! Di che? Io non ho fatto niente!-
Matilde: -Esatto! Non hai fatto niente. Invece dovevi fare.-
Mauro: -Ma perché non sono gay...!-
Matilde: -Vieni con me. Ah, un'altra cosa: "ben proporzionata" non è una cosa da dire a una ragazza con la paranoia dell'altezza. Dille: "sei figa, spacchi di brutto"! Proporzioni e tutto quello che possa rimandare all'altezza è bandito.-
Mauro: -Ma lei mi stuzzica sempre sulla mia pancia!-
Matilde: -Ma tu sei un uomo: incassi e taci. E' il tuo ruolo.-
Mauro: -Bel ruolo di merda... Essere apprezzato ogni tanto no?-
Matilde: -Lei ti apprezza facendosi bella per te, regalandoti la sua piacevole compagnia, permettendoti di farle dei regali...-
Mauro: -...Che pago io!-
Matilde: -Certo! Ma lei li accetta! Se una donna non ti apprezza non gradisce i tuoi regali.-
Mauro: -Ma un vocabolario maschile/femminile non esiste? Quasi quasi lo scrivo io: dunque "verità" uguale "bugia enorme", "scarpe" uguale "altare sacro", "perdono" "azione da compiere successivamente all'alzarsi dal letto dopo che hai dormito tutta la notte senza fare assolutamente nulla"...-
Matilde: -Signor Treccani, siamo arrivati!-
Mauro: -Fiori?! Basta un mazzo di fiori? Roba del secolo scorso! Rose rosse, giusto? Le margherite non sembrava apprezzarle. Quante dozzine?-
Matilde: -Le margherite non le ha apprezzate perché non apprezzava te. Visto? Tutto quadra!-
Mauro: -Sì, preciso! Matematica femminile: Archimede e Einstein sono morti nel tentativo di decifrarne una minima frazione. Allora quante?-
Matilde: -Una sola. Sara è imbranata coi fiori e con le rose si punge sempre. Fatti mettere una sola rosa rossa al centro di un mazzo variopinto. Poi stasera ti presenti da lei ben vestito e la inviti a cena dicendole frasi semplici e carine e non menzionando mai Maya, cosa è successo oggi o parole che ricordino la statura.-
Mauro: -Frasi tipo?-
Matilde: -Mmm... ma che impedito! "Sara ti amo". "Sei la donna più incredibile che conosca". "Guardarti negli occhi mi emoziona sempre". Digliele con sentimento! Convinto!-
Mauro: -E poi?-
Matilde: -E poi lei ti farà accomodare, tu aspetterai pazientemente e senza commenti negativi quarantacinque minuti che si prepari, poi uscirà con te a cena indossando i sandali nuovi ai quali tu rivolgerai un intenso sguardo e un commento tipo "spettacolari", "li hanno disegnati apposta per te", "sei sublime" e simili. Tutto chiaro?-
Mauro: -Quasi... e se lei tira in ballo oggi?-
Matilde: -Menti! E' la sua serata, la vostra serata! Non c'è Maya, non ci sono altre ragazze che le possano rubare la scena! Tu e lei! Tu sei solo per lei. Gli altri quattro miliardi di donne presenti sul pianeta non esistono!-
Mauro: -Beh, ma capiterà di incontrarne! Magari il cameriere è donna!-
Matilde: -Ne incontrerai mille, ma ne vedrai solo una! Questo è quello che devi trasmetterle!-
Mauro: -Irrazionale e irragionevole oltre ogni limite.-
Matilde: -Ovvero "femminile" nel tuo vocabolario.-
Mauro: -...-
Matilde: -Muoviti. Ciao!-
Mauro: -Ma mi abbandoni così?-
Matilde: -Sei grande per avere la balia. Ho già fatto troppo. E ricorda che stasera non ci sarò io a salvarti quindi cerca di pensare... da donna!-
Mauro: -Quindi il contrario di tutto ciò di logico che mi passa per la mente!-
Matilde: -Auguri, bambinone! ...Qualche volta dovrei ascoltarmi così magari la smetto di far cazzate!-

Casa di Sara. Suona il citofono.
Sara: -(Speriamo sia lui!) Sì?
Mauro: -Ciao, sono io. Sono venuto per portarti una cosina.-
Sara: -(Sììì!!) Ti avevo detto di sparire!-
Mauro: -Non posso sparire due volte: non esisto senza di te.-
Sara: -(!!!) Io... non voglio vederti!-
Mauro: -Mi metterò la maglietta in faccia! Per favore, apri.-
Sara: -(Okay, però ora ti devo far soffrire ancora un po'!) Va bene. Ma solo due minuti!-
Mauro: -Grazie...-
Mauro: -Ciao! Questi sono per te!-
Sara: -(Che belli! C'è anche una rosa!) Ah. Tutto qui? Sei venuto solo a portarmi dei fiori?-
Mauro: -Non sono solo fiori: è una rappresentazione di te! Attorno una fresca nuvola di mille colori e profumi e al centro la più spettacolare passione amorosa che può accendere un uomo!-
Sara: -(Che bella immagine! Chissà quanto ci hai pensato...) Ahi! Mi sono punta! Cazzo di rose! Lo fanno sempre! Vieni.-
Mauro: -Permesso...-
Sara: -(Che male!) Vieni, siediti.-
Mauro: -Grazie.-
Sara: -(Bene! Adesso che sei qui subirai la meritata tortura, amore mio!) Allora sei venuto solo a portarmi dei fiori? O c'è altro?-
Mauro: -Io...-
Sara: -E comunque se mi hai portato dei fiori è perché sai di essere in torto, vero?-
Mauro: -Torto?! Ma se io...-
Sara: -(Nega ancora il mentitore!) Neghi? Allora sei doppiamente ipocrita! Vieni a elemosinare il mio perdono, ma se non hai colpa non ce n'è bisogno! O no?-
Mauro: -Io non elemosino! Sono qui perché...-
Sara: -(Eh no! Tu devi elemosinare il mio perdono eccome! Funziona così e basta!) Ah! Non elemosini? Mi lasci da sola tutta il pomeriggio per stare con la biondona tutto pepe, bisbigliate alle mie spalle e chissà che cose affascinanti ti ha detto e infine mi abbandoni in mezzo alla strada dopo che l'hai salutata, tanto via lei chi se ne frega della Puffetta! Non ti sembra abbastanza per invocare il mio perdono?-
Mauro: -Sara, ma non parlavamo di te! E poi...-
Sara: -A-ha! Hai visto che parlavate! Lo hai appena detto! Certo, esci con me e parli con lei! Ma ti sembra il modo di fare?!-
Mauro: -Ma io non... e con lei... Ma Sara, ma ti rendi conto che sei completamente irrazionale e irragionevole... (Già! Come una donna.)-
Sara: -(Che fai? Ti ribelli? A cuccia!!) Ah! Io sono irrazionale e irragionevole!? Senti se sei venuto fin qui per insultarmi puoi anche tornare a casa! Grazie dei fiori, mi sono piaciuti, a non rivederci signor Mauro!-
Mauro: -Sara, cazzo! IO TI AMO!-
Sara: -(SIIIIIIIII!!!!) Come, scusa? (Ripetilo!!)-
Mauro: -Sara io ti amo.-
Sara: -(Sìsìsìsìsìsìsìsìsì! Sssssssssssssssìììììììììììì!!) Ne sei convinto?-
Mauro: -Sara tu mi colpito al cuore fin dal primo giorno. I tuoi occhi, il fuoco che hai dentro, la tua bocca così sensuale... da baciare...-
Sara: -(Che bel bacio!... Voglio fare l'amore!) Vieni!-
Mauro: -Ma... volevo invitarti a cena.-
Sara: -Dopo! Ora voglio mangiare te...-


(verrà visualizzato il file e potrai effettuare il download cliccando su "file" e poi "scarica")

Nessun commento:

Posta un commento