Racconti per bambini.


Marinella la stella che brilla.
Di Olindo Urbani

Marinella è una stella marina.
Vive sul fondo del mare e trascorre allegra le giornate saltando tra uno scoglio e un corallo.
Ma la notte, prima di addormentarsi, sale in superficie a guardare le stelle del cielo.
Le chiama sempre per farle venire a giocare con lei, ma sono troppo lontane e non sentono il suo invito.
Marinella vorrebbe tanto conoscerle, non solo per fare amicizia, ma anche per chiedere loro come fanno a brillare!
Perché Marinella, diciamolo un po', è molto vanitosa e non sopporta l'idea che le stelle del cielo possano brillare e quelle di mare no.
Domanda sempre a tutti quelli che incontra se sappiano come fanno a brillare.
Ma nessuno lo sa e Marinella, un po' invidiosa, le guarda tutte le sere sperando che prima o poi qualcuna riesca a sentirla e a darle una risposta.
La mamma le ripete -Non devi essere invidiosa, gioia mia, anche tu sei radiosa!-
Ma Marinella non è convinta -Tu lo dici per finta, ma io non mi dò per vinta!-
E gridando al cielo blu, in una notte illuminata dalla luna, proprio questa le risponde:
-Marinella, son lontane le stelle, ma davvero vuoi apparir come quelle?-
Risponde Marinella -Io non voglio volare, ma soltanto brillare! Se tu sai come fanno poni fine al mio affanno!-
E la saggia luna spiegò -Per brillare, stellina, devi esser vicina, a tutti gli altri che vedi e col cuor lor provvedi!-
Capita la lezione Marinella non si lamenta più di non essere splendente e cerca invece di essere disponibile a conoscere e ad aiutare gli altri e anche a giocarci assieme, che è la cosa che le piace di più.
Qualche volta la sua buona volontà non basta e, da un tentato aiuto, esce un piccolo disastro.
Ma l'impegno che mette e la gioia che trasmette donano felicità e un incontenibile sorriso!
E a vederla ogni giorno gentile e sorridente, la gente che incontra le dice -Sei splendente!-
Marinella ora sa che chi brilla dentro, brilla sempre e per sempre e non solo di notte.
E chi non vede il suo brillare ed è nero d'umore, è perché guarda solo con gli occhi e non certo col cuore.



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Non volevo volare.
Di Olindo Urbani
 
Norberto è un bimbo di 5 anni.
Con i suoi genitori deve andare a trovare la zia Eusebia, che si è trasferita a vivere in un'isoletta nel Mar dei Caraibi.
Norberto ha visto le foto della casa della zia e anche un filmino girato sulla spiaggia.
L'isola è bellissima! Tanto sole, spiagge bianche e un mare caldo che aspetta solo di ricevere un bimbo giocherellone.
Norberto già si immagina di costruire tanti castelli di sabbia, di scavare pozzi da riempire con l'acqua del mare e poi conchiglie da raccogliere, gustosi succhi di frutta freschi da bere e giocare a esplorare il fondo del mare con la maschera, dove mille pesciolini colorati nuotano allegri.
Però per arrivarci bisogna volare per qualche ora. E Norberto non lo sa fare.
Norberto è un po' spaventato: come farà a volare e come sarà essere lassù?
-Ma con gli aeroplani!- Gli spiega il papà.
Oh, certo, è vero. E quando Norberto vede gli aerei volare in tv e fare acrobazie gli piacciono tanto.
Ma farlo davvero come sarà? Norberto non lo sa.
Il giorno della partenza gli occhietti di Norberto si spalancano presto e, abbracciando il suo orsetto, corre a svegliare mamma e papà.
La mamma il giorno prima aveva preparato le valigie, anche la sua. Perché lui non lo sa fare.
La mamma ora mette le ultime cose nelle valigie e il papà controlla che tutta la casa sia ben chiusa.
Un taxi arriva a prenderli e Norberto ride a vedere suo papà che si siede dietro assieme a lui e la mamma nel taxi: di solito in auto lui sta davanti e guida.
Il tragitto per l'aeroporto non è lungo, ma Norberto non vede l'ora di arrivare e continua a dire a suo papà "Ma quanto manca?"
Il papà gli ripete più volte di essere paziente e che presto vedrà gli aerei da vicino e addirittura ci salirà dentro!
Appena arrivati Norberto vede l'aeroporto: è come un grande palazzo e gli aerei sono tutti dietro.
Prima di entrare nell'aereo bisogna lasciare le valigie sopra uno strano tappeto di gomma che si sposta, ma lui non lo sa fare: sono troppo pensanti!
Il papà le mette lì e una signora gentile gli appiccica sopra delle etichette e il tappeto si muove e le porta via. Il papà gli spiega che ora le valigie verranno caricate sul loro aereo.
Norberto pensa che sia buffo camminare su quel tappeto come le valigie e chiede al papà se anche loro posso salire sull'aereo in quel modo.
Ma il papà gli risponde che quello è solo per le valigie. Le persone devono invece fare un'altra strada. E Norberto non sa quale.
Dà la mano al papà e camminano insieme alla mamma per un altro corridoio.
Norberto non capisce perché valigie e persone debbano fare due strade diverse, ma gli piace non dovere tenere più in spalla il suo zainetto pesante. E' libero così e non fa fatica.
La strada verso l'aereo è buffa: ci sono anche i poliziotti con la divisa e bisogna passare sotto una specie di porta a cui manca proprio la porta. Quando passa Norberto non succede nulla, ma quando passano mamma e papà la porta suona. Norberto non sa farla suonare.
Il papà e la mamma si levano tutte le monetine e altri oggetti che hanno in tasca e poi ripassano attraverso la porta e questa volta non suona più.
Rimesso tutto a posto si arriva finalmente in una grande sala con una vetrata gigantesca.
Dietro si vedono tutti gli aerei posteggiati e anche quelli che volano vicino a terra!
Norberto ora è emozionatissimo! Sembrano così piccoli visti da lì.
Dalla grande sala si passa in un corridoio lungo e stretto che si appoggia proprio al fianco dell'aereo.
Il papà prende lo prende in braccio e gli fa vedere l'aereo dalle piccole finestre del corridoio: mamma mia è proprio grande! Nel salone sembravano così piccoli. Norberto non sapeva che fossero così grandi!
All'ingresso dell'aereo un'altra signora gentile indica al papà dove andare e il papà legge i numeri e le lettere scritte in alto, sopra ai sedili. Norberto non lo sa fare.
Dentro è quasi come al cinema: tanti sedili vicini e dei corridoi per passare. Il cinema è largo e più corto, mentre l'aereo è stretto e lungo. Però anche qui c'è lo schermo appeso alla parete. Solo più piccolo. Norberto non lo sapeva.
I sedili sono comodi e spaziosi, ma papà e la mamma non sono d'accordo: loro dicono che sono stretti e lo spazio è poco. Ma non è vero: sono loro che sono troppo grandi!
Ci sono anche le cinture di sicurezza, ma non sono scomode come quelle della macchina: queste sono solo una striscia che gira attorno alla vita come una cintura. Norberto prova ad allacciarla, ma non lo sa fare.
Aiutato dalla mamma ora è ben seduto e allacciato e una signora gentile gli porta un album da colorare e delle matite.
L'album è pieno di disegni di animali, di aerei, navi e automobili.
A Norberto piace colorare e il papà gli fa vedere che sullo schienale davanti a lui c'è anche un tavolino nascosto sul quale può appoggiarsi e più sopra anche un piccolo televisore con un telecomando attaccato col filo. Ma Norberto non lo sa usare.
Ora l'aereo è pieno di gente e tutti i posti sono occupati. Una signora gentile gli dice che deve chiudere il tavolino perché l'aereo deve partire.
Norberto è preoccupato: come farà l'aereo a volare con tutta questa gente? Deve essere molto pesante. Norberto proprio non lo sa.
L'aereo si muove adagio lungo le strade dell'aeroporto e il papà gli dice che si chiamano "piste".
Norberto è curioso: -Perché le chiamano piste? Le piste non sono quelle dove si fanno le gare?-
Il papà gli risponde: -Adesso vedrai: anche questo aereo farà un piccola gara!-
L'aereo si ferma per un attimo e fuori dal finestrino si vede solo l'erbetta dei prati tra una pista e l'altra.
Poi il rumore dei motori aumenta sempre più e diventa fortissimo. Norberto è spaventato. All'improvviso l'aereo corre in avanti velocissimo, tanto forte che Norberto si sente schiacciato verso lo schienale del sedile!
L'aereo corre sempre più veloce e ad un tratto il davanti dell'aereo punta verso l'alto e Norberto ora si sente schiacciato anche verso il basso del sedile! Guarda fuori dal finestrino e... l'erba non c'è più! Si vede solo qualche nuvoletta! Siamo nel cielo! Fantastico! Norberto sta volando!
Ora l'aereo si è raddrizzato e non sta più puntando verso l'alto e Norberto non si sente più schiacciato.
Norberto col cuoricino che gli batte ancora forte dice al papà: -E' stato bellissimo! Che gara veloce! Quando la rifacciamo?-
Norberto è felicissimo e vorrebbe fare subito un'altra gara, ma il papà gli dice che quello si chiama decollo e vuol dire che l'aereo parte e si solleva da terra e si fa solo alla partenza.
Per farne un altro dovrà aspettare la fine della vacanza quando prenderanno un altro aereo per tornare a casa. Norberto non lo sapeva.
Ora tutto è normale, come quando prima stava disegnando e infatti la signora gentile gli dice che se volesse adesso può abbassare di nuovo il tavolino e riprendere a disegnare.
Durante il volo Norberto impara tante cose.
Impara che le signore gentili si chiamano hostess.
Impara a usare la tv che ha sopra al tavolino e dove trasmettono tanti cartoni animati.
Impara che c'è anche un comandante sull'aereo, come sulle navi, e ha una bella divisa scura.
Norberto da grande vuole fare il comandante dell'aereo. Ma non sa come fare.
Poi una hostess passa con un carrellino e gli porta un vassoio pieno di cose buone da mangiare, ma tutte piccole, proprio della sua misura!
Al cinema invece i popcorn bisogna andare a prenderli e sono tutti giganti!
Norberto è contento: a casa i piatti e le posate gli sembrano sempre enormi. Qui sull'aereo invece sono proprio a misura di bimbo! Chissà, forse gli aerei sono stati inventati dai bambini: sembrano un grande gioco con tante cose da fare! Peccato che non si può proprio andare in giro e bisogna stare seduti lì. Quella è l'unica cosa noiosa, pensa Norberto.    
Il cibo è dentro a tante piccole confezioni e Norberto non le sa aprire.
La mamma lo aiuta e così Norberto inizia a gustarsi il suo pranzo.
Dopo pranzo la hostess porta via il vassoio e a Norberto scappa la pipì.
Preoccupato chiede al papà come fare: -Dobbiamo fermare l'aereo e devo scendere un attimo: mi scappa la pipì!
Il papà sorridendo gli spiega che l'aereo non è come la macchina e ci sono i bagni, come al cinema!
Norberto è sorpreso e allora si chiede perché le macchine non hanno il bagno? Sarebbe così comodo, anziché fermarsi e fare la pipì al bordo della strada. Norberto pensa di inventare un'auto con il bagno. Ma non sa come fare.
Il papà lo porta al bagno: è piccolissimo anche questo! A misura di bimbo.
Il gabinetto sembra più una grossa cassa con sopra un buco, non ha forma di quello a casa e quando il papà tira lo sciacquone l'acqua che scende è blu e fa un rumore stranissimo, come un gigante che succhia una bibita con la cannuccia! Norberto ride.
Anche il lavandino è piccolo e l'acqua che esce è poca, ma il sapone fa tanta schiuma e lascia le mani ben profumate!
Norberto e il papà tornano a sedersi, ma Norberto non sa più dov'è il suo posto! Meno male che il papà se lo ricorda.
Dopo aver guardato un po' di cartoni animati a Norberto viene un po' sonno. -Mamma, ho sonno, quando siamo arrivati?-
-E' ancora presto Norberto, ma se hai sonno puoi dormire. Ora ti aiuto.-
La mamma preme un bottone sul lato del suo sedile e lo schienale si abbassa.
Fantastico! Così sembra quasi un letto! Norberto non lo sapeva.
Stanco di tutte le cose ha imparato oggi Norberto si addormenta. E sogna.
Sogna aerei, treni e navi. Sogna auto, moto e biciclette. Sogna persino i pattini, lo slittino e le mongolfiere! Sogna ogni cosa che ci può trasportare perché è bellissimo viaggiare.
Si possono raggiungere posti lontani, vedere città, luoghi e persone.
Ed in ogni parte del mondo troverai altri bimbi con cui fare amicizia.
La mamma lo sveglia e gli dice contenta: -Norberto forza, siamo quasi arrivati!-
Norberto con gli occhi ancora assonnati dice alla mamma: -Ho le orecchie tappate! Non sento bene!-
-Apri la bocca e fai un grande sbadiglio!- dice la mamma.
Norberto ubbidisce e le orecchie all'improvviso fanno uno strano rumore che lo fa tanto ridere -Ora ci sento!- dice felice.  
Finalmente dal finestrino si vede di nuovo qualcos'altro oltre al cielo: è il mare! Uno splendido mare, blu, azzurro e anche verde.
Poi vede anche una spiaggia, degli alberi e poi strade, automobili e case.
E' buffo guardarli da qui su: sembrano tutti così piccoli. Norberto non lo sapeva.
Guardando giù all'improvviso sbuca una strada sotto l'aereo: è una pista dell'aeroporto!
Ora l'aereo fa un sobbalzo e tutti i passeggeri applaudono!
Norberto allora batte le mani anche lui. Non sa perché lo fa, ma gli piace farlo!
L'aereo si ferma e pian piano tutti scendono.
Le persone sono tante e i corridoi sono stretti, ci vuole pazienza ad aspettare il proprio turno.
Ma finalmente si scende! Ora Norberto può camminare un po'.
Dopo tante ore fermo doveva proprio far muovere le sue gambe!
Norberto non lo sapeva che è così bello camminare.
Prima di uscire dall'aeroporto il papà prende le valigie che sono arrivate su un buffo tappeto che cammina, come quando sono andate via alla partenza.
Sembra che loro abbiano fatto tutto il viaggio sui tappeti, ma il papà gli assicura che sono state caricate sull'aereo con loro, anche se da un'altra parte. Norberto non lo sapeva.
La zia li aspetta fuori dall'aeroporto e c'è molto caldo.
Norberto vuole subito spogliarsi, ma bisogna aspettare di arrivare a casa della zia.
E dopo un breve tragitto in macchina eccola! Norberto la riconosce dalle foto che aveva visto!
In pochi minuti si mette il costume e con la mamma e il papà vanno sulla spiaggia.
Norberto si ferma e guarda il mare e dice: -Mamma ora che siamo arrivati cosa devo fare?-   
E la mamma le risponde: -Gioca, amore mio!-
Norberto è felice: questo lo sa fare!


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Vento m'invento.
Di Olindo Urbani

Nel azzurro blu del mare,
in un giorno giallo solare,
impegnati a giocar felici
si trovarono tre amici.
Erano Onda Bionda, allegra e spumeggiante,
Vela Loquela, chiacchierina e accattivante,
e Vento Contento, generoso e accomodante.
Con vigor soffiava Vento Portento
e Vela Loquela spingeva ogni momento,
mentre Onda Bionda la faceva dondolare
e la barchetta gioiva di quel ballare.
Insieme sorridenti
si divertivano innocenti.
Onda Bionda si frangeva sulla sponda
e Vela Loquela stendeva la sua tela.
Parlavan tra loro e, cosa scorretta,
a Vento Lamento non diedero retta.
Intento a soffiare, ma con tanto da dire
Vento Fermento volle farsi sentire.
Ma senza soffio il gioco si blocca
e l'Onda e la Vela sgridarono il Vento
che, chiusa la bocca,
poi fu solo Sgomento.
-Soffia più forte!- gridava la Vela,
-Soffia e stai zitto!- gridava anche l'Onda.
Vento Tormento soffiò senza cautela
e in pochi minuti creò gran baraonda!
Le due piccole amiche, piuttosto sconvolte,
vennero spinte, sbattute e pure travolte
dalla forza grande dell'amico Vento,
adesso non tenero, ma solo Violento!
Vela Loquela, un poco strappata,
a gambe all'aria si trovò ribaltata
e Onda Bionda, piuttosto ingrossata,
assomigliava ad una mareggiata.
Intimorite da quanto accaduto
gridarono forte -Aiuto! Aiuto!-
Vento Spavento del guaio s'accorse
ed una mano a loro porse.
-Oh! Scusatemi, mie amiche,
io credevo d'esser mite!-
E le due amiche ora più quiete
si ritrovarono insieme liete.
E con un abbraccio stretto, stretto
si promisero per sempre un gran rispetto,
perché amiche anche del Vento,
che ha imparato ad esser Attento.


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