Come? Odio il riciclaggio? Una bestemmia nel presunto
idilliaco e roseo futuro pulito dai rifiuti che tanto si prospetta chi fosse
attento a non gettare nel bidone giusto il più piccolo avanzo di un
qualsivoglia prodotto di consumo?
Sì! E' così! Io odio il riciclaggio selvaggio, questa mania
di voler essere ecologisti a tutti i costi anche nelle più minute e
insignificanti piccolezze! Perché se è vero che anche io raccolgo e divido
carta, plastica e affini è vero però che non se ne può fare un dramma se
occasionalmente ci scappasse un errore o ci fosse un difetto progettuale alla
base. Mi spiego meglio: avete presente quella merendina che combina in un'unica
scodella l'Estathè, la Nutella e dei mini grissini? Bene, quello è proprio un
esempio di difetto progettuale: l'Estathè è buono fresco di frigo, ma se mettessi
la scodella in frigo la Nutella si indurirebbe e sarebbe impossibile spalmarla
e gustarla e inoltre i grissini freddi tendono a prendere umidità e ad
ammosciarsi. Allora è il caso di tenerla fuori dal frigo, ma così il thè fa
schifo. Insomma una genial-cagata. Allora lascio perdere l'estanutella e mi
bevo un succo di frutta fresco, almeno quello so per certo che può stare in
frigo tutto da solo senza problemi. Bevuto. E ora il cartoncino? Facile: nella
carta! Sì, ma... la cannuccia? Beh, è di plastica, andrà nella plastica. Sì, ma
se sfilo la cannuccia dal cartoncino mi gocciola il succo e sporco il
pavimento. Che posso pulire con uno strappo di Scottex Casa. Ok, quindi produco
un aggravio di inquinamento perché devo sprecare altra carta, oltre a quella
già usata per produrre il brick di succo, per pulire il pavimento. Allora forse
non sarebbe meglio gettare brick e cannuccia tutto nella carta? In fondo la
cannuccia ha un impatto di pochissimi grammi... No! Meglio comprare i succhi
nella bottiglietta di vetro! Sì, però... il tappo non credo sia di alluminio.
Dove lo getto? Nell'indifferenziato? Non è peggio? E poi il succo nel vetro è
meno di quello in brick. Quindi ne bevo un altro. Al che ho prodotto due
rifiuti anziché uno e per di più di peso maggiore. In effetti il peso e la
fragilità del vetro sono grandi problemi in fase di trasporto: si inquina di
più a trasportarli e occorrono imballaggi protettivi. Che vuol dire altri
rifiuti. Senza tralasciare che un'eventuale rottura di una o più bottigliette
sarebbe un "disastro ecologico" tra carta per asciugare e cocci da
raccogliere: sfido chiunque a metterli da parte per poi infilarli nelle campane
per il vetro come le bottiglie intere! Finirebbero avvolti in qualcosa per
essere gettati nel primo bidone disponibile: il rischio di farsi male è troppo
elevato per fare i fanatici di Greenpeace. Meglio il brick.
E non vi ho raccontato della tv! Ho visto bimbi seguire con
attenzione estrema (o forse era rincoglionimento totale) un programma dove
spiegavano come costruire con delle vecchie musicassette (sì, quelle cose
antiche che negli anni 80 e 90 si usavano per sentire canzoni o anche lezioni
di lingue straniere) un cestino per biciclette.
Trasformare la gracchiante collezione delle canzonette di
Battisti in un accessorio da bici? Ma viene pagato quello che ha queste idee?!
In questo lo ammiro. Caga col cervello e riceve pure del denaro per farlo!!
Devo fotografare la mia prossima defecata e metterla su Facebook: se avrò molti
"mi piace" magari ho un futuro in televisione.
Tornando al cestino: tra colla, fascette di plastica,
forbici e non ricordo cos'altro il rischio che un bambino si faccia male già
solo nella costruzione è alto. Non dimentichiamoci poi che produrre e
distribuire gli attrezzi di cui sopra ha già di per sé un bell’impatto
ambientale. In più a lavoro finito si ottiene una specie di cassetta per la
frutta dalla dubbia resistenza, piena di angolini appuntiti (soprattutto per
via delle fascette da elettricista) che se un bimbo ci volesse mettere dentro
un palloncino questo scoppierebbe, se ci infilasse il maglione perché pedalando
vien caldo, al momento di tirarlo fuori si strapperebbero diverse trame e la
mamma avrebbe molto da dire, e allora l'unica cosa che ci posso mettere è la
confezione di "estanutella". Naturalmente da bere calda.
Ora un cestino da bici costa meno di dieci euro. Bello,
pratico, robusto e se il negoziante fosse disponibile te lo monta pure. In più
non è tossico. Sì perché il nastro delle musicassette è un concentrato di
sostanze che non è il caso di donare ai bambini. Forse offrir loro un sorso d’acqua
di Chernobyl al posto dell'Estathé gli farebbe meno male che maneggiare quel
presunto cestino. E poi, dico io, i genitori si spaccano i portafogli per dare
ai propri figli la scarpa più giusta sennò crescono zoppi, lo zaino con
paraschiena sennò diventano storti, la maglia più alla moda sennò si sentono
esclusi (però gli fanno guardare queste merdate: il fatto che possano crescere
rimbambiti non li preoccupa?) e gli fanno mettere sulla mountain bike
ammortizzata da trecento euro un cavolo di parallelepipedo multicolore che te
lo fa sembrare un terzomondista alla ricerca dell'Eldorado mentre pulisce i
parabrezza ai semafori?! Ma soprattutto, caro il mio autore di idee televisive,
delle custodie delle musicassette non ne hai fatto nulla? Fai il furbo? Ricicli
a metà? Tu non fai lo shampoo: tu tiri lo sciacquone!
Dove si gettano gli autori televisivi? Nell'umido? No, meglio
l'indifferenziato. Non vorrei che li riciclassero veramente!
Tipico autore televisivo |
Estremismo compulsivo con contorno di assillo da persecuzione.
RispondiEliminaDiminuire i consumi e spostarsi con parsimonia, sarebbe di gran lunga una soluzione migliore.
"Emily dal futuro" docet. ;)
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