venerdì 6 giugno 2014

L'illogica logica del massimo profitto.

Dopo anni di studi, osservazioni e statistiche (ovviamente effettuati da idioti) le aziende (e le Nazioni) hanno stabilito che il massimo profitto è l'unico risultato da perseguire. E i dirigenti/governanti (idioti anch'essi) procedono sempre in questa direzione. E ciclicamente nel corso degli anni arrivano le crisi economiche, i suicidi di massa, le rivoluzioni ecc.
Ipotizzare che ci sia un probabile errore di calcolo è troppo?
L'errore non è matematico (almeno credo! Spero abbiano usato una calcolatrice e non il foglio di carta del salumiere!), ma è nei dati inseriti. Ovvero al quesito "quale risultato voglio ottenere dall'azienda?" il dato inserito è: "massimo profitto".
Perché viene inserito questo dato? Lo insegnano a scuola? O sono semplicemente inetti?
Un'azienda non è una ONLUS e chi vi opera o la gestisce vuole giustamente ottenere qualcosa in cambio. Fin qui tutto quadra: il profitto è legittimo e il dato corretto. Poi però notiamo che alla parola "profitto" è abbinato un aggettivo: "massimo". Questo è l'errore.
Anni fa un'azienda statunitense ha acquisito l'azienda italiana dove lavoravo. Durante i comprensibili disordini dovuti alla fusione venne ad insegnarci il mestiere una chiattona sorridente (ma tutte le gnocche che si vedono nei film? Sono tutte a Hollywood?), la quale in una riunione (anzi un meeting) di dieci minuti rivelò la parola del messia a noi umili servi: "All we do, we do it for money!"
Probabilmente ha una doppia laurea in economia, una di Stanford e l'altra di Harvard, per avere elucubrato un così profondo pensiero...
Ironia a parte mi riesce difficile credere che un qualunque imprenditore, sia esso l'artigiano improvvisato che fa collanine da vendere sulla bancarella in riva al mare o il multimiliardario che produce razzi spaziali, non abbia pensato di fare quello che fa per soldi e occorra qualcuno che glielo dica: fare l'imprenditore vuol dire proprio investire tempo, denaro e idee per trarne profitto.
Quindi, tornando al calcolo sbagliato di cui sopra, l'errore del "massimo" profitto persiste e logora tutto e tutti quelli che orbitano nello spazio dell'azienda, perché fa sì che l'azienda stessa non investa in idee, persone e strumenti poiché investire vuol dire meno denaro per il profitto che non sarebbe massimo. Ed ecco che il massimo profitto odierno diventa la crisi di domani.
Nel 2000 un Concorde in decollo da Parigi subì un grave danno e prese fuoco lungo la pista. Nonostante questo il pilota fu costretto a proseguire la manovra di decollo in quanto non c'era abbastanza pista per fermare l'aereo: si sarebbero schiantati prima di riuscire a fermarsi (almeno questo si evince dalle notizie reperibili in rete). Pochi secondi dopo il decollo si schiantò a terra. Morirono tutti più quattro. Sì perché cadde su di un edificio abitato. Schiantandosi sulla pista almeno quei quattro sarebbero sopravvissuti. Già, ma chi mai avrebbe scelto di schiantarsi subito anziché tentare di salvarsi decollando? Io no. Quindi era inevitabile? No. Perché anche gli aeroporti seguono la regola del massimo profitto. Se avessero seguito solo quella del profitto la pista sarebbe stata più lunga di quanto sia in realtà, il Concorde non sarebbe decollato e, nella peggiore delle ipotesi, avremmo avuto almeno 4 sopravvissuti. Ma ottimisticamente ritengo ce ne sarebbero stati altri.
Questo è solo uno dei più eclatanti risultati causati dalla logica del massimo profitto. La logica più illogica di tutte. Che permette al signor Autostrade di cambiare la sua vecchia auto di lusso dotata di solo quattro airbag con una nuova super lusso che ne ha dieci. Così quando si schianterà alla curva dove l'asfalto è crepato e le buche fanno perdere il controllo e ti scaraventano sul guardrail arrugginito, avrà più chances di sopravvivere. Se invece seguisse la logica del profitto semplice magari non cambia l'auto, ma alla medesima curva ci saranno un asfalto drenante opportunamente steso, un guardrail ben mantenuto e luci e segnalazioni adeguati che eviteranno lo schianto. Anche se viaggiasse su una Balilla.

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