domenica 8 gennaio 2012

Commercio libero.

In questi giorni si parla parecchio della liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi. Chi dice sì e chi no, come al solito. Mai tutti concordi.
Una semplice analisi fatta con un po' di buon senso può fornire la risposta.
1- Come guadagna un negoziante? Vendendo la merce.
2- Se vendesse più merce guadagnerebbe di più? Si.
3- Potrebbe vendere più merce in meno tempo? Difficilmente realizzabile: per vendere di più in meno tempo occorre un ampio magazzino per avere tutta la scelta a disposizione, ampi spazi di vendita per contenere maggiore clientela ed elevato numero di commessi per gestire le richieste in contemporanea. Il tutto si traduce in costi elevatissimi e lavoro stressante.
La soluzione sta proprio nella libertà d'orario: un negozio anche piccolo capace di stare aperto 24 ore al giorno ha la possibilità di ricevere molti più clienti e quindi di guadagnare di più. Si eviterebbero inoltre i picchi di affluenza che creano disagio sia ai clienti che ai negozianti e tutti ne guadagnerebbero in salute.
Quindi l'idea è buona. Ma deve essere supportata con semplici, ma essenziali aggiunte:
4- Può un negoziante lavorare 24 ore al giorno? Direi proprio di no. Si lavora per vivere, non bisogna vivere per lavorare.
5- E allora come può un negoziante stare aperto più a lungo? Necessita di personale che lo sostituisca.
6- Ma il personale non costa parecchio? Non parecchio. Troppo!
E' proprio questo il punto che quei sempliciotti bacati di governanti non gestiscono adeguatamente. Per agevolare il lavoro sia dei negozianti (leggi imprenditori, padroni, amministratori o chiamateli pure come cavolo volete) occorrono i commessi (leggi dipendenti, schiavi, sottoposti o come altro vi piace). I primi devono essere invogliati ad assumere i secondi -e quindi bassi costi, semplicità burocratica e gestionale, vantaggio economico- e i secondi devono essere invogliati a lavorare per l'azienda -e quindi rispetto, riconoscimento della professionalità, retribuzione ecc-.

Riassumendo: l'orario esteso è una buona cosa che attualmente non è supportata adeguatamente dalle leggi, dal mercato del lavoro e dai protagonisti stessi (imprenditori che non investono e dipendenti che non sono professionali).
E' un piccolo inizio. Facciamo che ora si prosegua e si gestisca adeguatamente quello che ancora manca. Il negoziante deve investire. Il dipendente deve lavorare. Lo Stato deve assistere. Non sottrarre.

Ho aggiunto il terzo capitolo di Emily.

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